"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

05/10/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Segnali

Giovedì mattina si riunisce la terza Commissione Legislativa provinciale. Due punti importanti all'ordine del giorno: la riflessione con il vicepresidente Pacher sull'attuazione della LP 11 sulle foreste e la protezione della natura; i disegni di legge sulla navigazione a motore nel ramo trentino del Lago di Garda.

La Legge 11/2007 ha rappresentato uno degli atti più importanti della scorsa legislatura ed il monitoraggio sul suo stato di attuazione ha già registrato tre diversi regolamenti attuativi su altrettanti aspetti di tutela ambientale nonché l‘avvio di un insieme di reti di riserve naturali. Ma la cosa forse più importante, a cinque anni dall'approvazione della legge, è - come ha detto Alberto Pacher - il cambiamento di paradigma nell'approccio delle comunità locali verso la salvaguardia ambientale: se fino a poco tempo fa le istanze di tutela procedevano dalla PAT verso il territorio, oggi questa dinamica si è rovesciata ed è il territorio a richiedere l'istituzioni di riserve ambientali e di accordi di programma.

Nel mio intervento insisto su questo aspetto, per cercare di comprendere com'è avvenuta questa inversione di tendenza: da un approccio di tipo protezionistico calato sul territorio ha iniziato a farsi largo un approccio territorialista, l'idea del territorio come essere vivente in rapporto coevolutivo fra uomo e ambiente. L'ambiente non a prescindere dall'insediamento umano, delle sue culture e dei suoi saperi, ma in rapporto con tutto questo. Non una parzialità, dunque, ma il concorso di diverse discipline che attraversano il territorio. Ed insisto sulla necessità di far interagire la LP 11 con il modello di sviluppo e le vocazioni (spesso inascoltate) dei territori. Dovrebbe essere il ruolo cruciale delle Comunità di Valle e dei piani territoriali.

Il secondo argomento è quello delle proposte per permettere una parziale deroga al divieto di navigazione a motore sul Garda trentino. Della mia contrarietà a queste due proposte di legge ho già parlato in questo diario... la cosa interessante (e positiva) è che l'opposizione si sta allargando ed ora anche chi aveva ipotizzato una qualche apertura sta tornando sui propri passi. Importante a questo proposito è stata l'acquisizione della posizione negativa delle associazioni ambientaliste e di "Ingarda Trentino" che esprimono un no secco ad entrambi i disegni di legge. Posizione analoga a quella delle associazioni veliche ma ora anche dei Comuni rivieraschi che hanno compreso quale sarebbe l'effetto di queste proposte per l'immagine di uno dei paradisi internazionali della vela.

Nel pomeriggio incontro i responsabili di Café culture. Stanno lavorando all'allestimento del Café de la Paix al Passaggio Teatro Osele, nel centro storico di Trento. I lavori di ristrutturazione sono stati finalmente completati e i locali lasciano già ora intravedere la magia di un luogo che animerà questo angolo della città lasciato per anni in stato di abbandono.  L'apertura è prevista - a questo punto definitivamente - per la metà di novembre. Discutiamo con Francesca dei possibili format culturali - libri, racconti di viaggio, storie di luoghi e di persone - che potranno trovare cittadinanza nel "Café"...

Mi trovo con Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico del Trentino, con il quale ragioniamo dell'evento conclusivo del programma "Nel limite. La misura del futuro" previsto a fine febbraio/primi di marzo 2013. Ci gira in testa una proposta che avrà come filo narrante la poetica dello spaesamento di Andrea Zanzotto, attraversando suoni, parole, testimonianze, immagini di come è cambiato questo paese nell'arco di mezzo secolo, fra vecchie identità perdute e nuove solitudini. Ma per il momento non posso dire di più. Fra qualche giorno, nella serata con Goffredo Fofi (il 16 ottobre, alle ore 20.30, al Castello del Buonconsiglio a Trento), forse ne avremo una piccola anticipazione.

Il mattino di venerdì se ne va per preparare la relazione alla scuola di formazione politica di Secchiano Marecchia, arrivata al terzo appuntamento dal titolo suggestivo: "Il territorio non è un asino". Ovvero la metafora della sostenibilità. Mi chiama Ines e mi dice che i partecipanti sono rimasti molto soddisfatti dei primi due incontri, un mese fa. Il che mi conferma di una diffusa domanda di buona politica, fatta di idee prima ancora che di buone prassi. Sabato mattina prima dell'alba partirò verso Rimini per poi imboccare la val Marecchia ed essere "in aula" dopo tre ore e mezza di viaggio, per rientrare in Trentino in giornata. Niente male, ma lo faccio volentieri, per quelle persone e per Gianni che questo percorso formativo aveva tanto voluto.

Nel pomeriggio di venerdì, con il Presidente Dellai, incontriamo i rappresentanti del Bard (Belluno Autonoma Regione Dolomiti). All'incontro ci sono anche Margherita Cogo e Giorgio Tonini, che insieme a me hanno partecipato all'incontro di mezza estate a Cencenighe Agordino. Ci accordiamo per un percorso in tre fasi: la richiesta di deroga alla soppressione della Provincia di Belluno da rivolgere al Governo sulla base delle caratteristiche montane di quel territorio e della sua prossimità con le autonomie speciali del Trentino e del Sud Tirolo; la conversione del Fondo Brancher (finanziato dal Trentino e dal Sud Tirolo) anche per la gestione dell'autonomia funzionale della Provincia di Belluno, affinché la deroga sia per il Governo a costo zero; infine, l'impegno comune per un programma di investimenti di reciproco interesse nei settori dell'energia, del turismo e dell'agricoltura. Tutto questo a fronte di un quadro istituzionale invariato, sia pure nella prospettiva  di una Euroregione delle Alpi.

L'aver cancellato la provincia di Belluno ha prodotto uno scasso istituzionale che rischia di avere conseguenze oltre ogni immaginazione. O forse non ci accorgiamo che gli stati nazionali non reggono più? Temo che la politica non sappia cogliere, presa com'è dal malcostume e dalle primarie, quel che sta accadendo in Europa, fra crisi finanziaria e cortocircuiti ideologici. E quel che sta accadendo in Catalonia, forse la regione più prospera della Spagna che ha intrapreso la strada dell'indipendenza, non va affatto sottovalutato. O forse pensiamo che la crisi profonda della politica non abbia effetti anche sulla capacità di tenuta delle istituzioni?

Come già nella tragedia degli anni '90 nel cuore dell'Europa, che non abbiamo saputo prevedere e poi saputo leggere, occorre uno sguardo lungo per evitare che si giochi col fuoco. Il primo ministro greco paragona la situazione nel suo paese a quella della Repubblica di Weimar la cui fine aprì la strada al nazismo. Per quel che mi riguarda, da tempo vado parlando di "dannunzianesimo". Il clima polveroso di questi giorni mi inquieta.

Oggi come un tempo è l'Europa il ventre molle. La sua crisi e la sua distanza dal sentire comune dovrebbe costituire motivo di riflessione. Ma purtroppo così non è.

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea