"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

22/10/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Giovani agricoltori

Sono gli ultimi giorni della campagna elettorale e non è facile ritagliare anche solo un piccolo spazio per il "diario di bordo" che mi ha accompagnato in questi cinque anni di lavoro. Provo a farlo in questo interstizio, raccogliendo le immagini più significative di queste giornate.

La prima immagine è quella della serata di Borgo Valsugana con Aldo Bonomi, Giorgio Tonini, Nicola Ropelato dedicata ai modelli di sviluppo dell'area alpina. La sintonia dei temi affrontati con l'agenda che si discute proprio in queste ore a Grenoble viene evidenziata dal messaggio che il presidente Alberto Pacher invia all'incontro e che rappresenta un bel riconoscimento in particolare del mio lavoro (lo trovate nella home page).

Una seconda immagine è quella scattata a Martignano nella casa di Armando Stefani. In una delle "Conversazioni sul Trentino" il confronto con i giovani presenti non può dare nulla per scontato. La discussione è vera, emergono visioni che non è facile sintonizzare tanto sono diversi i nostri codici partecipativi, ma non per questo meno interessante e stimolante. Che mi fa riflettere.

La terza immagine non si riferisce ad un appuntamento specifico ma al bisogno di confronto che emerge negli incontri domenicali a Vigo di Ton, Aldeno e Mezzocorona. Altrettante testimonianze di quanto forte sia il bisogno di confronto politico e di come questi incontri dovrebbero svilupparsi al di fuori dei rituali e delle liturgie (anche quelle nuove) della politica. Me ne torno a casa che la mezzanotte è passata da un bel po' ma con una sensazione fortemente positiva, tanto per l'accoglienza come per la condivisione verso lo sguardo che propongo.

L'ultima settimana incomincia con un senso di panico, quasi ad aver lasciato qualcosa di intentato. Mi prende una duplice sensazione, da una parte di un elettorato più tradizionalmente legato ai miei luoghi che tende a rifugiarsi nel voto di testimonianza (non capendo che qui sono in gioco la diversità e il futuro del Trentino), dall'altra delle molte persone meno vicine ai nostri tragitti ma che apprezzano il lavoro svolto e l'approccio di idee che sono andato proponendo in questi anni. Ne ho una testimonianza a Lasino, lunedì sera, dove il confronto con il Presidente della Comunità di Valle Luca Sommadossi e alcuni piccoli imprenditori della zona appare molto proficuo proprio a partire dal concetto di fare sistema territoriale.

Ancora un paio di immagini. Quella dell'incontro con Stefano e Roberto, due giovani agricoltori di Pavillo, in Val di Non. Mi raggiungono nel mio ufficio a Trento perché sono rimasti favorevolmente colpiti dall'opuscolo sulle attività svolte nel corso della legislatura sull'agricoltura e sull'animazione territoriale. Mi dicono di essere in molti ragazzi che vorrebbero intraprendere la professione agricola ma che si scontrano con la mancanza di terra. Vorrebbero costruire una realtà associata, improntata sulle produzioni biologiche e di qualità. Mi segnalano anche che oggi chi beneficia dei contributi provinciali del settore sono spesso quelli che in fondo non ne avrebbero più di tanto bisogno, a cominciare dai trattori milionari che non servono se non a rendere impermeabile il terreno. Con loro discutiamo della mia legge sui Fondi rustici e di un'iniziativa da intraprendere con i Sindaci e la Comunità di Valle affinché si facciano garanti presso i proprietari dell'affitto dei terreni. Mi salutano dicendomi del loro sostegno elettorale.

E infine l'ultima immagine quella di un bar  di periferia, a Campotrentino, dove ci riuniamo con un po' di abitanti della zona, una periferia del capoluogo carica dell'eredità post industriale (Sloi in primis) e di capannoni commerciali che ne hanno snaturato l'antica identità rurale. Insieme a Violetta Plotegher ragioniamo di questo e di un'altra eredità del passato, la diffusa presenza di amianto. Nel fotogramma aereo sulla città la presenza delle coperture di eternit faceva di Campotrentino una zona rossa che andrebbe rapidamente bonificata. Ma si tratta di capannoni spesso dismessi, il cui futuro - in un contesto di crisi - rischia davvero di essere quello dell'abbandono. Mentre esco dal bar alcune persone che sono lì per caso mi salutano, mi augurano di ottenere un buon risultato e mi dicono che loro non hanno dubbi in proposito. Il che mi dà un po' di conforto in una giornata dove vedevo tutto nero.

Immagini di un Trentino fra il "non più" e il "non ancora". Che bene si coniuga - come diceva Tonini a Borgo Valsugana - con il "fare meglio con meno" della mia campagna elettorale.

 

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