"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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Coronavirus, Covid-19 è più letale dove c’è più inquinamento
da corriere.it

Secondo uno studio dell’Università di Harvard condotto dall’italiana Francesca Dominici, sul lungo periodo basta un piccolo aumento nei livelli medi di polveri sottili per far salire la mortalità del 15%

di Elena Tebano *

Gli effetti di Covid-19 sono più letali nelle zone dove c’è un maggior inquinamento atmosferico da polveri sottili. È quanto emerge da una ricerca dell’Università di Harvard guidata dall’italiana Francesca Dominici, una delle massime autorità in materia. «Abbiamo scoperto che sul lungo periodo basta una differenza di un microgrammo nella media di pm 2,5, il particolato ultrasottile, per aumentare il tasso di mortalità del nuovo coronavirus del 15%» spiega la professoressa Dominici al telefono da Boston. Le pm 2,5, chiamate anche «polveri sottili» sono micro particelle inquinanti e cancerogene prodotte per esempio (ma non solo) dagli scarichi industriali, delle auto e dei riscaldamenti, così piccole che riescono a penetrare negli alveoli dei polmoni e poi nel sangue, e quindi a danneggiare l’organismo. Non è la prima volta che viene riscontrato un legame tra inquinamento dell’aria e pericolosità del Cov-Sars-2, ma lo studio di Harvard poggia su solide basi numeriche. Si tratta infatti di un’analisi di «biostatistica», la disciplina che impiega calcoli statistici su grandi quantità di dati per la ricerca medica e biologica.

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Un appello per regolarizzare il lavoro dei migranti nell'agricoltura
Migranti al lavoro

LETTERA - APPELLO APERTA

 

al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella -

al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

ai Ministri dell’Agricoltura, del Lavoro, dell’Interno, della Salute e del Sud



Agire subito per tutelare la salute dei migranti costretti negli insediamenti rurali informali e nei ghetti”


L'Italia è alle prese con una grave emergenza sanitaria. La pandemia di Covid-19 mette a dura prova il Paese, l’Europa e il pianeta nel suo complesso. Una drammatica situazione che richiede un impegno straordinario ad ogni livello della società, dalle istituzioni ai singoli. Oggi abbiamo più che mai bisogno tutti di fare riferimento ai principi di giustizia sociale e solidarietà insiti nella Costituzione per fare fronte a una minaccia inedita.

Come rappresentanti dei sindacati, organizzazioni del terzo settore impegnate nel campo dell'ecologia, della tutela dei diritti umani, sociali e civili, esprimiamo profonda inquietudine e sentimenti di estrema preoccupazione per le migliaia di lavoratori stranieri che abitano nei tanti ghetti e accampamenti di fortuna sorti nel nostro Paese. Molti di loro sono impiegati nel settore agricolo, più che mai indispensabile per la sicurezza alimentare della cittadinanza e la tenuta collettiva.

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Addio a Giulio Poli, patriarca tra i Mastri Distillatori del Trentino
Giulio Poli

Se n’è andato alla soglia della sua 87esima vendemmia. Un cultore della tradizione, viticola anzitutto. Curava i suoi vigneti con ritmi ancestrali, usando legare le viti con le ‘strope’, per rispettare l’habitat, per non disperdere la gestualità rurale e pure per non inquinare con qualche legaccio sintetico

di Nereo Pederzolli *

Ha raggiunto la quota suprema. Quella riservata agli angeli. Giulio Poli, patriarca tra i Mastri Distillatori del Trentino è salito lassù, tra quegli spiriti alcolici che evocano l’ebbrezza, gioia effimera, ma anche lungimiranza e devozione.

Ha lasciato alla sua famiglia, il figlio Mauro al comando, gestire la loro micro quanto suggestiva distilleria, nel cuore del borgo grappistico per eccellenza. Quella “Piccola Nizza de Trent” rinomata già ai tempi del Concilio, ameno enclave tra Castel Toblino, l’omonimo lago e le montagne che guardano la Paganella. Borgata alchemica per eccellenza. Dove il peccato “alto grado” dei contadini senza speranza è condiviso anzitutto da ben cinque distillerie, tutti con Poli nel nome. Una rarità, un modo d’interpretare l’evoluzione della vite e dimostrare l’autorevolezza distillatoria tra le Dolomiti, e non solo.

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L'industria bellica non si ferma
Missili autoregolamentati...

Emergenza coronavirus: il Governo concede all’industria delle armi di “auto-regolamentarsi” mentre stringe le maglie di economia e spostamenti personali

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(26 marzo 2020) Nonostante gli accordi presi con le parti sociali la sera del 25 marzo, e le dichiarazioni successive agli incontri con i sindacati in cui veniva sottolineato come il Ministro della Difesa si fosse “impegnato a diminuire la produzione nel settore militare, salvaguardando solo le attività indispensabili” oggi scopriamo invece che il Governo continua a concedere uno status privilegiato all’industria della difesa e delle produzioni militari. Infatti mentre comprensibilmente, vista l’emergenza, vengono rafforzate le decisioni di limitazione agli spostamenti personali e vengono ulteriormente ridotte le categorie economiche e produttive che possono rimanere attive, il Governo concede ai produttori di armamenti di decidere autonomamente quali produzioni tenere aperte e quali no. Lo si legge nella comunicazione inviata alla “Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza” (AIAD) a firma del Ministro della Difesa On. Lorenzo Guerini e del Ministro dello Sviluppo Economico On. Stefano Patuanelli.

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Una catena di eventi, una sola catastrofe
L'Angelus Novus

di Michele Nardelli

La portata di quanto sta accadendo è tale che le nostre piccole cose assumono un significato del tutto relativo. Eppure vivo con sofferenza l'aver dovuto sospendere le presentazioni del libro “Il monito della ninfea” previste nel mese di marzo e, prevedibilmente, anche nel mese di aprile, quand'anche siano ancora, almeno per scaramanzia, segnate a matita nella mia agenda.

Perché sarebbero state una buona occasione per parlare non solo della tempesta che nell'ottobre del 2018 ha spazzato via 42.535 ettari di bosco e di foreste dolomitiche ma di quel che accade intorno a noi, dell'insorgere di una peste moderna che, come per il surriscaldamento del pianeta, il cambiamento climatico, lo sciogliersi dei ghiacci, la frequenza degli eventi estremi, l'invasione delle locuste, è l'esito della nostra insostenibilità. E per connettere gli avvenimenti.

 

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Un ricordo di padre Giorgio Butterini
13 novembre 2010

(26 marzo 2020) Vi propongo un piccolo racconto a partire da questa immagine, in ricordo di padre Giorgio Butterini che poche ore fa ci ha lasciati, anche lui vittima di un virus che ci parla della nostra insostenibile normalità.

Una foto scattata dieci anni fa nell'area archeologica del Sass a Trento, dove si riconoscono Ali Rashid, Padre Giorgio Butterini, Aboulkheir Breigheche e Wajeeh Nuseibeh.

Il 12 e 13 novembre 2010 come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani invitammo a Trento il custode della Basilica del Santo Sepolcro Wajeeh Nuseibeh. Ultimo di una famiglia palestinese (e musulmana) che dal XIII secolo gestisce l'apertura e, con lo statu quo, la vita del luogo più sacro della cristianità ma insieme anche il più conteso dalle componenti religiose che vi si riconoscono.

Nell'ambito del percorso annuale dedicato al tema della “Cittadinanza Euromediterranea”, quell'invito assumeva un forte significato simbolico, l'incontro di civiltà che sono tali proprio perché in continuo dialogo e uno straordinario esempio di terzietà nella gestione nonviolenta dei conflitti.

 

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Utopia quotidiana e necessaria
da https://pontidivista.wordpress.com

di Federico Zappini *

[Questa sera ho passato tre ore e mezza su Zoom, sia lodato!, per una riunione con altre trenta persone circa. Avevamo tempo – come tutti in queste settimane – e un lungo ordine del giorno da affrontare. E’ stato bello!]

In questi giorni sento un’urgenza totale – allo stesso tempo passionale e ansiogena – di Politica e di fare Politica. Un bisogno primario, un desiderio profondo, di confronto e azione condivisa che prende spinta (non inizia…) dentro quella che è una fase caotica e priva di certezze, se non quella che dovremo far fronte a trasformazioni di tipo epocale e mai viste nel nostro recente passato.

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