"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Prende il via una settimana intensa sotto il profilo dell'impegno istituzionale. Iniziamo oggi a Bolzano con la riunione della I e II Commissioni legislative regionali mentre martedì prende il via l'ultima sessione del Consiglio provinciale che proseguirà nelle giornate di mercoledì, venerdì e lunedì prossimi. Siamo infatti alle ultime battute della legislatura, considerato che a metà settembre ci sarà l'avvio formale della campagna elettorale.
Dire che cinque anni sembrano volati via può risultare un po' banale ma in fondo è proprio così. Di certo - e questo diario lo ha testimoniato pressoché giorno per giorno - sono stati un passaggio impegnativo del mio percorso politico ed esistenziale nel quale ho cercato di dare alla mia comunità quanto sapevo e potevo. L'esito sta nel bilancio di cinque anni di lavoro, nella qualità dell'attività legislativa realizzata, nel profilo politico che mi viene riconosciuto. Vedremo ad ottobre se questo corrisponderà anche ad un po' di consenso elettorale.
Intanto c'è ancora uno scampolo di legislatura, pur nella consapevolezza che - in buona sostanza - siamo già in campagna elettorale etranne la legge provinciale in materia di impatto ambientale non c'è il tempo per far passare nient'altro. Nemmeno la legge di iniziativa popolare contro la discriminazione sessuale pure approvata in Commissione ma che si ferma di fronte all'ostracismo dell'opposizione ma anche alla tiepidezza (diciamo così) della maggioranza. Sarebbe stato un punto qualificante di questa legislatura riuscire a chiuderla con un atto politico di civiltà e le condizioni forse avrebbero potuto esserci se ci fossimo concentrati su questa proposta di legge che, oltretutto, avrebbe dovuto avere - in quanto di iniziativa popolare - una
via preferenziale. Provo in queste ore a vedere se c'è ancora qualche margine per inserirlo all'ordine del giorno, ma la cancellazione della convocazione di metà settembre sgombra il campo. Il DDL di iniziativa popolare (non così il testo approvato in Commissione) arriverà come primo atto politico della XV legislatura.
In Commissione a Bolzano discutiamo fra le altre cose il Disegno di Legge regionale sull'istituto della "Convenzione" quale metodo per arrivare alla riforma dello Statuto di autonomia. Quando a luglio lo abbiamo presentato non prevedevamo certo che ci fossero i margini per giungere ad una sua approvazione entro questa legislatura, ma abbiamo deciso di presentarlo ugualmente come atto di testimonianza politica. In Commissione ci rendiamo conto che in realtà - se ci fosse stato l'accordo con la SVP - quasi quasi avremmo potuto farcela. Ma la SVP, pur essendo d'accordo con il merito della proposta, ha deciso che la strada maestra per mettere mano allo Statuto dovrebbe essere il passaggio dalle due Province e non dalla Regione, anche forse per evitare che su un tema così importante non fossero loro ad avere la primogenitura.
I rappresentanti dell'opposizione gridano allo spot elettorale. Rispondo loro che dopo una legislatura regionale a dir poco imbarazzante (se escludiamo l'invenzione del Fondo regionale per lo sviluppo locale di cui - fra l'altro - sono stato proponente)era necessario almeno lasciare una testimonianza politica sulla necessità di ripensare la Regione nell'ambito del confronto attorno al tema, ormai maturo, del terzo statuto. E dunque questa proposta almeno indica una strada che mi auguro possa essere percorsa nell'avvio della prossima legislatura, immaginandola dunque in una certa misura come costituente.
Propongono dall'opposizione di ascoltare un esperto costituzionalista al solo scopo di impedire l'arrivo in aula della proposta, ma il valore di un atto politico come questo rimane in tutta la sua forza: l'idea di dar vita ad un istituto come la Convenzione nel quale far incontrare soggettività e sensibilità diverse affinché possa emergere l'idea di una regione come coordinamento delle autonomie integrali del Trentino e dell'Alto Adige - Sud Tirolo.
Nel centrodestra si fatica a comprendere che una proposta possa essere formulata semplicemente come effetto di una riflessione condivisa e di un bilancio politico di legislatura, quand'anche regionale. Non possiamo dimenticare che la Regione è stata per anni lo strumento usato per ingabbiare l'autonomia della comunità sudtirolese, in un contesto regionale nel quale la maggioranza sudtirolese diventava minoranza nella Regione.
Colpisce il fatto che l'opposizione da un lato rivendichi la necessità di ascoltare costituzionalisti e poi, di fronte alla proposta di modifica legislativa relativa agli interventi straordinari sul pacchetto famiglia dopo che la Corte Costituzionale aveva giustamente impugnato la norma contenuta nella Finanziaria regionale 2013 relativa al numero di anni di residenza (cinque) per accedere al contributo, non fa una piega anzi la sostiene. Mi fa specie poi che la nostra maggioranza possa avvalersi di una mozione approvata in Parlamento che va in questa direzione per ritornare sui propri passi (laddove si era concordata una mediazione sui due anni) considerando più importante una mozione di una sentenza della Corte Costituzionale. Il mio voto è contrario, ma la proposta passa con il voto favorevole traversale fra maggioranza e minoranza. Ragioni culturali e ragioni elettorali...
Ritorno a Trento per l'inaugurazione della mostra a Palazzo Trentini dedicata alla figura di Andrea Zanzotto. Dopo gli interventi di Bruno Dorigatti e Antonio Colangelo provo a dire qual è il valore dell'eredità che ci ha lasciato il poeta di Pieve di Soligo. In primo luogo Zanzotto ci ha aiutati in questi anni a riconoscere lo spaesamento, quel vento che è penetrato in profondità devastando il tessuto sociale e culturale della sua regione. In secondo luogo quella profondità di sguardo così lontana dalla cifra degli umori del nostro tempo. Diceva Zanzotto: "Se qualcuno mi chiedesse di esporre la mia poetica, d'impulso risponderei: non abbaiare". Andatela a vedere, questa mostra.
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