"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

19/10/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Roma, 1992. L\'accordo di pace sul Mozambico

Recupero il ritardo nella redazione del "diario di bordo" attraverso una sintesi dei passaggi più importanti di questa seconda parte della settimana.

Al "Circolo dei Ridicoi e dei Reversi" nel cuore del quartiere di San Martino c'è un via vai di persone che racconta di come questo vecchio rione ancora mantenga ancora la sua anima popolare. Qui, mercoledì 17 ottobre, si svolge l'incontro fra due esperienze nate negli ultimi anni, "Comunità Responsabile" e "Politica Responsabile". Esperienze diverse ma complementari, a partire dalla necessità di superare l'opacità della politica. Sul piano dell'approfondimento su alcuni temi cruciali come l'autonomia "Comunità Responsabile", incontro trasversale di esponenti del territorio; più attenta alla circolazione delle idee e alla necessità di una nuova sintesi culturale (che purtroppo nel PD non c'è stata) l'esperienza di "Politica Responsabile", un sito web ma soprattutto la ricchezza di 55 direttori responsabili che hanno proposto le loro idee e stimolato un migliaio di interventi attorno a temi di grande attualità. Ci troviamo per uno scambio di idee sullo stato della politica trentina, per condividere le nostre attività e per proporre una prima riflessione comune legata al tema delle Alpi quale progetto politico, che realizzeremo il 17 novembre in Primiero, nella stupenda cornice della Val Canali.

L'incontro fra la Seconda e la Terza Commissione Legislativa che si svolge giovedì mattina ha come oggetto la legge provinciale n.15/2008, con la quale si è istituito il Distretto Agricolo del Garda trentino. Si tratta dell'unica proposta di legge di iniziativa popolare che sia stata approvata nel corso delle ultime legislature, ma che purtroppo non ha trovato ancora, più di quattro anni dalla sua unanime approvazione, applicazione. Le ragioni di questo stallo sono molteplici e ne abbiamo già parlato in questo diario. Una legge innovativa e sperimentale, ma che un'ostilità trasversale sta bloccando. Nella riunione di giovedì mattina, sollecitata dal Comitato promotore della legge di iniziativa popolare che a suo tempo raccolse novemila firme, si fa il punto con gli assessori Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini sullo stato dell'arte. Duilio Turrini, Eligio Micheletti e Luigi Santini esprimono tutta la loro amarezza nel vedere inapplicata una legge che poteva rappresentare un punto di riferimento ben oltre il territorio dell'Alto Garda nel mettere a sistema gli attori locali e nella valorizzazione dell'unicità dei territori. Nel mio intervento dico che è avvilente trovarci nella condizione di dover  ritornare in Commissione legislativa per fare il punto sulla (non) applicazione di una legge che proprio per la sua origine meriterebbe un surplus di attenzione e che invece sembra figlia di un dio minore. Probabilmente è proprio il suo carattere innovativo ed interdisciplinare, la connessione fra agricoltura, ambiente, cultura territoriale, che la rende problematica. Ma non per questo meno importante, tanto che la pianificazione strategica delle Comunità di valle va in questa stessa direzione, così come la legge provinciale 13/2009 sulle filiere corte. Che cos'è il Distretto agricolo se non un accordo di filiera? Una terza considerazione riguarda il fatto che se è vero che la legge incardina il Distretto agricolo nella Comunità di Valle è altresì vero che si tratta di una legge provinciale che va oltre la specifica dimensione
territoriale. E che se la Comunità di Valle si è trovata in difficoltà nel trovare risorse e professionalità per implementarla, la Provincia dovrebbe "fare come se...", attivando studi preliminari e programmi di riqualificazione agricola. Credo di esprimere l'opinione anche degli altri consiglieri di maggioranza.

A vent'anni dagli accordi di Roma che portarono alla fine della guerra in Mozambico, si svolge venerdì mattina nella sala Depero della Provincia, una importante cerimonia. Quegli accordi di pace ebbero un protagonista: Mario Raffaelli, trentino, all'epoca sottosegretario agli Affari Esteri del Governo italiano. Oggi Raffaelli ripercorre le tappe che portarono a quel risultato, riflettendo sul mix si diplomazia ufficiale, diplomazia popolare e cooperazione fra territori che permisero il raggiungimento di quel risultato. Presente alla rievocazione Oldemiro Julio Marques Baloi, Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione del Mozambico e Anna Maria Gentili, africanista dell'Università di Bologna e docente del Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale di Trento. E' l'occasione per il presidente della PAT Lorenzo Dellai di ribadire il carattere innovativo della cooperazione di comunità, che nella logica perversa degli aiuti ancora fatica ad affermarsi come pratica diffusa. Peccato che non diventi anche l'occasione per leggere l'attualità di un continente alle prese con una nuova conquista che ne mina l'indipendenza. E' la guerra della terra, che si svolge nel vecchio continente e che vede come protagonisti paesi come la Cina, l'India, Israele. Un neocolonialismo per affermare - oggi come nel Novecento - lo spazio vitale di qualcuno a scapito delle popolazioni e territori ricchi ma impoveriti.

Ci sarebbero molte altre cose, penso all'incontro della coalizione di maggioranza sulla manovra finanziaria in gestazione, alla riunione del Consiglio della Pace e dei Diritti Umani, all'incontro con il presidente Dellai per parlare (fra l'altro) delle proposte sull'animazione territoriale che sarà oggetto dell'incontro di sabato mattina (e di cui parlerò in un apposito diario) e che si riverserà nella Legge Finanziaria 2013, al lavoro che con Antonio Colangelo e Roberta Biagiarelli in preparazione dell'evento conclusivo del percorso sul "limite" del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Solo per dire delle cose più significative. Fra queste, anche il meeting con il sindaco di Firenze Matteo Renzi che riempie di gente l'auditorium Santa Chiara. Segno dei tempi, mi viene da dire. Certo è che se questa è l'alternativa al berlusconismo, proprio non ci siamo.

Alla rottamazione, preferisco la politica intesa come pensiero ed agire collettivo.

 

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