"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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Preparare il tempo
Cammino

di Francesco Picciotto

(11 novembre 2020) Si approssima la stagione invernale. E per la prima volta nella mia vita ho la sensazione che questa possa rappresentare l'inverno del cuore e dell'anima ancora prima di essere l'inverno del corpo. Neanche l'apice solstiziale costituisce più una consolazione e una speranza di luce e apre semmai ad un tempo che non riusciamo a decifrare né a prefigurare e che per questo ci lascia spaventati ed attoniti.

In questo tempo senza precedenti in un'ottica generazionale veniamo spinti collettivamente al di sotto del livello di bisogni al quale la maggior parte di noi era abituata e questo ci catapulta in una nuova condizione in cui paure e certezze, gioie e dolori, nella loro contrapposizione agli estremi di una forbice molto più ampia, hanno un'intensità nuova. Non sono più impregnati da quel tepore proprio di un'umanità che si situa molto in alto nella piramide di Maslow, ma sono semmai caratterizzati da temperature estreme che ci sottraggono dalla fascia temperata del nostro pianeta e ci gettano, senza alcuna preparazione, in un angolo del nostro universo, stretti fra la temperatura di Plank e lo zero assoluto delle nostre nuove emozioni.

 

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Terra Madre, un nuovo racconto per il cambiamento
Un mondo da cambiare

Questo intervento è stato scritto per "Slowzine", il periodico di Slow Food della Valle dell'Adige e Alto Garda https://www.slowfoodtrentinoaltoadige.com

di Michele Nardelli *

(13 novembre 2020) La pandemia in corso dovrebbe portarci a riflettere sull'incertezza che investe il presente e il futuro di tutti noi.

Per mesi, malgrado la non conoscenza del virus Covid-19, si è voluto minimizzare in maniera paternalistica quanto stava accadendo: “tutto andrà bene” si vedeva scritto ovunque, con tanto di arcobaleno come segno di speranza. Altri si sono fatti paladini del negazionismo o del complottismo, per strumentalizzare a favore dei loro deliri una tragedia che ha già provocato morte e sofferenza in ogni parte del mondo.

Come sappiamo non è andato tutto bene. E se le cifre ufficiali ci parlano di almeno un milione e duecentomila morti e di quasi 50 milioni di persone finora contagiate, tutti riconoscono che questi numeri sono largamente sottostimati in relazione al fatto che in molte aree geografiche si muore di Covid senza nemmeno una diagnosi e non esistono nemmeno servizi sanitari in grado di censire i contagi.

Ma riflettere significa interrogarsi sulla natura di quel che sta accadendo, comprendere le connessioni nell'intrecciarsi di crisi (climatica, ambientale, sanitaria, demografica, alimentare, economica, sociale, migratoria…) che chiamiamo superficialmente emergenze e che sono riconducibili ad un'unica grande questione, l'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo. A sua volta ascrivibile ad un rapporto malato verso la natura della quale, pur essendone il genere umano una piccolissima parte, ci crediamo padroni.

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La Caporetto del pensiero razionale. Una lettura pratico-filosofica della pandemia
Da Dialoghi Mediterranei

di Neri Pollastri *

La particolare situazione che abbiamo vissuto in questo periodo, che ci vede attraversare un’emergenza sanitaria internazionale di proporzioni inedite almeno per l’epoca storica che stiamo vivendo, costituisce anche un’interessante occasione di studio per comprendere il modo in cui pensa e vive l’uomo del terzo millennio, immerso qual è nei propri pregiudizi culturali, preso in mezzo tra le comunicazioni dei media e le opinioni in libertà dei social media, tra la necessità razionale di orientarsi nel mondo comprendendone il funzionamento e quella emozionale di individuare al più presto le migliori strade da percorrere. Il dibattito pubblico al quale si è assistito (e spesso anche partecipato) in questi mesi è infatti stato segnato da anomalie particolarmente evidenti, eppure dai più ignorate o persino cavalcate per motivi spesso difficili da comprendere, talvolta consapevoli e talaltra inconsapevoli. Cercheremo qui di analizzarlo, riducendo al minimo i riferimenti a singoli argomenti, ma cercando invece di descrivere quale sarebbe stato un atteggiamento razionalmente adeguato alla situazione e quali invece siano state le aberrazioni di pensiero che lo hanno attraversato.

Premessa: il “negazionismo”

Prima di entrare nel tema specifico ci sembra importante spiegare le ragioni per le quali non useremo qui il termine “negazionismo” e i suoi derivati. La principale è il fatto che quel termine è troppo vago, potendo a pieno titolo indicare sia chi neghi l’esistenza del virus, sia chi sostenga che non è pericoloso, sia chi affermi che sono inutili alcune delle misure indicate per contenerne la diffusione (per esempio il confinamento o l’uso delle mascherine). Categorie, queste, troppo diverse tra loro, non tutte criticabili e comunque non sulla base dei medesimi argomenti, cosicché accomunarle sotto il titolo di “negazionisti” è solo fonte di confusione e incomprensioni. Si aggiunga a questo il fatto che il termine “negazionismo”, nato e solitamente usato per indicare il revisionismo storico riguardo lo sterminio nazista degli ebrei, è per questo pesantemente gravato da un giudizio di valore senza appello, che rende accidentato ogni confronto dialogico argomentato. Pur riconoscendo quindi a quei termini una sensata applicabilità semantica, preferiamo non farne uso in questo articolo.

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Vorrei prolungare la sua vicinanza
Gigi Proietti

Un dolcissimo saluto dell'amico Alessandro

di Alessandro Mengoli

(2 novembre 2020) E’ una triste notizia quella che mi accoglie, questa mattina, non appena lo schermo del pc diventa chiaro. Ieri sera ero andato a dormire dopo aver appreso che Gigi Proietti era stato ricoverato per un malessere.

Il poro Gigi, il povero Gigi, non ce l’ha fatta.

Ma perché sento di partecipare di più, rispetto alla morte di tante altre persone note, brave e positive. Forse è la distanza. La comicità ti avvicina. Ma anche la familiarità con forme d’espressione, con gli ammiccamenti, le allusioni, la pesantezza, la leggerezza, la battuta, sintesi impietosa di un difetto, al limite della crudeltà, ma mai cattiva. Insomma la romanità. Sordi, un grande, è stato un’altra cosa. Un po’ piagnone, un po’ vittima, un po’ codardo. Proietti no; la sintesi è il suo sguardo: furbo, spavaldo, incazzoso.

Sento il desiderio di prolungare ancora un po’ la sua vicinanza, di trattenerlo ancora un po’ al ricordo.

 

 

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Un nuovo racconto
Port Bou, Memoriale Walter Benjamin

Il settimanale diocesano Vita Trentina propone un numero speciale dal titolo “L’anno del Covid” che ripercorre il 2020 con le immagini di Gianni Zotta e i commenti di venti osservatori trentini allo scopo -  come scrive il direttore Diego Andreatta - di "non archiviare in fretta l’eredità triste e preziosa di questo 2020”. Quella che segue è la riflessione che ho proposto per questo numero speciale.

di Michele Nardelli

(27 dicembre 2020) Un anno da archiviare? Proprio no. Un anno sul quale riflettere, se solo avessimo la volontà di aprire occhi e mente su questo passaggio di tempo. Un anno che, pur nella sua drammaticità (non è andato affatto tutto bene), potrebbe insegnarci molto e indicarci strade nuove da percorrere.

A cominciare da come pensiamo la Terra in cui viviamo e le nostre esistenze, perché questa è la dimensione della partita che siamo chiamati a giocare. Se non lo faremo, il monito che ci viene dall'anno che stiamo mettendoci alle spalle diventerà un'anticipazione di quel che ci aspetta per effetto della nostra cecità, dell'insostenibilità del modello dominante e dell'incapacità di mettere in discussione il nostro rapporto con la natura, di cui peraltro la specie umana è solo una piccolissima parte.

 

La prima pagina dello speciale di Vita Trentina

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Terra Madre 2020, un nuovo racconto planetario
Terra Madre 2020

di Michele Nardelli

(ottobre 2020) Ha preso il via nei giorni scorsi la tredicesima edizione di Terra Madre, l'appuntamento biennale di Slow Food nel quale s'incontrano le comunità dei produttori di tutto il mondo accomunati dall'idea del buono, pulito, giusto e per tutti.

Fra le grandi kermesse globali, quella di Terra Madre si distingue nettamente nel rappresentare un punto di vista diverso e critico verso le leggi non scritte del mercato e della finanza che governano il pianeta.

Terra Madre in quasi trent'anni ha rappresentato un racconto altro, fatto di agricoltori, di filiere produttive, di consumatori e di comunità che si impegnano quotidianamente nella difesa delle biodiversità naturali e culturali, per far crescere un rapporto con il cibo fatto di qualità e di piacevolezza, di tutela della salubrità e dell'ambiente, di rispetto delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori e la cui accessibilità sia alla portata di ogni essere umano.

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Un anno. Lettere dal Cile
Manifestazione in Cile

La newsletter sul referendum costituzionale che può cambiare il Cile

di Federico Nastasi

(18 ottobre 2020) Oggi è il primo anniversario della protesta popolare che sta cambiando il Cile. Per celebrarlo sono previste manifestazioni in tutto il paese, sorvegliate da quarantamila uomini in uniforme. Mancano sette giorni al referendum costituzionale, un ragazzo è volato giù da un ponte spinto da un carabiniere che nega l’accaduto. E questa è Plaza Dignidad - Lettere dal Cile.

Metamorfosi

- La catena di supermercati Jumbo ha regalato smart-TV a coloro i quali hanno accettato farsi tatuare il logo di una campagna pubblicitaria. La proposta ha avuto tanto successo che Jumbo ha dovuto aumentare lo stock di TV in palio.

- Il Cile è il paese al mondo con maggior consumo pro capite di bibite zuccherate (Coca-Cola, Fanta, etc.). Il 9% del reddito familiare è speso in succhi e bevande, superando i legumi (1%) e frutta (5%).

- Il 75% del reddito familiare è utilizzato per ripagare debiti, secondo i dati del Banco Central del 2019.

Potremmo partire da qui per capire chi è questo popolo in protesta e come ha conquistato il referendum costituzionale del prossimo 25 ottobre che può porre fine alla Costituzione adottata nel 1980 dalla dittatura militare (alla fine della newsletter, un riepilogo su come funziona il cammino costituente).

 

 

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