"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

09/08/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Michele e Nina

Erano giorni che pensavo di mettere intorno al tavolo un po' di amici per ragionare insieme sul delicato passaggio politico che il Trentino sta attraversando e per verificare il sostegno ad una nuova mia candidatura nelle elezioni provinciali di fine ottobre. Fra un impegno e l'altro, come nell'inoltrarsi dell'estate, c'era sempre qualcuno impossibilitato. Poi mi sono finalmente deciso: nel giro di un paio di giorni, attraverso un veloce giro di mail, il mio sito, facebook e qualche telefonata, sul prato sotto casa ci siamo ritrovati numerosi, almeno una quarantina di persone.

La cosa più bella in questa dimostrazione di attenzione, di sensibilità e anche di affetto era il fatto che molte delle persone presenti non si conoscessero fra loro, generazioni diverse così come le loro aree geografiche di provenienza. Non era nemmeno una corrente (almeno per come le abbiamo tradizionalmente conosciute), perché anche su questo piano le storie politiche dei presenti erano le più diversificate, oppure persone che hanno iniziato il loro impegno politico con la nascita del PD del Trentino o, ancora, che non hanno alcuna appartenenza.

Accomunati, questo sì, dalla preoccupazione per quello che potrebbe accadere in Trentino se non prendiamo sul serio in considerazione che gli scenari non sono affatto scontati, che il centrosinistra autonomista per affermarsi deve mettere in campo il meglio di sé, tanto sul piano dei contenuti - rivendicando l'anomalia di questi quindici anni di governo e aprendosi a pensieri e visioni nuove -, quanto sul piano delle persone che di questa anomalia siano stati e siano protagonisti.

Non dovevamo decidere nulla, semplicemente dire che ci siamo in questo passaggio politico delicato e nel sostegno alla mia candidatura. Anche qui, nel far conoscere e rivendicare il lavoro svolto in questi cinque anni e nel mettere in campo una campagna elettorale capace di dialogare con i mondi più vari, attraverso quel passa parola che più di ogni altra cosa conta del costruire adesione.

All'appello in sostegno della candidatura vorrei che questa volta potessero corrispondere altrettante conferenze in casa, con i propri amici, per parlare di buona politica fuori dai formalismi dell'incontro pubblico, che pure ci sarà laddove, sui temi toccati nell'azione legislativa provinciale (penso all'amianto, alle filiere corte e all'educazione alimentare, al software libero o all'educazione permanente), in quella regionale (il terzo statuto e l'Europa) o sui grandi temi della pace, della memoria e dell'elaborazione dei conflitti o della cooperazione internazionale, si organizzeranno incontri rivolti alla popolazione o quanto meno alle persone interessate.

Intanto direi che abbiamo iniziato bene. Per questo ringrazio tutte le persone che hanno risposto all'invito (Alba, Antonio, Armando, Claudio, Cinzia, Cristina, Dario, Diego, Dora, Edoardo, Enzo, Erik, Federico, Gabriella, Gianni, Iva, Jovan, Lome, Lorenzo, Luca, Massimiliano, Michele, Nino, Paolo Domenico, Pippo, Razi, Rita, Roberto D., Roberto P., Salvatore, Sandra, Sergio, Soheila, Stefano, Vincenzo, Walter e gli altri presenti all'incontro e che in questo momento non mi vengono in mente), ai tantissimi che non potevano esserci e che mi hanno inviato un messaggio, a quelli che all'ultimo momento non sono potuti venire ma sui quali so di poter contare.

C'era anche Nina, che pure non è nuova alle campagne elettorali. Ad un certo punto si è seduta in circolo con tutti noi come a dire "ci sono anch'io", nel suo splendore nonostante la recentissima operazione che ha dovuto subire per ricostruire la zampa fratturata.

Una bella comunità di persone che condividono la preoccupazione per il futuro del Trentino e insieme la volontà di far vincere il centrosinistra autonomista, in quest'ambito il PD del Trentino (ma già immaginando gli scenari futuri di una sperimentazione politica originale), nella speranza di esprimere un gruppo di rappresentanti che sappiano dare voce alla buona politica.

 

3 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Michele il 12 agosto 2013 14:58
    Raccolgo le ultime parole del tuo messaggio, Vincenzo. I primi contenuti sui quali lavorare sono quelli con i quali, in questi quindici anni di governo, abbiamo contribuito a fare diverso il Trentino. Chi lo descrive come una "magnadora" non ha capito nulla di questa terra e della sua diversità. Che, certo, va coltivata e condivisa rendendola così meno sensibile ai poteri forti. Ma, a guardar bene, sono proprio quei poteri che in queste settimane sono impegnati come forsennati per interrompere questa esperienza. Non vederlo è doppiamente colpevole, anche dentro il PD del Trentino. Essere esigenti è necessario, ma nel farlo occorre anche evitare di tagliare le contraddizioni, facendole evolvere invece, accompagnando i processi di cambiamento attraverso quel lavoro sui contenuti che abbiamo cercato di far vivere, seppure con fatica, in questa legislatura. Che sarebbe stata più proficua se oltre a dover avere a che fare con le resistenze culturali al cambiamento non avessimo dovuto contrastare chi, per le ragioni più svariate, aveva come unico scopo quello di mettere in difficoltà il governo di Dellai e Pacher. E' proprio sui contenuti che ho lavorato in occasione delle leggi finanziarie, nell'immaginare un'economia di qualità e legata al territorio, una diversa agricoltura, una riqualificazione in senso sostenibile del turismo... nelle iniziative per fermare gli affaristi dell'energia rinnovabile (Baldo/Garda, dighe sull'Adige, ripubblicizzazione dell'acqua...)... nel pensare ad un diverso assetto delle funzioni (e dei poteri) attraverso la riforma delle comunità di valle ma anche sulla banda larga e sul software libero... e così via. Dobbiamo rivendicare ciò che siamo e al tempo stesso indicare nuove visioni, non tagliare le teste. Essere "responsabili" significa questo, significa quel rimboccarsi le maniche che fece Walter Micheli dopo la tragedia di Stava che pure affondava qualche responsabilità nell'azione di chi fino a quel momento non si era interrogato abbastanza (o niente affatto) sulla sostenibilità. Il Trentino cambiò e prese il via una nuova stagione politica. Quella degli imprenditori prestati alla politica ci porterebbe esattamente nella direzione opposta.
    In questo processo, occorre anche ripensare oltre alle categorie del pensiero anche le forme dell'agire politico. Di qui la proposta del partiti territoriali in reti sovranazionali. Anche su questo misureremo la capacità di trasformazione: se quella dell'ossessione per le regole o quella dell'impegno collettivo, di partiti ultraleggeri (che corrispondono a leadership personali) o del lavoro di inchiesta e di proposta che presuppone la fatica condivisa della partecipazione.
  2. inviato da Ali Rashid il 11 agosto 2013 22:02
    Con molto rammarico non ho potuto participare. Sono ancora in Palestina. Anche qui avresti molti sostenitori. Per la prossima volta non mancherò. Ali Rashid
  3. inviato da vincenzo calì il 11 agosto 2013 08:34
    caro Michele,
    i tuoi, da consigliere provinciale, sono stati cinque anni spesi bene, e hai fatto bene venerdì a richiamare quanto hai fatto, in perfetta solitudine, con un partito alle spalle molto avaro di riconoscimenti e poco propenso a lavorare in modo collegiale. Dalle pagine del tuo diario abbiamo colto l’amarezza che devi aver provato, tu che della politica come professione, intesa in senso weberiano, sei sempre stato un attento interprete, nel vedere il PD segnare il passo sul terreno federalista. E qui sta il punto: aprendosi la stagione congressuale del PD la gara per la scelta del governatore del Trentino non può prescindere da questo fatto, e il tuo invito a rimandare a dopo il 27 ottobre il chiarimento sulla natura del soggetto politico territoriale ripropone una politica dei due tempi inadeguata (a parer mio, del matto della compagnia, come mi hai simpaticamente definito all’incontro). Cerco di spiegare meglio il mio suggerimento all’allargamento della coalizione con una lista di “Comunità responsabile”. Pare, a detta di molti osservatori, e tu hai convenuto, che lo stallo nel centrosinistra, e nel PD in particolare, sia totale. Se Roma piange (incertezza della direzione PD su tempi e modalità del congresso) Trento non ride: il rinvio a dopo ferragosto per la scelta della segreteria operativa in vista delle elezioni di ottobre unita al moltiplicarsi dei coordinamenti da cui sono esclusi i circoli è un'autentica provocazione verso gli elettori. Ma di quale "partito federale di iscritti ed elettori" si va cianciando? La commissione elettorale per voce del suo presidente annuncia la lista già per i primi di settembre e il partito non ha ancora definito il proprio riassetto interno provvisorio né la platea allargata degli elettori è stata consultata. Nella gara a perder consensi il PDT si avvia a toccare records imbattuti. Se ci fosse un Togliatti trentino, questi scioglierebbe il CSA e candiderebbe a governatore la neoiscritta Lucia Fronza Crepaz e a segretaria traghettatrice Donata Borgonovo, onde evitare il passaggio alla clandestinità dell'intera sinistra trentina. Vale, ovviamente in dodicesimo, il parallelismo con il dicembre 1945 (riassumo in sintesi: crisi del governo Parri, svenimento di Degasperi, le sinistre propongono Nenni, l’uomo che portava il "vento del Nord" e Togliatti d'autorità impone Degasperi, che ripresosi, si trova Presidente). Se la mossa servì a Togliatti per evitare di far la fine dei comunisti greci, possibile che i nostri attuali democratici locali non capiscano che le continue beghe fra "primiuomini" ci riportano agli anni cinquanta, quando la sinistra poteva avere diritto di cittadinanza solo grazie alla presenza in campo di figure come Giuseppe Ferrandi, specchiato antifascista? Registriamo come dato positivo l’invito a rompere gli indugi che il saggio Giorgio Grigolli, nel dare lezioni di politica, rivolge alla coppia Fronza-Borgonovo. Se il PD non è in grado di rispondere direttamente con una propria lista inclusiva di tutte le sensibilità democratiche, e le difficoltà di trovare candidati autorevoli ne è una riprova, faccia affidamento sul movimento di “Comunità responsabile”, nato sulla scia dell’insegnamento di Walter Micheli, che nella difficile sfida elettorale di ottobre potrebbe rappresentare quel valore aggiunto necessario ad evitare che l’antipolitica prenda il sopravvento, come le recenti manovre per mettere in difficoltà la coalizione guidata da Rossi stanno a dimostrare. L’alternativa, come già osservato, è quella di finire diritti all’opposizione, dopo frustranti tentativi di accordo con forze di centrodestra per ovviare al mancato premio di maggioranza. Ferragosto è alle porte, ma non è tempo di svaghi: nel momento in cui un moderno Annibale minaccia Roma, anche Trento potrebbe fare la fine di Sagunto. Possiamo cominciare fin da subito a parlare dei contenuti del futuro soggetto politico territoriale?
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