«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

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Lo spirito del tempo
Festival dell\'Economia

(4 giugno 2012) Nella rete in questi giorni girano centinaia di messaggi. In una quantità preoccupante di espressioni violente e volgari, ogni tanto si trova anche qualche pensiero. In questo caso una riflessione di Giorgio Rigotti sullo spirito del tempo che mi sembra utile riprendere.  

Le sensazioni/sollecitazioni del Festival dell'economia si intrecciano con l'inquietudine del malsano attacco al Forum per la pace, e con la vita.
Lo spirito del tempo è confuso. Mille ipotesi di malattia e per ognuna mille ipotesi di cura risolutiva. Ma non come turbinio di intelligenze che si confrontano, come parzialità che non si interconnettono. Soggettività senza sintesi, ma neanche prospettiva e senso comune. Le opinioni volteggiano in cielo in cerca di sponsor appetibili. L'unica cosa certa: non disturbare i medici.

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La passione per la terra, l'emozione del vino
Il logo dell\'incontro

di Tommaso Iori

(4 giugno 2012) "Storie di vite" è il racconto di una serie di incontri: alcuni ormai sedimentati in amicizia, altri recenti e tutti da approfondire, altri ancora in attesa di compiersi. "Storie di vite" è a sua volta un incontro: non facile, come tutte le "prime volte", ma inevitabilmente coinvolgente.

Venerdì 1 giugno, tra i fiori e le piante di Maso Pez, erano molte infatti le persone che non si erano mai conosciute prima: di certo non conoscevano molti volti i nostri amici moravi, i vignaioli Bogdan Trojak, Lubosz e Jaroslav Osicka e il traduttore Zdenek Vrbik, arrivati per l'occasione dalla repubblica Ceca. E' da loro, da Bogdan in particolare, che tutto è cominciato, ormai diversi anni fa: percorrendo in bicicletta, da sud a nord, i territori un tempo parte dello stesso stato multinazionale, ci siamo imbattuti in uno strano gruppo di vignaioli - gli Autentisti - che ci hanno offerto un racconto originale ed eccentrico della terra morava.

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Le Alpi come laboratorio d'Europa
Alpi

di Annibale Salsa

(22 giugno 2012) Da alcuni anni, con un crescendo esponenziale di allarmi, l'idea di Europa vacilla sotto le picconate degli euroscettici di varie provenienze ed estrazioni. Evidentemente la Storia non riesce ad essere maestra di vita. Dopo la fine della seconda guerra mondiale che segnò la fine dei nazionalismi, catastrofici per il vecchio continente, l'ideale europeo ha rappresentato una grande speranza di riconciliazione.

Le Alpi, pur con le rettifiche di confine introdotte dal Trattato di pace del 10 Febbraio 1947 sui fronti occidentale ed orientale, hanno riscoperto la loro vocazione di cerniera ridimensionando il ruolo di "sacro confine" che era stato loro assegnato con tanta enfasi retorica. Statisti lungimiranti, nonché europeisti convinti, avevano compreso che l'Europa poteva ritornare ad essere quel contenitore di popoli, affini per cultura e tradizione, che l'ideale carolingio aveva ricucito dopo la disfatta dell'Impero romano e le grandi invasioni barbariche.

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Qualche domanda...
Alex e Petra

Lettera rivolta al Direttore de L'Adige

Caro direttore,

ho l'impressione che la polemica sollevata dal suo giornale e rilanciata da molti nei confronti dell'incarico dato dal Forum trentino per la pace e i diritti umani a Federico Zappini mescoli più piani, tanto che personalmente non riesco a capirne i contorni. E quando non capisco, chiedo.

1. Il problema è la persona di Zappini? Ci sono inibizioni per incarichi pubblici nei suoi confronti che sono stati aggirati? Esiste ancora la libertà di pensiero, compresa quella di cambiare idea o semplicemente di fare altro dal passato ad un certo punto della propria vita?

2. Il problema è una presunta scelta discrezionale nel deliberare il suo incarico? Il fatto di aver già svolto più di un anno come volontario in servizio civile al Forum, non era un criterio sufficiente - oltre che analogo a quello adottato con un'altra collaboratrice precedente - per proporlo a lui invece di cercare persone nuove?

3. Il problema è l'ammontare dell'incarico? 46 mila euro lordi per 28 mesi fanno circa mille euro netti al mese. Non sono pochi ma nemmeno, mi pare, scandalosi. Quant'è il minimo sindacale consentito per un giornalista al suo primo incarico in redazione dopo l'esame di idoneità, che più o meno ha l'età di Zappini e forse non tutte le sue responsabilità?

4. Il problema è la cifra in sé, in tempi di crisi e risparmi? L'incarico a Zappini sostituisce quelli dati in precedenza a due collaboratrici part-time, il cui costo complessivo era superiore. Non si chiama risparmio questo?

5. Il problema è che il Forum trentino per la pace e i diritti umani spende soldi? Il Forum non è un ente di volontariato, è un'istituzione pubblica voluta dal Consiglio provinciale e come tale andrebbe trattata. Quante altre istituzioni provinciali hanno un budget ridotto a 76 mila euro annui?

6. Il problema è che si spendono soldi per la pace? Il bilancio del Ministero della difesa italiano ammonta a oltre venti miliardi di euro, e pochi lo criticano. E' possibile invece prevenire i conflitti, proporre azioni di dialogo e mediazione, costruire una cultura della pace, elaborare le memorie divise e superare la violenza a gratis?

Le ripeto, direttore, dov'è il problema?

Io sì ne vedo uno, ma diverso. Sta nel fatto che poco o nulla si è dibattuto su cosa realmente abbia realizzato nei mesi e anni scorsi il Forum, anche ma non solo con il contributo di Zappini. Delle decine di iniziative in giro per il Trentino, per costruire dal basso, a volte nel silenzio dei media, momenti di pensiero e azione verso una società meno violenta. Anche mettendo in discussione lo stesso mondo della pace, per farlo uscire dalle retoriche dei buoni e cattivi, e aiutare a capire il tempo complesso in cui viviamo. Ponti di dialogo e domande aperte alla curiosa partecipazione di molti, non polemiche gridate. Parliamo di questo?

Cordialmente

Mauro Cereghini, volontario Associazione Trentino con il Kossovo, che aderisce al Forum trentino per la pace e i diritti umani

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In ricordo di Danilo Krstanović
Cecchini di Danilo Krstanovic

Sabato 12 maggio è morto improvvisamente Danilo Krstanović, il fotografo sarajevese noto nel mondo per il suo lavoro di documentazione dell'assedio della città. Pubblichiamo il ricordo di Piero Del Giudice, letto da Abdulah Sidran durante la cerimonia funebre che si è tenuta lunedì 14 presso il cimitero ortodosso di Ciglane. Giovedì prossimo la presentazione a Trento (Castello del Buonconsiglio, ore 20.30) del "Libro dell'assedio".

da www.balcanicaucaso.org

La notizia della morte di Danilo Krstanović, è arrivata sabato sera 12 maggio. Una riga di posta elettronica di Abdulah Sidran: Danilo Krstanović è morto! 

Il pomeriggio dello stesso giorno, in una città italiana, Parma, parlavo in pubblico di Danilo, presentando il nostro ultimo libro: Sarajevo, knjiga opsade. Danilo è di una antica famiglia serba di Sarajevo, vive e lavora a Sarajevo, ha una moglie croata cittadina di Sarajevo, una figlia, Renata, figlia di un serbo e di una croata, cittadina di Sarajevo. Il suo cognome inizia per "Krst" come tanti nomi di famiglia serbi.

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Siria, le immagini della follia
La strage dei bambini di Hula

(26 maggio 2012) Le terribili immagini che vengono dalla città di Hula ci raccontano della spietata repressione che è in corso in Siria da parte del regime di Assad. Una primavera nata e propagatasi in forma partecipata e nonviolenta, ma che prima in Libia e poi in Siria ha assunto i caratteri della guerra a tutto campo. E che in Europa abbiamo affrontato in modo contraddittorio, alternando i raid aerei e l'indifferenza, a seconda della convenienza e del realismo politico.

Nello scontro in atto sono in campo istanze democratiche, vecchi regimi e nuovi fondamentalismi. Nonostante gli osservatori internazionali inviati dalle Nazioni Unite in Siria, quella a cui assistiamo è una crescente militarizzazione del conflitto, funzionale alle forze governative che hanno ripreso i bombardamenti sulle città insorte.

I morti dall'inizio delle manifestazioni contro il regime di Assad sono già più di tredicimila. Una guerra, non dichiarata, ma di guerra si tratta. 

Le immagini che potete vedere in questo breve filmato sono particolarmente violente e crude. Si riferiscono alla strage di venerdì scorso nella città di Hula dove i bombardamenti dell'esercito hanno causato la morte di 92 persone, 32 delle quali bambini. Quanto ancora dovrà pagare il popolo di questo grande paese per la sua libertà?

PS. Scusatemi ma dopo averle postate sono andato a rivedermi le immagini e sono davvero troppo violente, anche per come vengono esibite. Non vorrei in alcun modo contribuire, anche solo in piccolissima parte, alla spirale della violenza, né diventare parte di un ingranaggio manipolatorio. E quindi dopo un attimo di incertezza ho deciso di toglierle. Il che non significa rendere meno dura l'indignazione per quel che accade in Siria, situazione rispetto alla quale occorre la mobilitazione di ogni coscienza democratica e civile.

Polvere
Polvere

(29 maggio 2012) Oggi il quotidiano L'Adige pubblica un articolo (che riportiamo in allegato) aspramente polemico con la scelta del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani di aver scelto di avvalersi di una collaborazione (con un contratto co.co.co. di 28 mesi per un importo netto mensile di mille euro) e con il fatto che tale scelta abbia riguardato Federico Zappini, persona che in passato è stata protagonista del centro sociale Bruno. Un articolo che ha suscitato polemiche (le interrogazioni delle opposizioni non si sono fatte attendere) e al quale hanno replicato in molti, dal presidente del Consiglio Dorigatti a esponenti del Forum che in questi mesi hanno apprezzato il lavoro di Federico. Quella che segue è la lettera che ho inviato come Presidente del Forum al direttore de L'Adige.

Al direttore del quotidiano "L'Adige" Pierangelo Giovanetti

Polvere. Se dovessi indicare con una parola questo nostro tempo, sarebbe proprio "polvere". Meno grave di quella sollevata dalle case che crollano, per fortuna. Ma altrettanto capace di annebbiare lo sguardo, di rendere tutto confuso ed indistinto, di impedire la messa a fuoco degli avvenimenti. Ancora più sottile ed insidiosa del fango, di cui peraltro è parente stretta.

La polvere è un ingrediente dell'antipolitica. Quest'ultima non è solo qualunquismo. E' qualcosa di più dello sparare nel mucchio "perché tanto qualcosa rimane", del dire che "tutti sono uguali" e che "la politica è cosa sporca".

L'articolo su L'Adige

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