"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

24/07/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Strigno, all\'indomani della prima guerra mondiale

Le visite guidate dei Circoli anziani e dell'Università della Terza Età e del Tempo Disponibile alle istituzioni della nostra autonomia sono un servizio molto importante del Consiglio Provinciale. Solo di circoli anziani in Trentino, pensate, ce ne sono circa duecento e rappresentano una forma di aggregazione che aiuta la nostra coesione sociale. I circoli non sono solo il luogo della briscola o della gita sociale, cose peraltro niente affatto banali in un contesto nel quale le persone sono sempre più sole. I circoli sono luoghi di aggregazione e di animazione sociale, organizzano la partecipazione ad eventi teatrali, viaggi di conoscenza, rapporti con le scuole, forme di apprendimento permanente.

Fra queste forme di partecipazione ci sono anche le visite guidate al Consiglio. E ciascuna di queste visite, alle quali partecipano mediamente una cinquantina di persone più o meno anziane (dico così perché ogni volta che tocca a me accogliere un gruppo mi rendo conto che in realtà alle visite si aggregano anche famigliari o persone che possono essere miei coetanei), diventa l'occasione per cogliere gli umori della nostra comunità. Intanto perché gli anziani non si fanno certo riguardo nel porre domande anche di scottante attualità e perché quando partecipiamo ad incontri sul territorio tendenzialmente abbiamo a che fare con persone che la pensano più o meno come noi. Insomma, utili a loro per interrogare i loro rappresentanti istituzionali, utili per noi per sentire il polso di un segmento importante della nostra società.

A turno tutti i consiglieri provinciali vengono chiamati ad illustrare le attività delle istituzioni della nostra autonomia. Oggi tocca a me di incontrare il circolo anziani di Strigno. La sala Depero, il salotto buono della Provincia dove un tempo si riuniva il Consiglio, è affollata di circa sessanta persone. Mauro Larentis, l'appassionato animatore delle visite guidate, questa volta è accompagnato dalla signora Anna che fra qualche mese lo sostituirà in questo prezioso lavoro visto che a novembre andrà in pensione. Sempre che, in questo tempo di tagli drastici alla spesa pubblica, anche questo servizio non finisca sotto la scure dello "spending review". Spero proprio di no, considerato che nel rapporto fra cittadini e istituzioni semmai si dovrebbe
investire piuttosto che tagliare.

Inizio la mia presentazione parlando proprio del difficile rapporto fra i cittadini e la politica. Del fatto che siamo ormai abituati a pensare la politica come appannaggio dei "politici" (detesto questa espressione!), come se ogni persona non fosse essa stessa un soggetto politico. Racconto del mio impegno politico che non nasce certo quando ho messo piede nelle istituzioni, parlo di quel che un serio impegno politico richiederebbe, non solo il tempo ma anche lo studio, la preparazione, la capacità di visione senza la quale la politica si ritrova ad inseguire (malamente) gli avvenimenti dell'ultima ora.

Porto come esempio di un modo diverso di intendere la politica le mie ultime due leggi, quella sull'amianto e quella sul sistema informativo elettronico trentino. Di come ero sul pezzo quando l'opinione pubblica è stata scossa dalla sentenza di Torino sul caso Eternit, di come usare le prerogative della nostra autonomia, di come la salute sia soprattutto informazione e prevenzione. E come la legge votata la scorsa settimana sul software libero e l'apertura dei dati rappresenti non solo la nuova frontiera della democrazia, ma anche la possibilità di risparmiare e di investire sulla creatività, diventando dunque opportunità di lavoro in un contesto di forte crisi.

Devo dire che tutti i presenti ascoltano le mie parole con attenzione. Poi fioccano le domande. L'autonomia è sul serio in pericolo? Che cosa penso dei fatti accaduti domenica nel centro di Trento? Bisogna realizzare la Valdastico per attenuare il traffico sulla Valsugana? Domande che richiedono risposte precise, impegnative. Vi dico solo che non liscio il pelo a nessuno, dico quel che penso e non quel che qualcuno vorrebbe sentirsi dire. Sarebbe troppo facile assecondare gli umori, piuttosto provo a dare, nel poco tempo a disposizione, risposte capaci di guardare oltre l'emergenza. E devo dire che la risposta è buona, molte persone vengono a ringraziarmi o semplicemente a stringermi la mano.

Nel contatto informale a fine incontro, mi sembra di cogliere il desiderio di continuare la nostra conversazione. Ognuno di loro avrebbe voglia di raccontarmi la sua storia. Storie di vite, un patrimonio importante che non viene raccolto. Anche a questo servirebbero gli animatori di comunità, nel far tesoro delle esperienze di vita e di lavoro. La storia di ognuna di queste persone è la storia del Trentino, quella che ci stiamo dimenticando nonostante l'egregio lavoro del Museo Storico del Trentino.

La Valsugana, come del resto ogni valle, avrebbe molto da raccontare. Storie di guerra e di dolore, storie di alluvioni e di emigrazione, storie di lavoro e di disoccupazione. Mi colpisce quando una signora mi avvicina e mi dice che dobbiamo aiutare la Valsugana ad avere qualche nuova fabbrica. Non la richiesta di un favore, non del privilegio o di un contributo, non di un guadagno facile di cui sono pieni i talk show televisivi, ma una fabbrica.  

Avrei anch'io il desiderio di proseguire la conversazione, per raccontare loro come vedrei la Valsugana del futuro, di come valorizzare al meglio le straordinarie risorse che quella valle potrebbe mettere in campo ma che ancora non riesce a dispiegare. Chissà che non possa arrivare una telefonata per incontrarci magari a Strigno?

Anche Mauro ed Anna sono soddisfatti, anche perché - così mi dicono - l'incontro di oggi è stato più vivace e interessante di altri.

 

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