«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Un anno
(1 gennaio 2010) In molti mi chiedono qual è la sensazione dopo un anno di lavoro in Consiglio provinciale. Inutile dire che il tempo scorre veloce e che imprimere un segno che possa testimoniare il senso di una presenza non è così facile.
Questo intervento è apparso in prima pagina del quotidiano L'Adige di oggi
di Michele Nardelli e Fausto Raciti *
(23 agosto 2013) "Territoriali ed europei". S'intitola così la Scuola estiva che prende il via oggi pomeriggio al Monte di Mezzocorona per iniziativa dell'associazione culturale "Politica responsabile" e dei Giovani Democratici. L'obiettivo è ad un tempo semplice ed ambizioso: interrogarsi e cercare le parole.
Porsi le domande sulle grandi questioni del nostro tempo, sull'economia devastata dalla sua dimensione finanziaria, sull'uso e sulla distribuzione delle risorse a fronte di un pianeta che fra non molto sarà popolato da 9 miliardi di esseri umani che rivendicheranno pari dignità, sulla sostenibilità di modelli di sviluppo che nemmeno si pongono il tema del limite, sul ruolo degli stati nazionali a fronte di un contesto sempre più interdipendente, sul carattere ambivalente delle identità culturali nel loro difficile equilibrio fra modernità e tradizione.
E, per altro verso, sul significato che in un contesto del genere assumono parole come progresso, sviluppo, pace, sicurezza. Parole che hanno smarrito il messaggio evocativo che nel tempo avevano assunto, rese sterili dall'uso banale che se ne è fatto allorquando il progresso degli uni è diventato l'esclusione di altri, l'illimitatezza dello sviluppo ha alterato gli ecosistemi, in nome della pace e della sicurezza si sono riempiti gli arsenali e si sono giustificate le guerre.
Lo sguardo reciproco che la distanza propone
di Michele Nardelli
Ritorno a Prijedor dopo sei anni di assenza. Non nascondo l'emozione di essere di nuovo qui, in questa città un tempo “maledetta” per l'ingorgo che la travolse negli anni '90.
Sarà per la stagione ancora fangosa, per la pioggia che spesso mi accompagna in questo luogo o, ancora, per il degrado che segna gran parte dell'ambiente circostante... ma ho l'impressione che con quell'ingorgo ancora questa città debba fare i conti.
Sì, certo. Molte cose sono cambiate da quel marzo 1996 quando per la prima volta nella mia vita la guerra e i suoi effetti si materializzavano intorno a me attraverso le macerie annerite dal fuoco, l'odore rancido che non ti levavi di dosso, la polvere che ti entrava nelle viscere, lo sguardo vuoto di chi incrociavi per strada.
La Mozione Voto (primo firmatario Michele Nardelli) contro l'acquisto di 131 cacciabombardieri JSF - F35 da parte dell'Italia è stata approvata a larga maggioranza dal Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige - Sud Tirolo
Si abbandonino politiche di investimento negli armamenti per convertirli in atti economici concreti a favore della ricostruzione dell'Abruzzo e dei lavoratori colpiti dalla crisi economica
di Marjola Rukaj e Davide Sighele
(da Osservatorio Balcani e Caucaso)
Nel 1989 Fatos Lubonja era in carcere, come prigioniero politico. Ha vissuto lì le prime notizie su quanto succedeva nell'Europa dell'Est. E all'inizio sembrava che ciò che stava accadendo non avrebbe avuto alcuna conseguenza in Albania. Un'intervista.
di Michele Nardelli
Ma davvero noi elettori stiamo per eleggere il nuovo Parlamento Europeo? Sarà, perché di tutto si parla in questa campagna elettorale, tranne che di Europa. Il che riflette il grado di affezione verso il progetto europeo oggi ridotto ai minimi termini. In Italia come altrove. Eppure la parabola dell'Irlanda dovrebbe pur insegnarci qualcosa sul valore dell'Europa e della moneta unica. Nei salotti televisivi e nei media proprio l'Europa è la grande assente. Ecco perché vorrei porre qualche domanda sull'Europa.