«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

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Offesi?
Innsbruck, la corona di spine
di Vincenzo Calì 

(12 febbraio 2011) I titoli (Bolzano è Italia - Offende tutti noi italiani) dati dal giornale ai due interventi di Giorgio Leonardi e Marco Boato a commento delle esternazioni di Durnwalder sul 150° non mi convincono. Io, che italiano sono sicuramente (nato e cresciuto a Milano, figlio di un siciliano e di una emiliana) non mi sento affatto offeso dalle parole del leader tirolese. E dico tirolese a ragion veduta, perché come sudtirolesi ai tempi dell'unità d'Italia e della duplice monarchia venivano etichettati i trentini e non certo i bauern alla Durni, gli abitanti delle alte valli alpine affacciate a meridione. Tirolesi tutti d'un pezzo dunque, la maggioranza degli abitanti della attuale Alto Adige (da non confondere con il dipartimento napoleonico con lo stesso nome, che fu una pura espressione geografica, per dirla alla Metternich. (...)

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Attenti, B. è effetto e non causa
maschere

di Massimo Cacciari

(7 febbraio 2011) Tutto sommato potremmo dire che dalla vera tragedia della fine della prima Repubblica siamo giunti alla farsa-pochade che conclude la mai nata seconda, e così consolarci. Per apprezzare il "salto d'epoca" basterebbe paragonare il discorso in Parlamento di Craxi alle auto-difese televisive di Berlusconi. Non c'entra nulla. Appunto. (...)

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Sostenere la rivoluzione democratica in Egitto e in Tunisia
piramidi

Sabato 5 febbraio, alle ore 18.00, in via Oss Mazzurana a Trento, manifestazione in solidarietà con i popoli arabi in lotta per la libertà e la democrazia promossa dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani  

Due milioni di egiziani in piazza Tahrir hanno chiesto a Mubarak di andarsene e l'avvio di un processo di transizione democratica per il loro paese. L'esercito ha scelto di non intervenire, di fatto schierandosi in una posizione di neutralità. Ma, come già è avvenuto in Tunisia, sono la polizia e i servizi segreti i difensori del regime. E così, quella stessa piazza del Cairo simbolo di una rivoluzione pacifica, diventa scenario di violenza. I sostenitori di Mubarak giocano la carta del caos, l'assalto ai musei e ai manifestanti che presidiano il luogo simbolo della rivolta. Secondo fonti ONU sono centinaia i morti e migliaia i feriti. gli operatori dell'informazione vengono intimoriti o picchiati, la sede di Al Jazeera è stata chiusa e i giornalisti incarcerati. Così le immagini arrivano attraverso facebook e i telefonini.

Lo stesso dicasi per la Tunisia, dove la situazione è solo apparentemente più tranquilla. E' di qualche giorno fa la notizia di un carcere che "ospitava" prigionieri politici fatto saltare in aria con i dentro gli intellettuali avversi al regime. Decine di morti.

Quel che sta accadendo nei paesi a sud del Mediterraneo non può certo lasciarci indifferenti. Da qui la proposta per una mobilitazione sabato 5 febbraio (ore 18.00) a Trento a sostegno della rivoluzione democratica in Egitto, in Tunisia e in tutti i paesi della rgeione.  

Albouzizi, l'affermazione della dignità
milo manara

di Adel Jabbar

(7 febbraio 2011) Tornano i sogni ad abitare lo sguardo arabo, dallo Yemen al Marocco, dal Mare Arabico fino l'oceano Atlantico. Gli arabi tornano a frequentare il sogno dopo un lunghissimo tempo costellato da incubi, da paura e da subalternità. (...)

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Monti di Mola
Fabrizio De Andrè

(Omaggio alla Sardegna e a Fabrizio De Andrè)

In li Monti di Mola
la manzana
un'aina musteddina era pascendi

Sui Monti di Mola
la mattina presto
un'asina dal mantello chiaro stava pascolando

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Il nuovo rinascimento del Mediterraneo
Samir Kassir

(21 febbraio 2011) Le notizie che arrivano dalla Libia in queste ultime ore sono drammatiche. Si parla di duecentocinquanta morti nella sola giornata di lunedì e della capitale in fiamme. I caccia bombardano i manifestanti, ma si manifestano le crepe nell'esercito e nello stesso regime. Avvenimenti tragici, che però non inficiano la riflessione che ho proposto nei giorni scorsi.

di Michele Nardelli 

Quel che si è messo in moto nei paesi arabi in queste settimane è di straordinario interesse e non solo per il destino di questa regione. E' ancora presto per comprenderne l'esito e le notizie che arrivano dalla Libia in queste ore non possono che preoccuparci. Ma ciò nonostante siamo in presenza di un grande e nuovo risorgimento regionale, laddove la formazione degli stati nazionali dopo la fine della seconda guerra mondiale era avvenuta sotto il rigido controllo delle grandi potenze coloniali, lasciando una lunga scia di regimi addomesticati, dispotici e corrotti.

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Dellai incontra le comunità arabe del Trentino
L\'incontro fra le comunità arabe del Trentino e il presidente Dellai
(5 febbraio 2011) Vivono in Trentino da tanti anni, ma il loro cuore, assieme a molti amici e parenti è nei paesi che hanno lasciato e che ora stanno vivendo momenti di grande tensione, come accade in Egitto, ma anche in Tunisia e in generale lungo la sponda meridionale del Mediterraneo. Per questo rivolgono alle istituzioni trentine un appello affinché portino, attraverso il governo italiano, un messaggio di solidarietà all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale. Una delegazione di rappresentanti delle comunità arabe presenti in Trentino sono state così accolte questo pomeriggio in Provincia a Trento dal presidente Lorenzo Dellai e dall'assessore Lia Giovanazzi Beltrami. Con loro anche il consigliere Michele Nardelli, promotore dell'incontro e nelle vesti anche di rappresentante del Forum per la pace ed i diritti umani.

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