"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

01/06/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Velebitska Dedenja

«... Prima della guerra nazionalista, sul versante del massiccio del Velebit che si affaccia sulla Kraijna, c'era un giardino botanico d'alta montagna. Il suo curatore, un professore di Zagabria, si recava da anni in quella piccola valle  per mettere a dimora piantine selvagge: cardi bianchi e viola, lingue di cervo, edelweiss, ciclamini, genziane, pulsatille e così via, per ciascuna scegliendo l'esposizione al sole, il grado di umidità, la protezione dal vento, l'humus, la vicinanza alla pietra o all'alto fusto. Aveva poi collocato piccoli cartelli con i nomi, una spiegazione più generale sulla sua opera all'inizio del percorso e una raccomandazione: raccogliete immagini, non fiori. Che cosa sarà accaduto a quella minuscola patria del professore, al passaggio di quella guerra tra le più belluine, e poi, quando forse di lì è passato il fiume dei profughi? Anni di lavoro, per una patria roboante, o per niente? E che cosa avrà pensato, che cosa starà pensando il professore di Zagabria? Che cosa avrà pensato del senso che la storia dovrebbe assegnare al singolo, alla sua singola memoria, al suo singolo scegliere un'attività? ...».

Lidia Campagnano, Gli anni del disordine 1989 - 1995. La Tartaruga edizioni

 

Dovrei lavorare su molte cose ma sono come paralizzato. L'effetto veleno temo abbia raggiunto il suo obiettivo. Bravi davvero. Vorrei scrivere una nuova pagina del "Diario di bordo", la numero 787 tanto per parlare di trasparenza, ma le mie dita sono pezzi di legno. Mi interrogo sul senso dell'impegno e dell'agire umano, se poi basta una polemica sul nulla per gettarti addosso una montagna di fango.

Mi passa per la mente il passo di un libro di Lidia Campagnano sulle guerre jugoslave dove scriveva del senso dell'agire calpestato dalle orde dei soldati all'opera nella devastazione del parco nazionale del Velebit.

Ho cercato in questi giorni di guardare oltre, serate e incontri pubblici per parlare di temi locali e internazionali. Avrei da scrivere sullo splendido incontro che abbiamo organizzato venerdì pomeriggio a Maso Pez con gli "Autentisti", i vignaioli della Moravia che difendono e valorrizzano il patrimonio della coltivazione della vite, e con i loro colleghi trentini e su tirolesi.

O della serata promossa dal sito "Notizie Geopolitiche" che ha chiamato Aboulkheir Breigheche, presidente della Comunità Islamica Trentino Alto Adige, Giorgio Holzmann, Deputato (Pdl) e membro della Commissione parlamentare Difesa, e chi scrive a riflettere sulla drammatica situazione in Siria e sulla Primavera araba. E del mio applaudito intervento che prova a riflettere attorno a questa primavera inascoltata.

O, ancora, delle impressioni ricavate nella passeggiata notturna nella Trento del Festival dell'Economia.

Invece no, mi sento come svuotato, e me ne scuso con i lettori.

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Michele il 03 giugno 2012 23:22
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