"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

04/12/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Produzioni del territorio

Se dovessi provare a fare un bilancio di quattro anni in Consiglio regionale, sarebbe difficile trarne un giudizio positivo. Non perché sia stata governata male. Basterebbe leggere gli indicatori sulla qualità della vita nelle regioni italiane per sapere  che - grazie alle due autonomie speciali - il grado di benessere qui raggiunto rispetto al panorama nazionale è certamente migliore. Tutto questo nonostante il mordere della crisi, i tagli che il farci carico del debito nazionale ha comportato, l'attacco centralistico alle autonomie.

Dobbiamo dirci con molta serenità che la Regione vive da tempo una condizione di progressivo declino. Un declino inevitabile dovuto al contemporaneo esaurirsi del ruolo amministrativo e alla contestuale difficoltà nell'imboccare con decisione la strada che vede un ruolo nuovo della Regione, ovvero un ruolo di coordinamento politico nel rapporto con l'Europa, con lo Stato Italiano e con gli altri territori dell'arco alpino. In questa direzione, non mancano le proposte, quello che ancora non c'è è una visione condivisa sul terzo statuto di autonomia. La vecchia idea di una "Regione che amministra" è ancora all'origine di una divisione profonda, tanto in Sud Tirolo come in Trentino.

Ciò detto, se c'è stato un passaggio dell'impegno "regionale" che rivendico personalmente e che ha contribuito a dare anima alla finanziaria regionale 2013, questa è l'iniziativa per la costituzione di un Fondo strategico per lo sviluppo locale, che avevo auspicato con due atti proposti ed approvati in sede regionale (Mozione n.49 su Pensplan) e provinciale (Ordine del giorno n.38 sulla Finanza di territorio), che potete trovare in questo sito. Non a caso nella sua relazione il presidente Dellai ha dedicato alla costituzione del Fondo ben cinque pagine, rappresentando l'unico vero tratto di novità di questa manovra rispetto a quella degli anni precedenti. Bastava far riferimento a questi atti politici per indicare l'indirizzo concreto nella gestione di tale fondo, ma spesso la logica del sospetto (o della polemica) tende a prevalere.

Con questi ed altri pensieri intendo intervenire nel dibattito del Consiglio Regionale ma qui le parole sembrano davvero buttate al vento e poi devo rientrare prima della conclusione dei lavori serali perché a Trento mi attende l'incontro sulla Palestina dopo il voto dell'assemblea generale delle Nazioni Unite. L'Associazione "Mezzaluna fertile del  Mediterraneo" nei giorni scorsi è stata protagonista dell'appello nazionale per il riconoscimento dello status di stato osservatore non membro all'ONU. Appello che, grazie all'autorevolezza delle adesioni venute, esercitato un ruolo importante nella scelta dell'Italia di esprimere il proprio voto favorevole. Con Ali Rashid e Adel Jabbar si sviluppa un confronto importante sul significato del voto delle Nazioni Unite, sulla primavera araba, sul ruolo del Mediterraneo...

Sottolineo come proprio nel momento del riconoscimento all'ONU sia necessario andare oltre, oltre la logica dello stato-nazione, oltre la dimensione locale del conflitto, oltre la logica dello scontro di civiltà. Di come sia necessario cambiare lo sguardo, rivolto tanto verso le altre sponde del Mediterraneo come verso la nostra stessa sponda, perché i nodi di un diverso modello di sviluppo non riguardano solo gli altri.

Nel confronto interviene anche Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani Democratici, che ha condiviso nei giorni scorsi l'appello per il dialogo fra gli israeliani e i palestinesi. A tal punto di considerarlo una delle iniziative più importanti messe in campo dai giovani democratici e che li stimola a considerare il Mediterraneo come occasione per un cambio di prospettiva. Si apre insomma una possibile collaborazione e che siano i giovani ad essere i protagonisti di questa relazione mi sembra di particolare rilevanza. Qui non è in gioco una qualche forma di solidarietà verso qualcuno, qui si può fondare (oppure no) una proposta politica. Trovo con questo giovane un'intesa per nulla scontata, come colgo in lui quasi lo stupore che questa nostra terra sia motore di questa come di tante altre iniziative. Sintonie interessanti anche allargando lo sguardo, sulla politica italiana come sul mondo.

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da stefano fait il 07 dicembre 2012 14:18
    "quasi lo stupore che questa nostra terra sia motore di questa come di tante altre iniziative".

    Esatto: una comunità che si permette di guardare oltre il suo recinto perché è cosciente del fatto che il suo presente e futuro dipendono da quello del resto dell'umanità.
    Dovrebbe essere scontato, eppure non lo è, o non lo è abbastanza.
    Lo diventerà.
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