"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

09/03/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
La tavola rotonda iniziale della Winter School

Si continua a dissertare su quanto la politica faccia fatica a parlare con i giovani, ma quando questo avviene - oltretutto su temi di grande rilievo come la cultura della legalità - quasi nemmeno ce ne accorgiamo (o forse si preferisce non vedere).

Perché quello che è avvenuto in questi giorni a Trento, in occasione della "Winter School" promossa dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e dall'associazione "Libera Trentino", è davvero un fatto di grande valore: un centinaio di giovani universitari per tre giorni a confronto sul tema "Mafie senza confini" con studiosi, magistrati, funzionari di polizia in prima linea, operatori dell'informazione, docenti, amministratori locali, famigliari delle vittime di mafia, volontari impegnati sul fronte dei diritti umani.

Colpisce il fatto che questi giovani, in larga prevalenza donne, si siano iscritti alla "Winter School" in maniera totalmente volontaria, versando una quota di partecipazione di 30 euro e senza nemmeno che tale partecipazione offrisse loro un qualche credito scolastico. L'attenzione con cui sono stati seguiti i lavori, tutti a prendere appunti, a fare domande, ad accompagnare con applausi non scontati i vari interventi... quasi stupiva. O piuttosto significa che quando c'è buona politica, idee e domande a confronto, allora le distanze tendono a ridursi se non proprio a svanire.

Anche nel prologo con gli studenti delle scuole elementari come in occasione dell'incontro con i ragazzi delle superiori abbiamo riscontrato una grande attenzione. Dai bambini delle scuole elementari Crispi di Trento, coinvolti nel gioco dall'animatrice del programma RAI per i ragazzi "Albero azzurro" Anna Sarfatti, ai ragazzi del Liceo Galilei coinvolti in due ore e mezza di lezione confronto con un Gherardo Colombo che non ti aspetti nella sua capacità di parlare ai ragazzi che pure tendono a vivere le regole come un'imposizione degli adulti sono venuti elementi di riflessione. Perché dopo l'incontro con l'ex magistrato probabilmente guarderanno alla Costituzione Italiana con altri occhi.

La Tavola rotonda con cui si apre la "Winter School", in una sala Depero del Palazzo della Provincia Autonoma gremita, abbiamo subito la percezione della grande attenzione con la quale verranno seguiti i lavori. E nonostante il luogo induca all'ufficialità non c'è nulla di formale, si entra subito nel vivo dei temi che poi verranno affrontati nelle tre sessioni di lavoro. E anche la testimonianza della giovanissima assessore del Comune di Napoli Alessandra Clemente, figlia di una donna assassinata per strada dalla camorra, che parla ai suoi coetanei emozionata per il solo fatto di essere a Trento a parlare di mafie, "mai stata così al nord in tutta la mia vita" ci racconta, assume in queste ore - con il rogo camorristico della Città della Scienza - un particolare valore simbolico.

A sera, anche la sala don Guetti della Cooperazione trentina è piena. Ti aspetteresti che questa potesse rappresentare l'occasione per un confronto fra diverse generazioni ma evidentemente ai nostri cooperatori di confrontarsi con chi è impegnato a produrre le mozzarelle nei luoghi confiscati alle mafie non interessa granché. Mi chiedo se si tratta di aridità o più semplicemente di un problema di comunicazione. Eppure di guardarsi attorno (e dentro) il nostro movimento cooperativo ne avrebbe davvero bisogno.

Venerdì prendono il via le sessioni di lavoro. Si comincia con l'analisi di che cosa rappresenti oggi la criminalità organizzata, affrontando altresì il tema cruciale dell'economia mondiale al tempo delle mafie. Di particolare spessore il contributo di Isaia Sales, docente di storia della criminalità organizzata, ma devo dire che tutti gli interventi sono stimolanti, da quello sulle professioni di Stefania Pellegrini a quello del giornalista di Repubblica Paolo Berizzi. Si prosegue nel pomeriggio con la sessione sulle mafie nel mondo, con una particolare attenzione all'area balcanica e russa. E qui tanto il magistrato di Torino Alberto Perduca quanto il dirigente del Ministero degli Interni Paolo Sartori, portano il contributo di visione e di esperienza di chi è impegnato sul campo. Mentre Cecilia Ferrara porta il suo contributo di giornalista e collaboratrice di Osservatorio Balcani Caucaso nell'indagine sulle interdipendenze criminali nelle regioni europee. Avrei un sacco di cose da dire su come la criminalità organizzata abbia avuto un ruolo per certi versi decisivo nella "guerra dei dieci anni" e di come quegli stessi criminali spesso
coincidessero con i signori della guerra, alimentando nella guerra e nel dopoguerra i loro affari. Ma non c'è il tempo. E c'è gente in piedi anche alla no stop cinematografica al Cinema Astra con Massimiliano De Santis e Aldo Zappalà di venerdì sera.

Arriviamo così all'ultimo giorno. La terza sessione è dedicata alla capacità dei territori di mettere in campo politiche di autodifesa e prevenzione della penetrazione della criminalità organizzata.  A parlarne il consigliere regionale veneto Roberto Fasoli, primo firmatario dell'ultima legge regionale varata in Italia sulla cultura della legalità, Ilaria Ramoni che per Libera segue tutta l'iniziativa sulla gestione dei beni requisiti alle mafie, il magistrato Pasquale Profiti che offre uno sguardo sugli strumenti che la giustizia ha fin qui messo in essere per battere l'economia criminale, il professor Stefano Caneppele che spiega gli strumenti messi in campo da Transcrime per monitorare i rischi di radicamento nelle mafie sul territorio ed infine l'assessore Mauro Gilmozzi e il dottor Gardelli sulle attività poste in essere dalla PAT per cercare di tagliare le unghie ai poteri criminali che pure hanno cercato di insediarsi in Trentino. Ma in Trentino, come ci ricorda il dott. Profiti riferendosi ad una intercettazione telefonica, "sono stranieri, ci prendono subito". A testimoniare di un tessuto sociale, culturale e normativo che ancora ci tiene un po' al riparo, almeno per quanto riguarda le organizzazioni mafiose.

Il che non vuol dire che nelle operazioni "legali" non circolino capitali inquinati, nel mercato immobiliare come nel gioco d'azzardo, negli appalti pubblici come nell'usura. E per questo non solo l'attenzione non è mai troppa, ma occorre tenere bene gli occhi aperti, incrociare i dati in possesso della pubblica amministrazione, mettere in campo una capillare attività culturale.

Il confronto con i partecipanti e la tavola rotonda conclusiva segnano la conclusione, con il saluto del presidente Bruno Dorigatti e con le mie considerazioni conclusive. Credo che questi giorni dedicati in Trentino all'approfondimento sulle mafie e la cultura della legalità rappresentino un modo originale di declinare l'impegno per la pace e i diritti umani, affinché queste parole non diventino un vuoto rituale. L'appaluso conclusivo, forte e sentito, ci dà la misura di quanto il messaggio sia stato ricevuto.

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Roberto Fasoli il 11 marzo 2013 15:02
    Ti ringrazio molto per l'invito di ieri. Mi hai fatto un regalo. Ho imparati cose importanti e conosciuto persone interessanti. Complimenti ancora per l'iniziativa e il lavoro che state facendo. Teniamoci in contatto.
    Ciao
    Roberto Fasoli
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