"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

06/03/2015 -
Il diario di Michele Nardelli
fatica inutile

E' tarda serata quando arrivo a casa dopo l'incontro regionale di Slow Food. Nonostante sia avvezzo alle dinamiche dei gruppi organizzati, mi sento stanco e profondamente scoraggiato dall'ennesimo svolgersi del medesimo film. Riavvolgiamo la pellicola.

Qualche mese fa la condotta di Trento di Slow Food mi ha chiesto di rappresentarla nel gruppo costituente del Comitato Regionale. Per affinità di sensibilità e per amicizia verso le persone mi sono messo a disposizione per un contributo di idee, indicando sin dal primo momento la mia indisponibilità ad assumere incarichi rappresentativi.

Considero “Terra madre” (l'incontro mondiale delle comunità del cibo promosso da Slow Food) una della più significative espressioni di una nuova sensibilità culturale all'altezza delle grandi (e drammatiche) sfide del presente ed uno dei più significativi movimenti "glocali" che percorrono il pianeta.

In questi anni ho collaborato con Slow Food International nel favorire la nascita di "Terra Madre Balcani", nel valorizzare le vocazioni dei territori come parte integrante per una rinascita economica di questa parte d'Europa fortemente segnata dagli effetti del comunismo, dalle guerre e dal turbocapitalismo che sono seguiti alla fine di quella storia, nel sostenere forme di turismo responsabile in una regione densa di storia e ricca di risorse naturali ed ambientali.

Negli anni del mio mandato consiliare, inoltre, c'è stata una proficua collaborazione con Sergio Valentini, allora presidente regionale di Slow Food, nell'elaborazione e nella promozione sul territorio trentino dell'iniziativa legislativa sull'educazione alimentare e sulle filiere corte che ha portato nel 2009 all'approvazione da parte del Consiglio Provinciale della LP 13 “Norme per la promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari a basso impatto ambientale e per l'educazione alimentare e il consumo consapevole”. Una legge importante, con forti implicazioni multidisciplinari (non solo nell'ambito agroalimentare ma con possibili ricadute sul piano della formazione, della salute, dell'ambiente, del turismo e dell'economia locale) che - se attuata - avrebbe potuto contribuire ad un necessario quanto urgente ripensamento dell'agricoltura trentina, ma per l'appunto rimasta largamente inattuata.

E' stato quindi per me naturale rispondere positivamente alla proposta di dare una mano al lavoro di progettazione di Slow Food regionale. Ben presto però mi son sentito dire che volavo troppo alto, che in fondo non avevamo che da applicare le indicazioni nazionali e rendermi conto che anche nell'associazionismo le dinamiche di potere non sono poi tanto diverse da quelle dei partiti.

Niente di nuovo e di non già visto, appunto. Semplicemente il dover prendere atto che la crisi della politica riguarda l'insieme dei corpi intermedi, fra la difficoltà di leggere il presente (e cambiare le proprie categorie interpretative) e di immaginare nuovi scenari da un lato, e le umane miserie dall'altro.

 

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