"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

21/09/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Due immagini della presentazione di

La presentazione di un libro coraggioso, che si ostina a pensare la politica come qualcosa di alto e nobile. E' quel che avviene a Cognola di Trento sabato pomeriggio. Ne seguiranno altre (Rovereto, Lavis, Cles, Primiero quelle già programmate) per testimoniare come anche in una campagna elettorale lo spessore delle parole possa e debba avere cittadinanza e aiutare la politica. Come ho detto nelle conclusioni della tavola rotonda, ognuna di esse sarà un'occasione di dialogo e di cultura coalizionale, merce rara quando si tratta di raccogliere consenso elettorale. Altrettante occasioni dove riprendere quel filo rosso sul piano della sperimentazione politica che negli anni ha reso possibile l'anomalia trentina. Perché c'è stata una stagione nella quale essere laboratorio ha fatto la differenza. Lo ripeto, merce rara. Chissà se ha ragione Edoardo Arnoldi nell'affermare che il 21 settembre potrebbe diventare una data da ricordare nella vicenda politica trentina?

Sicuramente è stata una bella occasione - per quanto ancora simbolica - nel percorso di riconnessione fra politica e pensiero. Grazie a tutti i partecipanti. Grazie a Marika Damaggio che ha coordinato il confronto. Grazie a Ugo Morelli che ha introdotto l'incontro ponendo la questione cruciale della "mancanza" di cui oggi soffrono la politica e le istituzioni. Grazie a Riccardo Mazzeo, perché una casa editrice può interpretare il ruolo di quell'agorà che oggi la politica non sa rappresentare. Grazie a Lorenzo Dellai, che nonostante tutto (compresi gli errori) ancora crede che il Trentino possa essere laboratorio originale. Grazie ad Alberto Pacher, perché ci dice - con la sua presenza prima ancora che con le sue parole - che in fondo quel deficit di pensiero politico si può cercare di colmare insieme. Grazie ad Ugo Rossi, che accetta di mettersi in gioco (e di cambiare perché "cambiato lo è già" - come lui stesso afferma - "in questi cinque anni") scoprendo forse solo ora - ma va bene così - che c'è una comunità politica da coltivare oltre le appartenenze, verso un progetto politico originale che dal Trentino potrebbe nascere...

E grazie a Luca, Stefano, Massi, Antonio, Lorenzo, Giuliano, Alessandro e tutti quelli che con le loro idee e il loro impegno politico e professionale hanno contribuito a far sì che con questa esperienza quel filo di sperimentazione non si spezzasse tenendo vivo il fuoco del pensiero pulito.

Mi vengno in mente le parole di Altiero Spinelli, nel mentre lasciava l'esilio di Ventotene: «Guardavo sparire l'isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine, mi ero imbattuto nelle amicizie decisive della mia vita, avevo fatto la fame, avevo contemplato - come da un lontano loggione - la tragedia della seconda guerra mondiale, avevo tirato le somme finali di quel che andavo meditando durante sedici anni, avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili ... nessuna formazione politica esistente mi attendeva, né si prestava a farmi festa, ad accogliermi nelle sue file ... con me non avevo per ora, oltre che me stesso, che un Manifesto, alcune tesi e tre o quattro amici ...».

 

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