"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

08/10/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Enrico Berlinguer

La settimana inizia con una riunione del Gruppo consiliare provinciale del PD del Trentino che ha come oggetto il tema dei costi della politica. Dove nell'accezione comune si sommano cose molto diverse fra loro ma che purtroppo tendono a sovrapporsi, pericolosamente. Una cosa sono infatti i privilegi che le istituzioni riconoscono alle persone che vengono elette nei parlamenti nazionali e locali, altra cosa sono i costi di funzionamento delle istituzioni e altro ancora sono i costi della politica.

Di fronte all'iniziativa del governo (adottata peraltro su richiesta della conferenza delle regioni), la prima cosa da rilevare è che tagliare in questo modo il numero dei consiglieri regionali mi sembra una sciocchezza demagogica. Per mettere mano alle istituzioni ci vuole prudenza e un disegno organico di bilanciamento dei poteri. Perché farlo sull'onda di un clima avvelenato e avverso alla politica rischia di produrre solo scasso istituzionale.

Senza dimenticare che ogni Regione è una storia a parte. In Trentino e in Sud Tirolo/Alto Adige le assemblee provinciali sono composte da 35 consiglieri che insieme costituiscono il Consiglio regionale. Sono troppi 35 consiglieri per amministrare un'autonomia pressoché integrale, una complessa attività legislativa e un bilancio di oltre 5/6 miliardi di euro? Mettiamo pure che possiamo ridurli di qualche unità. Ovviamente non possiamo diversificare il numero dei componenti fra Trento e Bolzano. Ma toccare il numero dei consiglieri in Sud Tirolo/Alto Adige significa ridurre la rappresentanza già piuttosto esigua della minoranza italiana. Che oggi conta 8 consiglieri, in rappresentanza di tutto l'arco costituzionale italiano. Ci rendiamo conto che giochiamo con il fuoco?

Allora, si dice, mettiamo mano alla cosiddetta "porta girevole" in Trentino. Anche qui, un po' di attenzione. L'incompatibilità fra la carica di assessore e quella di consigliere c'è pressoché ovunque ed è una norma di salvaguardia dell'autonomia del legislativo rispetto all'esecutivo. Perché se i membri di giunta facessero parte del Consiglio, in Trentino ad esempio, noi avremmo quasi la metà dei consiglieri nel doppio incarico, in buona sostanza rafforzando il ruolo del governo rispetto a quello dell'assemblea legislativa. Il concetto di porta girevole è solo un meccanismo di salvaguardia perché se una persona eletta in consiglio viene chiamata a far parte dell'esecutivo, qualora dovesse venirne esclusa (per dissenso su delle scelte, ad esempio), possa ritornare a far parte dell'assemblea in cui è stata eletta. Un contrappeso rispetto al surplus di potere affidato al Presidente grazie all'elezione diretta, tanto è vero che la giunta non è più un organo elettivo (viene nominata dal Presidente) e il ruolo degli assessori diverso dal passato. Vogliamo dare ancora più peso al ruolo del Presidente?

Se si vuole abolire l'incompatibilità fra consiglieri ed assessori, si dovrebbe come minimo ridurre il numero di questi ultimi, ma in un contesto complesso di competenze come il nostro oggettivamente si potrebbe tagliare al massimo un paio di figure assessorili, con l'esito di un maggior accentramento di funzioni e responsabilità. E' quel che vogliamo?

Decidiamo nella riunione di approfondire il tema dei contrappesi... e, già che ci sono, dedico questa puntata del mio diario ad altre considerazioni sull'argomento in questione.

Nei mesi scorsi si sono abolite quasi a furor di popolo le Province più piccole. Provate un po' ad andare a Belluno o Sondrio a vedere l'effetto che fa... Lo capiamo a no che le istituzioni sono un oggetto delicato da cui discende la partecipazione e la coesione sociale?  Lo capiamo o no che i nostri 217 Comuni sono un patrimonio straordinario della nostra comunità che ci ha aiutato di affrontare questo tempo senza soccombere allo spaesamento? Questo non significa che non si possano accorpare, ma quando a deciderlo sono le comunità locali stesse. E ovviamente questo non significa replicare funzioni sotto ogni campanile, tanto è vero che sono state istituite anche per questo le Comunità di Valle. Ma nella furia anti-istituzionale (e dopo aver criticato l'eccessivo centralismo della Provincia) anche queste sono state giudicate un carrozzone.

Altra cosa sono i costi dell'agire politico-istituzionale. Qui il criterio guida dovrebbe essere quello di mettere i consiglieri nelle condizioni di poter svolgere al meglio (diciamo dignitosamente) le loro funzioni. E' il tema delle collaborazioni e delle strutture, sempre che abbiamo a cuore la funzione legislativa, l'esercizio del controllo sull'applicazione delle leggi, l'attività di proposta e il lavoro di opposizione. Servizi, abbiamo detto, non denaro. Questo, ovviamente, non significa che non si possano dare delle sforbiciate ed è esattamente quel che si sta facendo, ma non sul piano del lavoro perché ne andrebbe della qualità della nostra autonomia.

Perché altra cosa ancora sono i privilegi. In questo caso va bene tagliare tutto quel che si può, a partire da un criterio molto semplice: l'impegno politico nelle istituzioni non può diventare motivo di arricchimento personale. Il Trentino - non dovremmo dimenticarlo - è stata la prima regione italiana ad aver tagliato i vitalizi, il privilegio più insopportabile, e da questa legislatura questo istituto non viene più applicato per i consiglieri neoeletti, mentre è stato sterilizzato per quelli che erano già in carica nelle precedenti legislature. Tanto per essere chiari, io non beneficerò di alcun vitalizio. Anche le indennità (gli stipendi) sono stati da prima bloccati (non applicando gli aumenti automatici dei parlamentari e dei magistrati) e poi ridotti. Anche qui, per essere chiari, l'indennità netta dei consiglieri provinciali è oggi di 5.900 euro e sarà di 5.400 a partire dal novembre 2013.

Troppi? Non so dire quanto sia giusto corrispondere alla responsabilità per una buona gestione di una Provincia come la nostra. Posso dire che per quanto mi riguarda (e con me tutto il gruppo consiliare del PD del Trentino) a questa cifra viene detratto il 20% (per un importo mensile di circa 1.100 euro) per il finanziamento al partito, una regola interna sacrosanta considerato che ciascuno di noi viene eletto nell'ambito di un partito che ha una sede provinciale, altre locali, persone che vi lavorano, attività da svolgere, studi da realizzare, proposte da elaborare. A questi, l'ho già spiegato più volte ma credo sia bene ribadirlo, la mia scelta individuale di destinare un ulteriore 30% ad attività di sostegno alla circolazione delle idee e alla società civile sul piano dell'impegno internazionale. Mi rimangono circa 2.900 euro mensili. Se andiamo a vedere le ore di lavoro...

Altro aspetto sarebbe la qualità di questo lavoro. Ma qui entriamo in una sfera piuttosto soggettiva. Certo è che la preparazione, lo studio, le capacità... non s'inventano. E questo ha a che vedere con gli ambiti formativi, niente affatto estranei al funzionamento dei corpi intermedi, alla loro capacità di narrare gli avvenimenti, leggere i processi storici, interpretare il presente, inventare il futuro. Dire oggi che bisogna investire nella politica sembra quasi una bestemmia, ma se si vuole una buona politica, questo è più che mai necessario.

Altrimenti avremmo a che fare con l'improvvisazione e la furbizia.

PS. Nel parlare di queste cose il pensiero va alla storia di tutte quelle persone che all'impegno politico hanno dedicato una parte importante della loro vita. E ad una questione morale che era al centro della riflessione, e nelle utime parole, di Enrico Berlinguer. http://mattinopadova.gelocal.it/foto-e-video/28-anni-fa-l-ultimo-comizio-a-padova-di-enrico-berlinguer-1.5215167

 

3 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Michele Nardelli il 10 ottobre 2012 23:27
    Condivido le proposte di Roberto. Quanto allo scontro fra politica e poteri finanziari, c'è un piccolo problema a monte: che la politica è talmente presa dai suoi riti e dal quotidiano che non si è ancora accorta che la finanziarizzazione sta devastando l'economia. E ciascuno così intento a salvaguardare quel che ha, tanto da legittimare la guerra e l'esclusione.
  2. inviato da roberto devigili il 10 ottobre 2012 20:54
    caro Michele, è vero che in questo clima di antipolitica, ogni proposta anche la più ragionevole, rischia di essere come acqua sul marmo....
    Quindi, se qualche segnale, oltre a quanto già fatto (e da Te giustamente ricordato) va dato, deve essere almeno chiaro.
    Comuni e Comunità di valle: totale abolizione dei gettoni di presenza per tutti i consiglieri circoscrizionali e per i componenti delle commissioni;totale abolizione dell'indennità di carica dei presidenti dei consigli comunali e circoscrizionale.
    Nessuna riduzione, invece dei componenti.
    Obiettivi della proposta (che ho avanzato qualche giorno fa in sede Pd provinciale):
    -garantire la max partecipazione democratica;
    -valorizzare il volontariato visto che come Trentini ne meniamo (giustamente) vanto e che molti volontari sono impegnati gratuitamente in servizi di valore pari se non superiore a quello della rappresentanza politica;
    - chiarezza del messaggio;
    - risparmio, modesto, di risorse pubbliche.
  3. inviato da stefano fait il 10 ottobre 2012 13:07
    veramente miserrimo come si facciano i conti in tasca ai politici e non a chi la crisi l\\\'ha causata e continua a conferirsi bonus e buone uscite gigantesche per poi stipare le sue ricchezze nei paradisi fiscali.
    Penso che arriveremo allo scontro aperto tra politici e poteri finanziari: l\\\'esito dipenderà da chi riuscirà prima a fare dell\\\'altro l\\\'unico capro espiatorio.
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