"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

23/07/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Michele Nardelli e Paolo Rumiz al Castello del Buoncosiglio a Trento

Ho un sacco di lavoro arretrato, cose da scrivere, messaggi ai quali rispondere, incontri da preparare, persone da sentire, progetti da riprendere in mano. Il trucco, che ogni tanto esercito con me stesso, ancora funziona. Così che l'aver programmato nei mesi scorsi un viaggio in Messico, poi cancellato, fa sì che almeno in parte questi siano liberi da impegni pubblici. Ne approfitto, dunque, per recuperare lavoro arretrato.

In realtà avrei bisogno di recuperare energie più che lavoro, staccare la spina. Ma proprio non ci riesco e neanche mi sfiora l'idea di programmare qualche giorno di vacanza. La mediazione che trovo è quella di lavorare in casa. Di conseguenza passo i primi due giorni della settimana alle Camalghe, ma pur sempre davanti al computer e al telefono.

Quest'ultimo è rovente e Gabriella mi dice che forse sarebbe opportuno usare l'auricolare. Ovviamente ha ragione. Perché le telefonate durano a lungo, le persone chiamano per avere qualche rassicurazione o per chiederti "ma che succede?". In effetti dopo l'esito delle primarie in molti (troppi) si candidano a fare gli allenatori quando invece dovremmo interrogarci su ciò che abbiamo da dire. Continuo a pensare, concordando con l'editoriale di Simone Casalini di venerdì scorso sul Corriere del Trentino, che la crisi dei partiti e nella fattispecie del PD sia riconducibile alla capacità (o meno) di leggere il presente e di esprimere progettualità, verificando su questo l'adeguatezza (o meno) di una classe dirigente.

Per quanto mi riguarda, il lavoro e l'impegno nel PD ha seguito in questi anni una traiettoria diversa. Almeno formalmente (e la forma per me è sostanza) non faccio parte di alcun organismo dirigente e quanto al gruppo consiliare, tante cose si possono dire ma non certo che sia stato un soggetto collettivo, senza dimenticare che, almeno per tutta una prima fase, le scelte rispondevano più a logiche di componente che di merito. Una traiettoria politica, la mia, che non considerava affatto conclusa quella sperimentazione che guardava ad una rappresentazione politica diversa dallo schema di gioco nazionale, nella direzione del (o dei) partito territoriale.

Apro qui una piccola parentesi. In questi anni, di fronte alla semplice (ed amara) constatazione che un approccio collettivo proprio non faceva parte del DNA del gruppo consiliare, ho scelto di interpretare il mio lavoro istituzionale concentrandomi su un profilo politico e progettuale che spero sia emerso e che, in tempi di bilancio, a breve proporrò ai lettori di questo blog. Chiusa parentesi.

Ciò nonostante, non mi piace non prendermi le mie responsabilità, per grandi o limitate possano essere. Per questo sono sempre disponibile al confronto sul territorio e nei circoli, pur sapendo che spesso anche questi non sono scevri da logiche di componente. Credo nel confronto e sono preoccupato nell'immaginare che i luoghi di formazione delle idee siano i talk show televisivi. Sono anche preoccupato del fatto che nella deriva della politica si preferisca cercare capri espiatori piuttosto che interrogarsi in profondità e anche per questo invito le persone con cui parlo a non cedere alle scorciatoie. Nei prossimi tre mesi ci giochiamo infatti il destino non del PD ma di questa terra e questo dovrebbe indurci a cercare soluzioni il più possibile condivise, concentrandoci sulle idee e proposte da portare in campagna elettorale e nel profilo della coalizione, costruendo una lista forte e rappresentativa nelle persone come nei contenuti. Con la sobrietà che si conviene a chi lavora per un progetto collettivo, non per l'affermazione personale.

Questo non significa affatto cancellare le contraddizioni che attraversano il Partito Democratico del Trentino, ma ci sarà un tempo congressuale per poterle affrontare con il necessario approfondimento e il coinvolgimento di tutti gli iscritti. Sarà in quella sede che la mozione definiamola "territoriale ed europea" misurerà la sua capacità di convincere. Nel frattempo le elezioni dobbiamo vincerle e bene, con un candidato presidente che sia garanzia di tutti e primus inter pares, e con un risultato del PD che riequilibri l'asse politico della coalizione.

Il mio auspicio è che domenica prossima, nell'assemblea del PD del Trentino, si trovi una soluzione capace di dare un chiaro segnale di rinnovamento ma anche di dialogo costruttivo fra le sensibilità che caratterizzano questo partito. Poi ciascuno dovrà fare la sua parte, perché questo nostro Trentino continui in quella navigazione che l'ha fatto divemntare terra non omologata allo spaesamento e alla paura.

Come dicevo all'inizio di questa pagina di diario non ho all'orizzonte alcuna vacanza. Ma in cuor mio spero che uno spazietto per qualche atmosfera balcanica di riuscire forse a ritagliarmelo. A proposito, il racconto di Paolo Rumiz che abbiamo letto e commentato al Castello del Buonconsiglio un paio di settimane fa ha ricevuto 1371 apprezzamenti sul sito di Osservatorio Balcani Caucaso. Non male davvero.

 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Adriano il 25 luglio 2013 16:48
    Caro Michele credo che nei prossimi mesi, oltre al Trentino, si giocherà il destino di un partito come il PD in forte mutazione ed incapace di un reale rinnovamento nel rapporto tra i mezzi e i fini uniti ad una mancanza di sguardo e lettura del presente. Condivido pienamente quando parli del bisogno di ripartire da una dimensione altra come quella "territoriale ed europea"; credo che valga davvero la pena di iniziare un cammino in questo senso. A presto
  2. inviato da Giuliano il 25 luglio 2013 09:24
    Bellissimo il tuo ultimo diario di bordo
    Che dire... se le vicende politiche continueranno a essere deludenti, ci rimarranno almeno questi tuoi presiosi contributi


    Giuliano


    PS: Vorrei conservare quel lucido ottimismo che traspare dal tuo scritto, ma purtroppo, respirando l'aria che mi circonda faccio fatica a farlo
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