«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
di Ugo Morelli
(30 marzo 2012) Non bisognerebbe mai perdere la capacità di critica e l'attenzione a scandalizzarsi di fronte al degrado della civiltà che è sempre in agguato. Sapendo che spesso noi non vediamo di non vedere. Non vedevamo di non vedere quando l'amianto sembrava fornirci soluzioni diffuse per ogni evenienza, dalla copertura dei tetti, agli impianti e alle attrezzature delle nostre case e oltre.
Ci sembra un effettivo salto di qualità quello che l'autonomia trentina fa dotandosi di una legge che mira alla protezione dai pericoli derivanti dall'amianto, avente come primi firmatari Michele Nardelli e Claudio Eccher. Una pesante eredità dell'era industriale e di comportamenti unilaterali e senza scrupoli, viene affrontata con la previsione di un importante investimento di risorse pubbliche.
(19 marzo 2012) Nella sessione del Consiglio Provinciale che inizia martedì 20 marzo approda anche il Disegno di Legge "Modificazioni del testo unico provimnciale sulla tutela dell'ambiente dagli inquinamenti: protezione dai pericoli derivanti dall'amianto".
Il testo che unifica le due proposte di legge presentate dal gruppo consiliare del PD del Trentino (primo firmatario Nardelli) e dalla Lista Civica per Divina (primo firmatario Eccher) introduce importanti innovazioni rispetto alla legge 257/92 ed in particolare: l'obbligo all'intervento di bonifica sulla base di un piano provinciale che dà priorità agli interventi sulle situazioni di degrado e pericolo; incentivi pubblici alle attività di bonifica verso i privati e gli enti locali fino ad un massimo del 70% dei costi nonché sgravi Irap per le aziende che proocederanno alla bonifica; un piano di smaltimento in discariche specializzate a carattere provinciale; una diffusa attività di informazione rivolta ai cittadini e una specifica attività di formazione per la certificazione di aziende trentine che intendono operare nel campo della bonifica.
Un Patto tra l'Amministrazione pubblica e i cittadini, quindi. Per fare un passo avanti in quelle materie da cui dipende il futuro dei nostri figli: politiche ambientali, ecosistemi, energia, trasporti, sostenibilità del produrre e del consumare, ma anche democrazia, partecipazione, informazione, nuove tecnologie.
C'è bisogno di idee, stimoli e proposte da parte di tutti. Leggete, approfondite, mandate i vostri contributi, criticate se necessario. Mantenete vivo questo blog e consideratelo luogo di crescita e scambio. Perché il primo passo da fare è confrontarsi e dialogare, mettendosi in gioco.
Alberto Pacher
Assessore ai Lavori pubblici, ambiente e trasporti
della Provincia autonoma di Trento
di Massimo Giannini, da www.repubblica.it
(21 marzo 2012) "Niente birra e panini al numero 10 di Downing Street", era il motto di Margareth Thatcher ai tempi della storica vertenza con i minatori inglesi. Nella Gran Bretagna di Iron Lady con i sindacati non si trattava. Trent'anni dopo, nell'Italia di Mario Monti le porte di Palazzo Chigi sono aperte: con le parti sociali si tratta, e si è trattato a lungo in questi giorni e in queste settimane. Ma il risultato pratico è lo stesso.
Se i "corpi intermedi" della società condividono le scelte, tanto meglio. In caso contrario, il governo va avanti comunque. Lo strappo si è dunque compiuto. Il presidente del Consiglio ha deciso di scrivere la sua riforma del mercato del lavoro sacrificando la Cgil. Un sacrificio pesante, e gravido di conseguenze. È ancora una volta l'articolo 18 a segnare un decisivo cambio di fase, che modifica strutturalmente non solo le relazioni industriali, ma anche le consuetudini politiche del Paese.
Questo intervento viene pubblicato oggi dal quotidiano "Trentino" come commento in prima pagina.
(25 aprile 2012) Nel marzo 1968, tre mesi prima di essere assassinato, Robert Kennedy pronunciava, presso l'Università del Kansas, un discorso rimasto memorabile nel quale evidenziava - tra l'altro - l'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere degli stati.
«... Il PIL - affermava Kennedy - comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari ... Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta ...».
http://www.youtube.com/watch?v=grJNlxQsqtE&feature=player_detailpage
Da quella lontana primavera sono passati quarantaquattro anni e nel frattempo il mondo è profondamente cambiato, ma quelle parole mantengono intatte la forza di un messaggio profetico. Per la semplice ragione che il PIL è diventato una sorta di ossessione delle economie nazionali, tanto da diventare impropriamente lo strumento di misurazione del benessere collettivo.
di Mauro Cereghini *
(14 marzo 2012) Nel nostro Trentino sarebbe una scena normalissima. Studenti delle scuole medie di un paese, diciamo Civezzano, vengono con l'insegnante a Trento per inaugurare insieme ad un altro gruppo, poniamo di Mattarello, una mostra di elaborati fatti sullo stesso tema. Pochi chilometri in autobus, gli stessi che probabilmente fanno più volte alla settimana per trovarsi con gli amici, o per frequentare una delle tante attività del pomeriggio.
Venerdì scorso la stessa scena si è svolta a Peja/Pec, in Kosovo. Un gruppo di ragazzi del villaggio di Gorazdevac è venuto in città, e lo stesso hanno fatto altri dal quartiere periferico di Vitomirica. Hanno presentato assieme, nel Centro giovanile, disegni e cartelloni costruiti durante "Greenversations", un laboratorio sulla memoria del proprio territorio tenuto per alcuni mesi nelle rispettive scuole. Ma per fare quei sette chilometri di strada ci sono voluti tredici anni.
di Alessandro Franceschini
(17 marzo 2012) L'urbanista Fulvio Forrer è mancato ieri notte, nella sua casa sui colli di Lavìs, dove era assistito dalle amorevoli cure della moglie e dei figli, dopo una lunga malattia che da anni affrontava con la caparbietà del suo carattere.
La notizia è arrivata negli ambienti culturali e professionali del Trentino comunque inattesa, destando un grande sgomento in chi l'aveva conosciuto. Forrer lascia un vuoto difficilmente colmabile proprio per la passione civile con cui affrontava i temi legati alle trasformazioni del territorio, delle città e dell'ambiente.