"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

14/09/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Asilo politico

Il secondo incontro dei sostenitori della mia candidatura per le prossime elezioni provinciali che si svolge sabato pomeriggio alle Camalghe di Cadine aggiunge molti volti nuovi a quelli di un mese fa. Anche questa volta una quarantina di persone, in questa occasione chiamate a confrontarsi sui nodi politici che questo passaggio pone nel presente e nel futuro del Trentino come nel contesto più ampio che avremo come cornice. Sono contento di vedere Alberto, Alessio, Aldo, Andrea, Angelo, Annalisa, Antonio, Armando, Attilio, Bruno, Cristina, Danilo, Diego, Edoardo, Eddy, Elena, Enzo, Ezio, Francesco, Gabriella, Luca, Luciana, Luisa, Massimiliano, Micaela, Michele, Nicola, Nino, Pippo, Razi, Salvatore, Silvano, Sohelia...  ed altri che ora mi sfuggono e dei messaggi che mi inviano Alex, Alessandro, Anita, Claudio, Federico, Giovanna, Giuliano, Luca, Jovan, Marco, Marta, Mauro, Norma, Patrizia, Riccardo, Roberto, Roberta, Sandra, Sergio, Stefano... Avverto un bel clima che mi aiuta ad affrontare questa nuova scommessa.

E di cui c'è bisogno, perché l'esito elettorale non è per niente scontato. Parliamo dei rischi di omologazione del quadro politico locale a quello nazionale, di ciò che potrebbe rappresentare l'eventuale non raggiungimento del quorum nella cancellazione dei tratti di qualità che il centrosinistra autonomista - pur fra mille contraddizioni - ha saputo mettere in campo in questi quindici anni, della necessità di far crescere una prospettiva politica che ridia smalto a quella sperimentazione originale che ha fatto diverso il Trentino...

Ragioniamo sui tratti caratterizzanti del programma della coalizione e della necessità di far vivere iniziative trasversali su alcuni temi di valore (modello di sviluppo, impronta ecologica, agricoltura...), ma anche di quello del PD del Trentino e degli stimoli che possono venire dalle posizioni più esigenti di candidati come il sottoscritto per evitare che il nostro programma non sia semplicemente un elenco di parole pressoché scontate...

Ne esce un confronto che meriterebbe più tempo e quindi propongo ai presenti di pensarci e di inviarmi a stretto giro di mail stimoli e input programmatici per arricchire un impianto che si pone obiettivi concreti di legislatura.

Indico altresì le forme con le quali vorrei caratterizzare la campagna elettorale:

- l'organizzazione di almeno venti "conversazioni sulla politica" da realizzare in casa, dove i sostenitori della mia candidatura invitano gruppi di amici che mai parteciperebbero a conferenze pubbliche per parlare di questo passaggio di tempo così complesso;

- le conferenze a tema, con l'intenzione di fare un bilancio partecipato della scorsa legislatura ed indicare i temi di un nuovo impegno nei cinque anni a venire (alcune sono già programmate);

- l'impegno di offrire, attraverso la presentazione del libro "Senza parole. Cronache e idee dall'autunno della politica", occasioni di confronto di natura coalizionale;

- la scelta di rivolgersi a target particolari attraverso la rete informatica, per valorizzare aspetti specifici del mio lavoro nella scorsa legislatura;

- ovviamente la produzione di materiale che racconti di questo lavoro e offra un progetto, insieme programmatico e politico, che possa motivare una scelta di voto anche a prescindere dalla crisi della politica e dei partiti tradizionali, nella consapevolezza che l'incontro fra le buone idee e il rappresentare (almeno così speriamo) il partito di maggioranza relativa in Consiglio provinciale ci offre una possibilità di tradurre  in realtà le cose in cui crediamo.

Finiamo l'incontro con pane buono, casolet e un gustoso piatto di "peverada", molto gradito da parte dei partecipanti. E un buon bicchiere di vino.

Si chiude così una settimana intensa che solo in parte ho trovato il tempo di raccontare nel mio diario, ma della quale comunque trovate traccia su questo blog. Sarebbero molti gli spunti. Di uno di questi incontri non posso non dare testimonianza, quello che si svolge sabato mattina al Caffè Bookique di Trento sui "cittadini del nulla", ovvero il diritto di asilo politico.

Il più antico diritto che - quand'anche riconosciuto nella Costituzione italiana - dal 1948 ad oggi non ha trovato alcuna traduzione legislativa. L'incontro trae spunto dalla lettera di Sohelia e Razi Mohebi, da alcuni anni rifugiati politici in Italia, che trovate in "Primo piano" e la cui espressiva lettura di Michela Embriaco ha l'effetto di rappresentare come un moderno dramma contemporaneo, in buona sostanza un pugno nello stomaco della coscienza civile. E' quello che colpisce i parlamentari presenti, il senatore Fravezzi e l'onorevole Fraccaro.

Perché l'incontro, promosso dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, è rivolto in particolare ai parlamentari trentini, ai quali chiediamo di farsi carico del tema considerato che la competenza è del Parlamento italiano. Così la lettera dei "cittadini del nulla" probabilmente arriverà sulla scrivania di tutti i parlamentari che forse nemmeno conoscono la distinzione fra emigrati e richiedenti asilo. Persone, gli uni e gli altri, che richiedono attenzione e dignità. Entrambi, ce lo siamo ripetuti in mille modi, risorse da valorizzare, anche se questa espressione non mi piace affatto. Ma chi chiede asilo per le proprie idee non ha scelto di andarsene del proprio paese, vi è stato costretto. E questo farsi carico, lungo il Novecento, di una protezione di civiltà ha rappresentato non solo la possibilità di tenere aperta una speranza per chi si è trovato in questa situazione ma anche una prerogativa per quei paesi che per questo sono diventati terra d'asilo.

A pensarci bene nella storia dell'umanità, le città che sono state luoghi d'incontro di culture diverse proprio grazie all'espulsione o all'esilio dei loro intellettuali, hanno vissuto le loro "età dell'oro" non per le conquiste o i beni materiali che potevano aver sottratto ai vinti, ma proprio a partire dall'intreccio di saperi che le hanno fatte grandi.

Grazie quindi a Razi e Sohelia, grazie ad Antonio Rapanà che ha introdotto e condotto con sensibilità l'incontro. Ci siamo detti che rappresenta solo il primo atto di un percorso. Vorremmo che fosse effettivamente così e penso fra me che, nonostante la competenza legislativa in materia sia nazionale, anche qui nella nostra bella autonomia potremmo immaginare di poter accogliere le persone che pagano per le proprie idee non solo offrendo loro accoglienza, ristoro e dignità, ma quell'agorà che faccia di tutto questo un investimento per il nostro stesso futuro.

 

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