"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

27/07/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Un particolare del Muse

Vi potrei parlare delle tante cose che, nonostante il luglio inoltrato, hanno occupato la seconda parte di questa settimana. Il lavoro e gli incontri per l'elaborazione della parte ambientale e territoriale del programma della coalizione, la preparazione della "summer school" che si svolgerà dal 23 al 25 agosto ai Monti di Mezzocorona e di cui parleremo diffusamente nei prossimi giorni, il secondo appuntamento - questa volta alla Pravis di Lasino - per approfondire i temi dell'animazione territoriale, la predisposizione dei nuovi progetti sulla Palestina, i fittissimi incontri per cercare di gestire al meglio la fase politica che ci separa dalle elezioni del 27 ottobre (scrivo tra l'altro un pezzo di riflessione sulla crisi della politica che L'Adige ospita oggi in prima pagina).

Invece dedico questo diario all'avvenimento che segna questa settimana, l'inaugurazione del Muse, il Museo delle Scienze là dove un tempo sorgeva la Michelin. Un'area industriale dismessa che invece di diventare come spesso accade motivo di speculazione, si trasforma in un'opportunità straordinaria di promozione della conoscenza (e del Trentino).

Per chi, come me, da anni sostiene che per affrontare questo difficile passaggio di tempo è necessario investire in cultura oggi è un bel giorno. Lo è anche per l'intelligenza e la sensibilità di Michele Lanzinger che ha contribuito in maniera essenziale a dare un'anima al Muse ben prima che questo venisse realizzato. Lo è per la Provincia Autonoma di Trento che in questa scelta ha creduto fortemente. Lo è per la nostra comunità, che reagisce con orgoglio a questa scommessa.

Lo sguardo che vi voglio proporre di questo avvenimento è quello di un amico che incontro dopo almeno vent'anni proprio alla cerimonia di inaugurazione del Muse. Si chiama Guido Tonelli, compagno di un passato politico lontano. E' uno degli scienziati del Cern che studiano l'origine della vita ed è stato invitato qui proprio per uno dei panel dell'inaugurazione del Muse. C'eravamo sentiti al telefono qualche mese fa, se non ricordo male ne avevo anche parlato su questo diario, per farlo venire a Trento per il percorso del Forum sul tema del limite. Ci abbracciamo, ci si guarda per osservare quanto si è cambiati...

Guido si complimenta con la nostra terra che in un momento così particolare e difficile dimostra sensibilità e lungimiranza nel mettere in campo una scelta di questa natura, investire sulla conoscenza. Devo ammettere che nei giorni scorsi ho provato un certo fastidio nel leggere qualche commento (pochi, per fortuna) di chi afferma che è stata una follia dedicare importanti risorse pubbliche in una struttura come il Muse in un quadro di tagli ai servizi o di difficoltà nel garantire il lavoro. A loro rispondo con gli occhi raggianti di Guido: osservarci con altri occhi, un'operazione che ci dà la distanza necessaria per un giudizio forse più obiettivo e denso di profondità.

Nel caldo soffocante di questi giorni, migliaia di persone si mettono in coda per sentirsi parte di questo evento: anche questo è un tratto di coesione sociale di questa terra. Che nasce - lo dico polemicamente verso quella parte del PD che ha continuato a remare contro la nostra stessa amministrazione - da un contesto reso possibile dalla sperimentazione politica che ha fatto diverso questo tratto di arco alpino.

In giorni come questo, senza nasconderci le criticità dell'agire, possiamo dirci che la sfida del futuro si vince anche così.

 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Michele il 02 agosto 2013 09:22
    Caro Vincenzo, lasciami dire che non sono per nulla d'accordo. Non lo sono sul Muse, intuizione di grande valore. Senza quel progetto (sull'intera area) quella parte di Trento a ridosso del centro sarebbe diventata l'ennesimo pezzo di espansione urbana e di cementificazione, com'è già avvenuto in altre aree un tempo industriali della città. Così non è stato. Non lo sono sul PD, perché talvolta le diagnosi sono parte del problema.
  2. inviato da vincenzo calì il 29 luglio 2013 14:58
    caro Michele,
    un pò di cautela sul'area ex-Michelin non guasterebbe. Sui risultati del MUSE vedremo sui tempi lunghi, facendo ovviamente gli auguri alla comunità trentina perchè il tutto funzioni al meglio. Non possiamo slegare però l'operazione MUse dalla più generale impostazione data all'intera area. Lo dobbiamo anche per rispetto a chi, come Mattei, dedicò tempo ed energie per il riscatto operaio, e tu sai che di quella storia l'area non conserva memoria. Tornando ai musei, non vorrei che dalla titanica lotta fra dinosauri e mostri, quella rappresentata attualmente in città, in tempi di risorse calanti, a rimanere sul terreno sia la comunità trentina nel suo insieme. Ma non fasciamoci la testa prima di essercela rotta: siamo pur sempre esperti nella tecnica del riuso!! (Penso,scherzando, in caso di fallimento, all'utilizzo dell'edificio del MUSE per la partenza della funivia per il Bondone).

    Riguardo il PD, per lo stato di salute della sinistra trentina manca il medico in grado di fare una seria diagnosi
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