«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
(16 marzo 2014) L'affluenza alle primarie segna il minimo storico da quando possono votare non solo gli iscritti ma anche gli elettori (o presunti tali): 7.717 votanti. In sé che quasi ottomila persone partecipino al congresso del PD del Trentino non sarebbe nemmeno un dato trascurabile, ma se confrontato alle precedenti primarie l'esito dovrebbe far riflettere: nel 2009 alle elezioni primarie per il segretario e l'assemblea del PD del Trentino andarono a votare 20.636 persone.
Il risultato piuttosto prevedibile: Elisa Filippi con 2.853 voti raggiunge il 37,37%, Giulia Robol è al 32,25% (2.462 voti), Vanni Scalfi tocca il 30,22% (2.307 voti). Nessuno dei candidati ha raggiunto il 50% e dunque sarà la nuova assemblea ad eleggere il/la segretario/a. Che risulta così composta http://www.partitodemocraticotrentino.it/uploaded/AFFLUENZE%20E%20RISULTATI%20%20FINALI%20PDF.pdf
Il voto seggio per seggio: http://www.partitodemocraticotrentino.it/uploaded/RISULTATI%20DEFINITIVI%20UFFICIOSI%2016%20MARZO_1.pdf
"Metti in circolo il PD"
Il Congresso di un partito non rappresenta solo il momento in cui si elegge un segretario e si rinnovano gli organismi dirigenti, ma soprattutto un’occasione di discussione aperta, in cui ci si confronta sui programmi, sulle strategie e sullo stesso modello organizzativo cui un partito si ispira.
In tal senso noi, iscritti al Circolo PD della Val di Non, attraverso un lavoro collettivo, abbiamo ritenuto utile stendere questo documento, al fine di avanzare alcune osservazioni relativamente al rapporto tra il Partito Democratico del Trentino ed i territori, a partire da una considerazione di fondo: da tempo abbiamo notato una forte carenza (per non dire assenza) di comunicazione fra gli organi direttivi provinciali del PD (a tutti i livelli), gli amministratori del PD -in particolare consiglieri e assessori provinciali- ed i circoli territoriali, a partire dal nostro, che si ritrovano marginalizzati e comunque senza un vero accreditamento politico e una valida rappresentanza a livello centrale.
Il documento approvato all'unanimità dall'Assemblea del Partito Democratico del Trentino
(24 marzo 2014) La rinnovata Assemblea del PD del Tentino, nella sua prima riunione, intende dichiarare in modo netto la propria posizione sulla vicenda dei vitalizi e dei privilegi che le norme consentono a favore dei consiglieri regionali.
C’è l’unanime convergenza su una convinzione di fondo: è in gioco la credibilità politica e morale del PD trentino che non può accettare, senza contraddire le idealità che sono alla base della sua costituzione, questo sistema dei vitalizi e le norme che attualmente prevedono condizioni privilegiate per il calcolo della pensione retributiva dei consiglieri.
Domenica 8 dicembre 2013 si vota per le primarie relative all'elezione del segretario nazionale del Partito Democratico. In lizza tre candidati: Giuseppe Civati, Gianni Cuperlo e Matteo Renzi.
Di seguito riporto l'ubicazione dei seggi nella Provincia di Trento. Un'informazione tecnica, la mia, di fronte ad un passaggio che non mi entusiasma e che avverto lontano, anche in considerazione al fatto che non mi riconosco in nessuna delle mozioni politiche congressuali nazionali proposte. La mozione che avrei sostenuto e fatta mia, quella territoriale ed europea, non sembra aver cittadinanza nel dibattito del PD.
Questo articolo è apparso nei giorni scorsi sul quotidiano L'Adige
di Luca Paolazzi
Il dibattito che si sta svolgendo sulle pagine di questo quotidiano in merito al ruolo del PD del Trentino dimostra come non ci sia solo una politica che si nutre di convenienze, di tattiche e di progetti a breve termine, ma che esiste ancora una politica capace di elaborare un pensiero lungo, idee, visioni e strategie.
Nelle prossime settimane il Partito Democratico del Trentino affronterà la propria stagione congressuale e questa potrà e dovrà essere l'occasione per innovare la propria forma partito e le proprie modalità di azione, elaborando un progetto territoriale ed un'idea condivisa del Trentino futuro. Questo a condizione di non omologare il dibattito locale alla "liturgia" nazionale ma, pur ribadendo la collocazione all'interno di una grande forza riformista nazionale ed europea, arricchendolo con la consapevolezza della nostra matrice autonoma territoriale e del ruolo che il Trentino può avere nel contesto delle regioni alpine. Sarebbe, al contrario, un'occasione sprecata.
Presentato oggi a Trento il programma elettorale del Partito Democratico del Trentino in vista delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale
(1 ottobre 2013) Rafforzare la nostra impronta riformatrice misurandoci con la sfida del cambiamento è il modo migliore per fare del Partito Democratico del Trentino il perno di un progetto politico capace di consolidare e rendere più sostenibile il nostro livello di benessere e coesione sociale. Per venire a capo di questo stato di cose, abbiamo detto che occorre "fare meglio con meno", il che significa valorizzare al meglio le risorse, le vocazioni, le potenzialità, le intelligenze, le esperienze e la fantasia di cui è ricca la comunità trentina in una mobilitazione forte, partecipata e coesa. Questo sentirsi comunità è la vera risposta a una crisi che, in quanto strutturale, rappresenta un contesto nuovo e imprescindibile nel quale è necessario dare risposte nuove a sfide non rinviabili.
(19 settembre 2013) Un sondaggio demoscopico commissionato dal PD del Trentino e realizzato nel mese di settembre sulle intenzioni di voto in vista delle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale del prossimo 27 ottobre.
L'esito indica una netta preferenza per il candidato Ugo Rossi e confermerebbe il PD al primo posto, ma la soglia del 40% sarebbe superata di pochissimo. Il che ci dice che è necessario impegnarsi a fondo per rendere più robusto il risultato della coalizione, del PD e dei candidati che possano dare maggiore affidabilità coalizionale.