"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

10/09/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Sud Tirolo

L'ultima seduta del Consiglio Regionale non scrive una pagina bella di questa istituzione. A ragion del vero ne ha scritte davvero poche nel corso di questa legislatura, se penso alla residualità ormai conclamata dell'assemblea regionale almeno nel ruolo sin qui assegnatole. Che andrà profondamente ripensato, nei modi e nelle forme che abbiamo provato ad indicare con la presentazione del Disegno di Legge sulla "Convenzione" ovvero lo strumento con il quale ridisegnare l'avvio di una nuova fase della Regione nella cornice del Terzo Statuto di autonomia.

Certo è che la SVP e le minoranze di centrodestra avrebbero potuto risparmiarci l'epilogo rappresentato dalla LR n.65 che - come ho già spiegato in questo blog - all'articolo 2 ha previsto il ripristino dei cinque anni di residenza per i cittadini extracomunitari per poter beneficiare di una parte del welfare regionale, dopo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato incostituzionale la normativa regionale del 2005. Ed è grave che la Giunta Regionale abbia nei fatti avvallato l'iniziativa dell'assessore Martha Stocker, lasciando che in Consiglio Regionale di delineasse nel voto una maggioranza politica diversa da quella che ha guidato la giunta nella XIV legislatura.

Dopo il mio voto contrario in Commissione presento in aula insieme al consigliere Hans Heiss un emendamento che  viene sottoscritto da altri 17 consiglieri del centrosinistra autonomista trentino e dai Grünen sudtirolesi. I toni del dibattito sono aspri e i leghisti trentini danno un pessimo spettacolo infarcito di richiami xenofobi. L'esito del voto è la bocciatura del mio emendamento da parte di un'inedita maggioranza ed è altrettanto grave che successivamente il Consiglio voti a larga maggioranza il DDL come se fosse sostanzialmente indifferente questo passaggio, che nella LR 65 è uno dei due articoli di sostanza (il terzo è tecnico).

Oltre ad ogni considerazione di merito, questo episodio ci racconta di quanto poco sia stata curata in questi anni la contaminazione di idee dentro questa nostra maggioranza regionale. Immaginare di cavalcare la pancia degli elettori sudtirolesi per evitare emorragie di consensi SVP verso la destra tedesca è un'operazione di dubbio gusto, politicamente sbagliata e che non fa altro che coltivare la cultura del rancore e della paura. Una brutta pagina sulla quale riflettere, anche guardando al futuro di questa istituzione.

La legislatura regionale finisce qui. Non me ne rimane un grande ricordo, né sul piano politico, né su quello umano. Sul piano politico i passaggi rilevanti si contano sulle dita di una mano. Penso al voto con il quale - prima regione italiana ad esprimersi in questo senso - il Consiglio Regionale ha alzato la sua voce contraria all'acquisto da parte dello Stato dei cacciabombardieri F35. Penso ad un'altra iniziativa che ha preso il via da una mia proposta ovvero la costituzione del Fondo regionale per lo sviluppo locale. Dopo l'approvazione della mia mozione per costituire - attraverso le principali istituzioni finanziarie regionali (PensPlan, Laborfonds, Itas, sistema delle Casse Rurali trentine...) - un fondo per sostenere e valorizzare l'economia regionale, la proposta ha rappresentato il dato saliente dell'ultima Legge Finanziaria Regionale con un investimento iniziale di 500 milioni di euro (250 milioni per ognuna delle due province autonome). Che questo atto politico, forse il più rilevante della legislatura regionale, venga da una mia proposta non credo sia affatto trascurabile. Ma questo non cambia il giudizio di fondo su un contesto istituzionale da ripensare radicalmente. Una terza cosa di rilievo è stata la proposta sulla "Convenzione" come metodo per mettere mano allo Statuto di Autonomia, più un atto di testimonianza politica lasciata agli atti che altro, avendo incontrato anche su questa iniziativa una sorta di veto della SVP (che pure nel merito avrebbe dovuto guardare con grande favore). Anche in questo caso nata da una proposta mia e della consigliera Margherita Cogo, grazie al lavoro di collaborazione con Mauro Cereghini e Paolo Pasi.

Sul piano umano il bilancio è lo specchio di questa residualità. Dopo cinque anni ci sono persone con le quali non credo di aver scambiato una parola e di cui non ricordo neanche il nome e cognome. Non c'è la curiosità per le storie politiche, come se il mondo sudtirolese e quello trentino nemmeno si sfiorassero. Eppure io amo il Sud Tirolo e mi affascina la sua storia, paradigmatica della vicenda novecentesca europea. Mi viene così in mente un quarto passaggio in una certa misura ascrivibile a questo piccolo bilancio regionale, la prefazione al libro di Stefano Fait e Mauro Fattor "Contro i miti etnici. Alla ricerca di un Alto Adige diverso" (Raetia Live) nella quale ho cercato di affrontare il tema dell'elaborazione collettiva di un conflitto ancora lacerante come quello dell'occupazione italiana del Sud Tirolo.

Credo che nella prossima legislatura - o, se le cose andranno diversamente, nella prossima (fase di questa) vita - me ne occuperò con un po' più di attenzione (che ne dici Mauro?).

PS. Ovviamente sto parlando della legislatura della Regione, non di quella della Provincia Autonoma di Trento, della quale ho fatto nelle scorse settimane un primo bilancio complessivamente positivo. E che potete trovare su questo blog in "Primo Piano". 

 

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