"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

08/07/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Trento, il quartiere delle Albere

8 luglio 2013. Trento inaugura le Albere. In questi anni di attesa ho guardato con curiosa ammirazione verso quel che stava crescendo sull'area in cui un tempo poi non così lontano sorgeva la Michelin. Il fascino per il Muse, il parco sul fiume Adige, l'idea di una nuova città con la quale quella vecchia avrebbe dovuto porsi in relazione virtuosa...

Ricordavo con un po' di fastidio come, in occasione della realizzazione del Mart a Rovereto, quanto questa scommessa venisse allora osteggiata, quasi che investire in cultura rappresentasse un lusso che non ci si poteva permettere o, peggio ancora, denaro buttato al vento. Il seguito ci raccontò della lungimiranza di quella scelta. Ed ora, quasi come una sorta di riflesso automatico, ecco ripetere le stesse cose per il Muse o per l'avveniristico quartiere sorto sulle macerie del più grande insediamento industriale della storia della città di Trento: "un quartiere esclusivo", "una città separata dal suo tessuto urbano" e così via... .

Vorrei che la storia potesse dimostrare il valore di scelte che sanno guardare lontano. Ma gli organizzatori dell'evento - estranei al nostro territorio - sembra facciano di tutto per rendere senz'anima il momento dell'inaugurazione di un quartiere peraltro ancora inanimato. Provo un senso di lacerazione, fra quello che vorrei fosse un momento di festa della città e quel che vedo come un avvenimento che avrebbe potuto  svolgersi in un qualsiasi "non luogo". Chiudo gli occhi per provare a riaprirli improvvisamente, nella speranza che la percezione del surreale possa svanire. Ma una regia estranea alla nostra comunità, che prova a confezionarci addosso un abito che non si addice ad una città che si è guadagnata il rispetto con la proposta culturale e la sobrietà della sua gente, mi riporta alla realtà: sarà una bella sfida quella di dare un'anima al nuovo quartiere delle Albere.

Toccherà al Muse, lo spazio della scienza che è nelle corde della nostra comunità... Toccherà alla gente... che infatti, nonostante il caldo di luglio, in serata invade il nuovo quartiere quasi impossessandosi di uno spazio che o sarà della città oppure semplicemente non sarà. Se ne parlerà anche il giorno seguente, nella piazzetta del Cafè de la Paix, in occasione di "Codici urbani", con gli attori dell'animazione culturale della città.

8 luglio 2013. Un papa di nome Francesco decide che il suo primo viaggio pastorale ha come destinazione l'isola di Lampedusa, per rendere omaggio a quell'umanità scomparsa in fondo al mare nell'indifferenza di tanti. Un paramento viola, simbolo quaresimale di lutto e penitenza. Un messaggio forte, che richiama le istituzioni e la politica ai drammi veri del nostro tempo. Non al rilancio dei consumi, ma al riconsiderarli. Non alla paura o allo scontro di civiltà, ma all'incontro e al dialogo. Non al riarmo (e alla follia degli F35), ma alla cooperazione. Quel palco di legno fatto con i pezzi di un barcone arenatosi sull'isola dovrebbe dirci che è tempo di interrogarci su certa cultura narcisistica ed individualistica che ancora alberga intorno a noi. L'immagine dei barconi che fanno da sfondo alle parole di Papa Francesco stride con il cliché da "Milano 2" che la Castello sgr propone in quello stesso giorno alle Albere.

Il vicesindaco di Lampedusa era a Rovereto nei giorni scorsi, per ritirare il premio Città della Pace che la Fondazione Opera Campana ha assegnato alla comunità lampedusana. A maggio i ragazzi di una classe dell'istituto Marconi della stessa città si erano recati in viaggio di studio a Lampedusa: ne è venuto un libro di testimonianze e una "cartolina" che sabato scorso abbiamo presentato nell'ambito del percorso annuale del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. E il prossimo 20 luglio, sempre come Forum, abbiamo previsto un incontro pubblico al quale sono invitati i parlamentari trentini sul tema del diritto d'asilo.

8 luglio 2013. Per la cronaca è il mio compleanno. Fernando Pessoa scriveva "C'è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo, e dimenticare il solito cammino, che sempre ci porta negli stessi luoghi. È l'ora del passaggio: e se noi non osiamo farlo, resteremo sempre lontani da noi stessi".

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da vincenzo Calì il 11 luglio 2013 21:21
    Per il quartiere delle Albere il parallelismo con "Milano 2" (o Milano 3) mi pare eccessivo: Negli anni settanta e ottanta i due quartieri satellite svolsero una funzione positiva, mentre per il quartiere uscito (ridimensionato) dagli studi di Renzo Piano il punto interrogativo è grande, appunto, come una casa.Che il tutto sia senz'anima, come tu dici,l'aveva previsto Giuseppe Mattei. Se si fosse interrogata la cultura (ricordo nelle mie "schegge", pag.155, che fu lasciata cadere la proposta dell'artista di richiamare in vita il ritmico movimento delle operaie a cottimo nell'ormai desolata landa dell'ex Michelin) forse il risultato finale sarebbe stato diverso.
    Vincenzo
il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea