"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

13/10/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
l\'ingresso al Santo Sepolcro
Non riesco a farmi passare questa tosse odiosa, di notte gli spasmi non mi lasciano dormire. Me ne starei volentieri chiuso in casa ma alle 10.00 ho appuntamento in arcidiocesi con Mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento. Come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani gli ho chiesto un incontro per illustragli il programma "Cittadinanza Euromediterranea" e per verificare la possibilità di tenere nella basilica di San Lorenzo, tempio civico della città, l'incontro con Wajech Nuseybeh, custode del Santo Sepolcro, la cui famiglia, palestinese e musulmana, dal 1192 cura la custodia del più importante luogo della cristianità. E che sarà nostro ospite il prossimo 12 novembre.

In tanti anni, è la prima volta che metto piede in questi luoghi che, a dire il vero, mi mettono un po' a disagio. L'incontro è cordiale, ma non ricevo le risposte che mi sarei atteso, per il fatto che in quegli stessi giorni Mons. Bressan sarà in Africa e, rispetto a San Lorenzo, perché ragioni di opportunità e di prudenza sconsigliano quella cornice. Proprio non riesco a capire. Più in generale, mi sarei aspettato una forma di dialogo, uno scambio di punti di vista sui temi che un'istituzione come il Forum è chiamato ad affrontare, la curiosità verso mondi e modi diversi di guardare alla pace... invece nulla di tutto questo.

All'uscita in piazza Fiera costeggio le vecchie mura della città, ma avverto molto più nitidamente il peso di un muro invisibile che incombe anche dopo il 1989, lontano dall'uomo planetario che padre Ernesto Balducci aveva indicato nel suo messaggio di speranza o dall'umana vicinanza che ho avvertito in ogni incontro che ho avuto con padre Ibrahim Faltas, anche quando qualche mese fa da parroco di Gerusalemme mi raccontava del dramma che la droga rappresenta fra i giovani della sua gente.

Passo a trovare Stefano Albergoni nel suo ufficio a piazza Garzetti, laddove un tempo c'era la sede dell'Ulivo. Entrando avverto lo stesso odore di pesce di un tempo, effetto di quando quella piazza era dedita al commercio del pesce e della carne di cavallo, le Androne erano le stamberghe delle prostitute della città piuttosto che il quartiere scic di oggi. Oggi è rimasta qualche piccola bottega artigiana... ed è un peccato che quella piazza in pieno centro sia oggi sostanzialmente priva di vita.

Vado al Forum per sbrigare un po' di cose inerenti la preparazione della giornata di sabato dedicata al pane del mondo, un salto in ufficio al Gruppo dove mi studio i materiali relativi all'incontro delle 15.00 quando i rappresentanti del Consiglio Provinciale in seno alla Commissione dei 12 (l'organismo che tutela la natura pattizia della nostra autonomia) relazionano sul loro operato. Non sono stati invitati né Mario Malossini (che della commissione dei 12 è il presidente, né Roberto Pinter che rappresenta la Regione), ed in effetti tocca a Dellai fare da supplente per capire lo stato dell'arte, fra nuove competenze (e carichi finanziari) ma anche rigurgiti centralisti.

Un ultimo appuntamento con l'assessore Mellarini, responsabile provinciale dell'agricoltura, per concordare le tappe della visita in Trentino del Ministro dell'agricoltura dell'Autorità nazionale Palestinese il prossimo 25 ottobre.

Chiamo Silvia Nejrotti, amica formatrice che è a Trento per seguire la settimana di lavoro degli staff dei tavoli balcanici per invitarla a cena. Mi racconta del non facile lavoro di incontro fra realtà e approcci diversi, delle paure e talvolta delle chiusure che s'incontrano quand'anche non vengano dichiarate, delle miserie umane con cui si ha spesso a che fare anche in questi mondi. Ho scelto negli ultimi mesi, un po' per incompatibilità di ruoli, un po' perché non ho alcuna intenzione di presidiare i luoghi nei quali pure ho messo l'anima, di ritagliarmi un ruolo esterno, che possa essere di stimolo e di formazione. Anche se dei Balcani mi mancano le atmosfere, le suggestioni, gli eccessi. Durante il giorno mi hanno chiamato da una radio di Milano per chiedermi un'intervista sui fatti di Genova, ed in effetti se non si conoscono (e si amano) quei luoghi è davvero difficile capire, se non si conosce la krčma (la locanda) difficile entrare nella mente di quelle persone che vivono il mondo con ostilità.

Devo trovare il tempo per prepararmi per la seconda commissione che domani dovrebbe varare il testo della legge sui "fondi rustici". Dopo quella sulle filiere corte sarebbe la seconda proposta di cui sono primo firmatario che diventa legge della nostra comunità, leggi diverse ma unite da una comune filosofia, l'amore per il territorio. Ma nel frattempo l'irritazione bronchiale continua a salire e comincio un po' a preoccuparmi.
 

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