"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

13/06/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
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L'unificazione dei Disegni di Legge sul software libero e sul divario digitale è stato un lavoro piuttosto complesso. Non per i due testi in sé, ma per effetto della proposta venuta dalla Giunta, di trasformare questi DDL in una sorta di testo unico sul sistema informatico provinciale.

Il fatto di riconoscere i principi del Floss in un testo organico fa assumere alla nostra proposta originaria un peso decisamente maggiore, da far diventare il tema dei dati aperti, del software libero e del superamento del divario digitale una sorta di strada maestra che il Trentino decide di intraprendere dopo anni di incertezza e, diciamolo pure, anche di ostilità.

Nonostante gli indirizzi europei e gli ordini del giorno favorevoli alla necessità di un progressivo passaggio dal sistema proprietario a quello aperto, questo processo si è incagliato negli anni scorsi tanto negli interessi proprietari, quanto nella pigrizia della burocrazia.

Possiamo dunque dire che la presentazione del DDL di cui sono primo firmatario ha impresso una positiva (e speriamo decisiva) accelerazione ad una riforma del sistema informatico provinciale, che - lo dico apertamente - va oltre le mie stesse aspettative. Evidentemente la situazione era matura e, nonostante le resistenze che ancora sono presenti, siamo arrivati a questo testo unificato che dovrebbe andare in aula per l'approvazione già nel mese di luglio.

Uso il condizionale. Il testo che il 14 giugno arriva in Prima Commissione per le audizioni (e martedì 19 per l'approvazione) rappresenta un punto d'incontro, più ambizioso dei testi precedenti ma insieme un compromesso. Devo però dire in tutta onestà, conoscendo i testi originari e la loro evoluzione, che il nuovo articolato è più incisivo di quello originario. Tant'è che nel testo che abbiamo portato in Commissione abbiamo resistito a qualche colpo di coda che prevedeva la cancellazione del Comitato permanente per l'evoluzione del Sinet (Sistema informativo elettronico trentino) previsto dall'articolo 22 che, a mio avviso, costituisce uno dei punti qualificanti e di garanzia per la gestione e la trasparenza di tutto l'impianto legislativo.

Ora non ci resta che osservare l'effetto che fa. Con Michele Ghezzer prepariamo appunti e argomenti da proporre alla discussione dell'indomani, affrontiamo le possibili obiezioni, esaminiamo la tenuta del testo. Mentre scrivo abbiamo già superato le audizioni, ricevendone un consenso molto ampio alla proposta. Ci tornerò domani.

Il diario annota poi due incontri interessanti. Il primo è con le associazioni che si occupano di immigrazione e di culture migranti per l'organizzazione nel mese di settembre di un programma di iniziative a suggello del nuovo protocollo di "Millevoci", realtà di cui abbiamo parlato più volte in questo blog e che in occasione del suo decimo compleanno ha avviato un percorso di rivisitazione del proprio agire (e del documento istitutivo). Un programma ricco di occasioni di riflessione intorno al tema della cittadinanza, a partire dalla valorizzazione delle ricchezze materiali e immateriali dei paesi di provenienza dei nuovi trentini. Insomma, oltre l'economicismo che spesso ci porta a considerare questi paesi (e questi nuovi cittadini) come dei sottosviluppati, e oltre il folklore che offre un'immagine stereotipata di culture in continua evoluzione. Ovviamente ci ritorneremo.

Il secondo incontro è con i promotori di Punto Europa, associazione di giovani provenienti da vari paesi (anche i partecipanti all'incontro lo sono) che ha come focus il vecchio continente (si fa per dire). Hanno da poco concluso il loro percorso annuale, al quale anch'io ho avuto il piacere di contribuire. L'immagine di cinquanta giovani che prendono diligentemente appunti si associa alla nota di bilancio dell'esperienza di quest'anno, nel mettere in rilievo l'importanza che ha avuto il contatto con i frammenti di vita dei padri fondatori del disegno europeo. Oggi ci incontriamo perché vogliono proporre al Forum di condividere il loro nuovo percorso annuale, che vorrebbero dedicare all'Europa balcanica. Come potete immaginare, è per me un invito a nozze. Immagini e luoghi mi si muovono dentro e fatico a contenerli come fossero un fiume in piena. Vent'anni di vita lasciano il segno.

E' il richiamo della foresta o, meglio, di quel che più amo fare. Il desiderio di scoprire, di incrociare sguardi, di non smettere di meravigliarsi. Il bisogno di avere visioni ed il piacere di trovarle nei dettagli. Mi fa piacere che questo desiderio sia immutato, al di là di questa parentesi istituzionale che pure considero positiva.

 

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