"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

20/10/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Giovanni Segantini

Nella sala della Circoscrizione di Ravina si riuniscono una trentina di persone a parlare di animazione territoriale, come chiave affinché il Trentino possa affrontare questo difficile passaggio della sua storia interrogandosi sul proprio modello di sviluppo e delineando un'economia locale in sintonia con le prerogative del proprio territorio.

In una splendida mattinata d'autunno che il sole piano piano riesce a riscaldare, il tema viene sviscerato con intelligenza e competenza. Partiamo da un documento che prova a fornire la cornice per un approccio territorialista e a declinare una serie di proposte in vista della discussione che accompagnerà il varo della prossima legge finanziaria, l'ultima di questa legislatura. Che per la prima volta cade in un contesto di contrazione del PIL provinciale.

Non sarà un passaggio facile perché la coesione sociale sotto i colpi della crisi vacilla, i tagli al bilancio comportano scelte di cambiamento e di riqualificazione della spesa e, infine, abbiamo a che fare con una politica che in genere preferisce inseguire il consenso piuttosto che proporre visioni alte e mettere in discussione consuetudini o dire cose che possono risultare anche sgradevoli.

Epperò ineludibili. In primo luogo perché la crisi di cui si parla rappresenta il manifestarsi di una situazione profondamente mutata. Che richiede idee, risposte originali, alleanze nuove contro quel processo di finanziarizzazione che devasta l'economia reale. E' quel che Giuseppe De Rita ha definito cultura terranea, non il ritorno alla civiltà contadina ma una diversa considerazione del territorio dove quest'ultimo non sia più l'oggetto dei processi insediativi ma un soggetto vivente, proprio nell'accezione che ne fa Alberto Magnaghi nel suo "Il progetto locale" (Bollati Boringhieri) quando afferma che «i luoghi sono soggetti culturali, "parlano", dialogano del lungo processo di antropizzazione attraverso il paesaggio, restituiscono identità, memoria, lingua, culture materiali, messaggi simbolici e affettivi».

E' proprio questo lavoro di cura e rinascita l'oggetto dell'incontro di stamane. Un lavoro che come ricorderà nel suo intervento l'assessore Mauro Gilmozzi è tracciato nella relazione del Piano Urbanistico Provinciale, laddove il concetto di paesaggio delinea in buona sostanza un'idea di futuro. Ma che, ciò non di meno, si scontra quotidianamente con una realtà contrassegnata da pesanti eredità del passato, vecchi approcci e interessi configgenti.

Gli interventi si susseguono incessantemente. Dopo le brevi introduzioni di Luca Paolazzi e del sottoscritto, prendono la parola Mauro Gilmozzi, Giorgio Lunelli, Alessandro Olivi, Ugo Morelli, Michael Rech, Angelo Giovanazzi, Giovanna Siviero, Stefano Albergoni, Anita Briani, Maurizio Zanghielli, Sergio Remi, Roberto Valcanover ed altri. Un confronto intenso, che ruota attorno al ruolo di Trentino Sviluppo e delle Comunità di Valle. Sguardi diversi, ma nella comune convinzione che l'animazione territoriale richieda un investimento forte, tanto sul piano legislativo come della formazione di figure in grado di accompagnare i territori in questo lavoro di autocoscienza. Molti degli strumenti peraltro già ci sono, si tratta di usarli al meglio e di dare ad essi pieno riconoscimento.

Significative le testimonianze che nascono nell'esperienza concreta di questi mesi nella pianificazione strategica delle Comunità di Valle, un lavoro di ascolto del territorio che andrebbe rafforzato e valorizzato, facendolo divenire consapevolezza comune.

Gli spunti emersi diverranno emendamenti, altri entreranno in prima stesura, altri ancora ordini del giorno. La cosa importante è che negli interventi di Gilmozzi e Olivi, vi sia la condivisione che l'approccio territoriale entri nel confronto dalla porta principale.

Finiamo che è quasi l'una. Poco prima mi chiama il vicepresidente Pacher per dirmi che proprio non ce la fa a passare e che ci sentiamo nel pomeriggio perché la sua intenzione di non ricandidarsi nel 2013 sta girando e l'indomani i quotidiani ne parleranno. Il documento che in serata ci invia parla di un percorso interrotto. Il confronto del mattino ci racconta che il filo conduttore di quel percorso si può riprendere nelle nostre mani.

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea