«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

Editoriali

Politica è responsabilità. A marzo si parte
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Un incontro piacevole, serio ma anche pieno di ironia, fra persone che talvolta non si sono mai parlate, storie e generazioni diverse (ti ho conosciuto quando ero un bambino ha detto ad un certo punto Massimiliano a Mario). Ma la cosa che forse più stupiva era il sentire comune, quel bisogno di uno sguardo politico che la politica organizzata fatica ad avere.

Un giro di parole essenziale, durato meno di un'ora, allo scopo di mettere a fuoco quel che una telefonata aveva lasciato in sospeso, seguito da un brindisi augurale. E' stato questo il primo incontro di "Politica è responsabilità", più che un'associazione un luogo virtuale di confronto e di discussione dove provare a ricostruire l'abbecedario di una politica riconciliata con il pensiero.

Delle oltre quaranta persone che hanno già dato la propria disponibilità ad esserci in questo percorso, direttori responsabili per quindici giorni e poi vedremo, nella storica sala della Sosat a Trento ce n'erano una ventina. Ciascuno, dei presenti come degli assenti, indicherà a stretto giro di posta una o due parole che intendono mettere al centro della propria tesi. Costruiremo così, insieme, l'indice ragionato ovvero la trama di una riflessione che spazierà dall'esperienza al pensiero.

Le parole, il blog, gli incontri sul territorio, la presa diretta di quel che di interessante c'è in giro, un luogo della formazione... iniziamo a marzo. Staremo a vedere. Intanto è già qualcosa che qualcuno ci pensi.

 

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Un altro modello di sviluppo per la Valsugana
treno della Valsugana

di Michele Nardelli 

(2 marzo 2010) In questi mesi una buona parte dei cittadini di Borgo Valsugana, preoccupati per le emissioni nocive dell'Acciaieria, si sono dichiarati favorevoli alla chiusura di quell'insediamento industriale. In tutta risposta i lavoratori di questa azienda hanno continuato a rivendicare il diritto al lavoro e ad un reddito dignitoso per loro e le loro famiglie, arrivando a minacciare forme estreme di protesta.

Guerra fra poveri, si è detto. Un film già visto, che ci riporta indietro nel tempo. Quando il Trentino era terra di emigrazione e di disoccupazione, nel nostro territorio si sono insediate aziende dal forte impatto ambientale e talvolta caratterizzate da produzioni nocive. Sloi, Carbochimica,  Samatec... nomi rimasti nella storia industriale di questa terra e che ancora oggi evocano un triste passato, dove il bisogno di lavorare veniva prima del diritto alla salute, alla vita, molto spesso alla dignità delle persone. (...)

Il futuro di Lavis

di Luciano Bocchi

Giovedì, con un sussulto bi-partisan, il mega centro commerciale alle Masere di Lavis è stato, almeno per ora, sepolto. Una buona, anzi ottima notizia. Ora, però, sarebbe un errore imperdonabile discutere di chi sia il merito di questa scelta. E' nelle cose che vi sia stata una forte opposizione tra la cittadinanza lavisana a mega centri che riportino in Lavis quel traffico che solo da poco è stato in parte deviato fuori dal contesto urbano e, da qui, si deve ripartire per una vera nuova politica commerciale e ambientale per Lavis. (...)

La ricchezza dei palazzi, la miseria delle idee
Stanlio e Ollio

Il direttore del "Trentino" Alberto Faustini ha posto nei giorni scorsi il tema della formazione e della promozione di una nuova classe dirigente per la nostra provincia. Un contributo al dibattito. 

di Michele Nardelli

(21 febbraio 2010) Il problema della politica è quello di saper capitalizzare i saperi e le esperienze e, al tempo stesso, di innovare il pensiero. Non è semplicemente quello di avere baldi giovani pronti a sostituire chi ha già dato, ma di trasmettere conoscenza, spirito critico, senso di responsabilità. (...)

Ripartire dalla legge 5
miro
Appunti sulla scuola trentina

di Flavio Ceol

Il governo ha approvato i regolamenti attuativi della legge di riforma nazionale della scuola relativamente al secondo ciclo. Regolamenti, invero, completi solo per la parte liceale, mente per quanto riguarda gli istituti tecnici e, ancor più, quelli professionali  lo stesso documento nazionale presenta dei punti ancora da approfondire e definire meglio. Questo atto governativo, comunque, ha un'evidente influenza sulle decisioni che anche la provincia di Trento deve prendere  per questo spezzone di istruzione. La provincia deve decidere come applicare la riforma nel rispetto delle norme generali, dei principi fondamentali e delle sue competenze. Del resto gli stessi regolamenti rimandano per le province autonome di Trento e Bolzano alle norme di attuazione in materia scolastica. Anche il dibattito in corso che ha assunto anche modalità poco dialettiche, per usare un eufemismo, non può ignorare questo atto del governo nazionale se vuole rimanere all'interno del quadro costituzionale delle reciproche competenze e non soffermarsi solo su questioni di principio non negoziabili e, per questo, impolitiche. Stiamo assistendo, invero, a curiosi cambi di posizioni. (...)

Università e nuove competenze autonomistiche
sociologia

di Roberto Pinter, Commissione dei 12

Caro direttore, come commissario dei dodici, raccolgo immediatamente l'invito al dibattito sul futuro dell'Università di Trento. Il suo editoriale coglie tutta la delicatezza e l'importanza della partita che si è aperta con l'accordo tra governo e Provincia che prevede la delega in materia di Università. Da però per scontato che sarà solamente attraverso la legge provinciale che si giungerà a definire il come sarà esercitata la delega. Io credo invece che...

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Etnopoli
il monumento alla carne in scatola per cani
La crisi politica in Bosnia Erzegovina nell'anno delle elezioni. Il bilancio del 2009 e l'analisi degli ultimi eventi. La condanna di Dayton da parte della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, la forza dell'etnopoli

di Andrea Rossini - www.osservatoriobalcani.org

Il 21 gennaio scorso il governo della Republika Srpska (RS), l'entità della Bosnia Erzegovina a maggioranza serba, ha dichiarato di voler organizzare nel mese di febbraio un referendum sugli accordi di Dayton (FENA, 22 gennaio). Il presidente croato uscente, Stipe Mesić, ha affermato che nel caso in cui il referendum mirasse alla secessione dalla Bosnia Erzegovina, come più volte minacciato dal Primo ministro della RS Milorad Dodik, invierebbe l'esercito oltre la Sava. Il presidente serbo, Boris Tadić, ha gettato acqua sul fuoco dichiarando alla televisione di Sarajevo OBN che la Serbia non adotterà alcuna decisione contraria all'integrità della Bosnia Erzegovina. I fuochi d'artificio si sono conclusi con le dichiarazioni dello stesso Dodik, che ha confermato il referendum su Dayton chiarendo però che un voto sull'indipendenza della RS in questo momento "non è all'ordine del giorno. Vedremo come si sviluppa la situazione" (Danas, 25 gennaio).

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