"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

23/10/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
sud
Teano si presenta rivestita di bandiere tricolori e manifesti. "A Teano diamoci una mano per ricostruire l'unità d'Italia" non è una della tante manifestazioni che si svolgono all'insegna del 150° anniversario dell'incontro di Teano. E' la manifestazione ufficiale della città di Teano, un fittissimo programma di eventi  che si svolgono in questa cittadina, luogo simbolico dell'incontro fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, dal 9 al 26 di ottobre.

Nella sala dell'Annunziata, tempio civico della città, oggi si svolge la manifestazione forse più importante, quella che apre i lavori di un programma intenso che per quattro giorni vedrà centinaia di persone provenienti da ogni parte d'Italia riflettere sulla storia italiana e proporre un nuovo patto di cittadinanza in un paese dove forti appaiono le spinte alla divisione.

L'intuizione dell'amico Tonino Perna ha colto nel segno e l'amministrazione locale ha raccolto l'opportunità che gli veniva fornita di ritornare al centro dell'attenzione di un confronto importante in un passaggio delicato nella vita di questo paese.

Incontro molti vecchi amici e compagni, alcuni dei quali che non vedevo da tempo. Nell'incontro di apertura si snocciolano gli interventi di saluto delle istituzioni locali e di alcuni testimonial: sono la giornalista Sandra Bonsanti, padre Alex Zanotelli, il segretario nazionale dell'Arci Paolo Beni. Prima di loro l'intervento di apertura di Tonino Perna che pone il tema in maniera condivisibile parlando della necessità di un'elaborazione della vicenda storica italiana dall'unificazione ad oggi, per rifondare un patto e andare oltre. Con Tonino prosegue da anni un dialogo politico culturale che ha sedimentato un comune sentire, insieme intuimmo l'importanza di un osservatorio permanente sull'area balcanica, insieme abbiamo ragionato sull'Europa come questione decisiva per il futuro.

Riflessioni che non trovo nella grande parte degli altri interventi. Tranne forse in quello che meno ti aspetti.  Tommaso Di Simone, responsabile della Camera di Commercio di Teano, dice cose importanti a proposito di un territorio che produce cose vere e di qualità in un contesto di economia sempre più virtuale che invece scassa i territori. E' il suo un intervento che esprime l'orgoglio ferito di un territorio che non ha smesso di contare sulle proprie forze, sulla propria unicità, ma che fatica a reggere le dinamiche globali. Un intervento che avrebbe il pregio di unire mondi e percorsi culturali diversi. Ma che nessuno dei relatori del mattino sa raccogliere.

Padre Zanotelli parla di aria e di acqua, beni essenziali alla vita. L'aria è il pretesto per parlare dei rifiuti e dell'inquinamento...  viene da Terzigno dove in questi giorni la popolazione è in rivolta contro la realizzazione di una nuova grande discarica (la più grande d'Europa) nel Parco del Vesuvio. Opposizione sacrosanta, ma servirebbero comportamenti virtuosi, ben lontani dalla realtà. Senza i quali non c'è alternativa all'incenerimento. L'acqua è l'altro tema della denuncia di Zanotelli, contro ogni forma di privatizzazione. Temi importanti, dei quali in questi mesi mi sono occupato, per mantenere un serio controllo pubblico sull'acqua come bene comune. Ma l'approccio di Alex - quand'anche di grande presa emotiva - non mi convince affatto. Perché nella visione di Zanotelli non ci sono sfumature, o è bianco o è nero. La realtà non è così, è invece complessa  tanto che si parli di rifiuti che di acqua, farsene carico è più (non meno) doloroso. Il ruolo della politica è la ricerca di soluzioni, non quella di comminare scomuniche. O è troppo pretendere un approccio politico?

Dico queste cose partendo dalla considerazione che con Alex abbiamo una convinzione comune: l'acqua deve essere sottratta alle logiche di mercato; le risorse del pianeta sono limitate e dobbiamo ridurre l'assurda produzione di rifiuti, a cominciare dalla plastica che viene usata nel confezionamento dell'acqua minerale. Il che mette in discussione i nostri comportamenti individuali così come il nostro modello di sviluppo.

Tutto questo non è estraneo al patto di Teano, ma dovremmo smetterla di dipingere un paese reale immacolato e un paese legale (le istituzioni e la politica) fatto di camaleonti assatanati di potere. Perché se così fosse basterebbe una spallata. Non è andata così e non è così.

Venire a Teano è stata una scelta politica. Siamo qui per riflettere su un paese diviso, su un patto civico e politico da ricostruire, sulle risposte da dare a chi, in nome della paura e dei privilegi, vorrebbe disgregare l'Italia. Dovremmo forse parlare di una prospettiva diversa, di un'Europa che non è nelle corde degli europei, di un Mediterraneo che da mare attraverso il quale si sono formati pensieri e saperi, è diventato muro e terreno di scontro fra civiltà.   

Prende il via la parte storica, la nazione italiana fra risorgimento e globalizzazione. Devo dire la verità: fatico a ritrovarmi nelle analisi di storici di impronta marxista, sempre uguali a se stessi. E' questa, infatti, l'impostazione che prevale nettamente e proprio non capisco perché in un contesto che potrebbe aprire a pensieri di mezzo si insista sulla vulgata novecentesca. Per fortuna non tutto è così: trovo ad esempio molto stimolante il contributo di Alberto Banti dell'Università di Pisa, che pone il tema di uscire finalmente dal Risorgimento. Non può essere questa la risposta alla Lega. Dice cose completamente diverse da quelle proposte dallo storico Piero Bevilacqua, dell'Università di Roma, che introduce questa parte dei lavori, ma i presenti applaudono indifferentemente.

Nel pomeriggio iniziano i workshop. Devo intervenire in quello che ha per tema  "Italia - Europa - Mediterraneo" e provo a proporre un approccio diverso da quello fin qui percepito. Apprezzato, devo dire, ma lontano dal senso comune che qui a Teano si respira. Propongo a conclusione del mio intervento che il Manifesto di Ventotene, di cui peraltro nel 2011 si celebra il 70° anniversario (mi permetto di dire ben più importante del patto risorgimentale), rientri a pieno titolo nel Patto di Teano. Ne parlo con Mimmo Rizzuti e Tonino Perna, che mi danno assicurazione che questo approccio è condiviso. Ma nel testo del "Patto" che Mimmo mi mostra, di federalismo e di Europa non si parla affatto. E' ancora una bozza, mi dicono.

Ho come l'impressione che quel che era eresia, continui ad esserlo. Occorre davvero un cambio di paradigma.

 

 

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