"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

08/10/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Paesaggio invernale Colbricon

Nel nostro diario eravamo rimasti all'incontro che abbiamo svolto nel quartiere di Madonna Bianca, qualche giorno fa. Il tempo scorre veloce, quand'anche pieno di incontri e iniziative.

Il giorno seguente partecipo all'inaugurazione della mostra sulla storia della Michelin di Trento, storia di lavoro, di lotte, di identità perdute. Anche di occasioni, come quella di dedicare a Giuseppe Mattei, straordinario protagonista del mondo sindacale trentino e nazionale, una via nel quartiere delle Albere che avrebbe potuto rappresentare un segno della memoria del lavoro laddove oggi sorge il Museo della Scienza. Occhi lucidi, persone che fatichi a riconoscere, immagini d'altri tempi. Credo fosse il 1972... davanti a quei cancelli, il mio primo volantinaggio proprio con Beppino. Ne conservo ancora l'emozione.

La casa di Anita e Flavio è un po' il simbolo dell'accoglienza, basta dare uno sguardo alle dimensioni del tavolo nel grande soggiorno per capire che qui il cibo è l'arte dell'incontro. Qui si svolge la seconda delle mie "Conversazioni sul Trentino". Avevo chiesto ad Anita di invitare non le persone già convinte, ma chi piuttosto fosse riluttante persino ad andare a votare. Devo dire che mi ha preso in parola perché le domande che i presenti mi rivolgono non sono certo di circostanza. Un fuoco di fila che spazia dalle comunità di valle ai privilegi della politica, dal non edificante spettacolo della politica nazionale al valore dell'impegno politico. Domande toste, risposte spero convincenti. Le persone se ne vanno che la sera è inoltrata, portandosi via idee e immagini che prima non avevano e l'idea che la politica non è tutta uguale. E anche il materiale elettorale.

Sabato pomeriggio partecipo alla "marcia dei poeti". Lome (Lorenzo Menguzzato) mi ha invitato chiedendomi di portare anch'io come tutti i partecipanti una propria opera e per l'occasione porto con me una legge, quella sull'apprendimento permanente che con la cultura c'entra, eccome. Così, al Palazzo delle Albere chiuso per restauro, accanto a quadri e sculture, c'è anche il libricino "Leggi per voi".

Dopo qualche minuto sono a Villa Lagarina dove, a Palazzo Libera, s'inaugura la mostra delle opere di Mauro De Carli, artista, scultore e spirito critico del suo tempo, papà di Eric acquisito ora anche formalmente come nipotastro. Eric  questa mostra l'ha voluta fortemente, a dispetto dell'indifferenza. Ne avevamo parlato in questo diario e oggi la sua tenacia viene premiata con un'esposizione di grande raffinatezza ed efficacia per quanto le opere di Mauro sanno trasmettere, a cominciare dalla scultura del Cristo affranto che le gerarchie non vollero nella chiesa di Villazzano dov'era destinata. La folla assiepata dei presenti e
le sferzanti parole di Antonio Cossu (che questa mostra ha organizzato con passione e maestria) suonano come una sorta di piccolo risarcimento per le amarezze che Mauro aveva vissuto di fronte all'aridità del potere.  Fra qualche giorno, domenica 20 ottobre nelle "Matinée" del Cinema Astra a Trento (inizio ore 10.15), verrà presentato il catalogo delle opere e un filmato dedicato alla vita di Mauro De Carli. E' il mio un invito a parteciparvi.

A seguire, è una serata delicatissima quella che Paolo Domenico Malvinni e il gruppo culturale di Nogo Torbole ci propongono come omaggio a Scipio Sighele, a cent'anni dalla morte. Un pensiero, quello di Sighele, da riscoprire e l'opera messa in scena al Forte Superiore di Nago ben rappresenta lo spirito di un tempo - nel passaggio fra il XIX e il XX secolo - nel quale tutto stava cambiando. Storie di vita e pensieri che hanno attraversato il Trentino di cui dovremmo avere memoria per comprendere il nostro di tempo.

Tralascio il lavoro di domenica per far partire l'opuscolo con il mio programma: mobilitati un bel numero di amici volontari che vorrei ringraziare perché senza di loro questa campagna elettorale sarebbe praticamente impossibile.

Lunedì nel tardo pomeriggio sono a Povo, nel bar Al canton, per l'aperitivo/confronto organizzato dai circoli del PD di Villazzano e Povo che ha come oggetto le questioni internazionali. Bravi nel proporre questo tema, in genere poco vissuto nelle campagne elettorali, ma (io credo) decisivo in un tempo sempre più interdipendente. Il confronto, al quale partecipa anche Lucia Maestri, è partecipato e intenso. Vedo le persone attente, quasi stupite del taglio che propongo che va ben oltre la solidarietà, investendo ogni aspetto della nostra quotidianità, dal lavoro all'uso delle risorse, dalla finanza globale alla criminalità organizzata. Vedo i presenti molto convinti, forse si comincia a capire che questi temi non dovrebbero essere relegati a competenze minori.

Neanche il tempo per un panino e siamo a Borgo Valsugana, nella sala della Comunità, con Giacomo Pasquazzo, Ugo Morelli, Nicola Ropelato e Luca Paolazzi a presentare il libro "Senza parole". Un tema - quello su cui si articola la serata - delicato come la questione delle comunità di valle, quasi a "mettere il culo sulle pedate" come si suol dire. Ma la buona politica deve saper fare proprio questo e la discussione che ne viene è in piena attualità con quello che nella stessa sede, ma al piano di sopra, si sta discutendo, ovvero il piano strategico di comunità. Ogni valle è una storia a parte e il genius loci è il punto cruciale da cui partire per immaginare un futuro che sappia valorizzare storia e vocazioni di ciascun territorio.

Tralascio un po' di incontri vari, anche se devo dire che sulla riunione che abbiamo in presidenza fra Provincia e Ecopneus ci sarebbe davvero molto da dire e da riflettere. Ci tornerò con calma passate le elezioni e se sarò chiamato a proseguire in questo mio incarico.

Per arrivare di notte e sotto la pioggia a Tonadico, in Primiero, ci vuole quasi un'ora e mezza di viaggio. Ma devo dire che ne valeva la pena. Sono con Enrico Turra, Alessio Manica e Giacobbe Zortea e la discussione che si sviluppa con i presenti è vera e bella, nonostante le tensioni che hanno attraversato il PD in zona. Anche qui, persone attentissime e competenti, interventi per nulla banali e anche noi facciamo bene la nostra parte se è vero che le persone lasciano la sala soddisfatte, chiedendo un po' di materiale da diffondere. I numeri di questi incontri non sono travolgenti, ma più di venti persone a Tonadico non sono proprio cosa da nulla.  Specie se il confronto spazia anche attorno ai nodi politici più ampi, ben oltre quindi la realtà di una valle che si vive ai margini, segnata dall'emigrazione fino agli anni '80. Ricordo i primi incontri con Angelo Orsingher quando era Sindaco di Canal San Bovo e dello scoramento nel vedere le case sempre più disabitate per effetto della gente che se ne andava per la mancanza di lavoro. Ne è passata di acqua sotto i ponti, le cose sono cambiate, ma ancora oggi il tema del lavoro qui si fa sentire. Nella birreria Shangrillà di Fiera di Primiero dove andiamo a prendere qualcosa a fine serata incontro Nicola Simion, uno dei ragazzi che hanno dato vita alla produzione artigianale di birra, diventato presidio Slow Food. Per dire che qui come altrove il lavoro passa anche attraverso la fantasia e l'inventiva delle persone che con la filiera corta riescono a produrre cose uniche. E' così che si fa e queste cose andrebbero agevolate, ma questo non sempre accade, anzi. Occorrono visioni, sguardi lunghi. E un po' meno burocrazia.

 

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