"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

16/03/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Il muro a Betlemme

Alle nove del mattino abbiamo in agenda il primo incontro con lo staff del ministero dell'agricoltura a Ramallah. Facciamo il piano della giornata e poi ci spostiamo a Hebron per visitare uno dei cinque centri sperimentali dello stesso ministero. Potremmo arrivare in mezz'ora, ma l'apartheid investe anche le vie di comunicazione e così ci mettiamo un'ora e mezza. In compenso vediamo una valle che porta verso Gerico e che in questa stagione appare in tutta la sua bellezza mediterranea. Visitiamo l'impianto dei vitigni autoctoni selezionati dal nostro Istituto agrario di san Michele e l'opportunità di una collaborazione stabile nella difesa della biodiversità appare in tutta evidenza.

Ritorniamo a Ramallah. Con il nostro mezzo diplomatico facciamo la strada più breve, ma a Calandia, il check point fra Gerusalemme e Ramallah, c'è un ingorgo da incubo e nemmeno un autista eccezionale come Tareq riesce ad evitarlo. Potenza dei muri e del filo spinato in una terra che si vuole santa e che abbiamo trasformato in un inferno. Non consegno la responsabilità a qualcuno in particolare, anche se sarebbe facile farlo perché la pulizia etnica della Palestina ha delle precise colpe, così come l'ordine di costruire un muro lungo fino ad oggi 645 chilometri contro ogni legalità internazionale qualcuno l'ha pur dato. Ognuno deve prendersi la sua di responsabilità, noi europei per primi visto che dopo aver chiuso gli occhi sul male assoluto abbiamo pensato bene di cavarcela spostando altrove la contraddizione.

La notizia della elezione di Laura Boldrini e di Pietro Grasso alla presidenza di Camera e Senato, se da un lato testimonia della mancanza di un accordo politico per la formazione del governo, è comunque una boccata d'ossigeno e indica che il cambiamento possa mettere in moto processi imprevedibili, come ad esempio l'incrinatura fra gli eletti del M5S e il loro capo che impartisce gli ordini minacciando anatemi o di andarsene. Stupisce invece l'atteggiamento di Monti che per le proprie mire personali sul Senato ha stoppato la candidatura di Lorenzo Dellai alla presidenza della Camera. Credo proprio che questa equidistanza, impolitica e inconcludente, non reggerà a lungo. Chissà che non si sia alla vigilia di una disarticolazione delle rappresentanze in Parlamento.

Nella città diventata la capitale politica dello Stato di Palestina (nell'attesa che Gerusalemme possa diventare la capitale di tutti, anche se temo sia una pia illusione) ci incontriamo con il Ministro dell'agricoltura, Walid Assaf. Un colloquio nel quale manifestiamo la volontà di dare esecuzione alla "lettera d'intenti" siglata nel 2011, una cornice nell'ambito della quale favorire le collaborazioni sul piano della ricerca, della sperimentazione, dello scambio e della cooperazione fra soggetti pubblici e privati con una particolare attenzione al mondo della cooperazione. Sarà quello della cooperazione e del credito un terreno di confronto anche nell'incontro del giorno seguente con il Ministro del Lavoro Ahmed Majdalani.

Non credo più di tanto alla diplomazia ufficiale, in genere troppo ingessata ed intenta ad occuparsi delle proprie dinamiche autoreferenziali. Ma al tempo stesso sono consapevole che se la politica lo vuole può facilitare, e non di poco, le relazioni fra i territori. Per questo ritengo importante questo lavoro di contatto con le autorità palestinesi e credo che anche ai massimi
livelli si inizi a comprendere che la cooperazione diventa utile se è sostenibile e capace di mobilitare le energie vitali dei territori. E sempre per questo progetti come il  Vino di Cana, costruiti attraverso una continua verifica delle condizioni di sostenibilità e di coinvolgimento dei territori, diventano importanti. Così come le relazioni che si sono avviate con il nostro Istituto agrario nel settore della ricerca, che rappresentano un'opportunità di incrociare informazioni e contesti per entrambi.

Quando finiamo con il Ministro dell'agricoltura ci trasferiamo a Beit Jala, la bella città a due passi da Betlemme con la quale il Trentino ha sviluppato un programma di cooperazione di comunità. Un arco di iniziative improntate sull'animazione di territorio, protagonista l'associazione Pace per Gerusalemme ed in particolare Giulia Schirò che a Beit Jala lavora ormai da quasi tre anni. In questi giorni di nostra permanenza in Palestina abbiamo potuto verificare la conoscenza diffusa relativa all'impegno del Trentino in quest'area e la diffusa stima per il lavoro che sta svolgendo Giulia. Dopo essere passati dalla cantina Cremisan (decisamente migliorata da quando si è avviato il progetto di riqualificazione produttiva al quale ha partecipato anche la PAT), arriviamo al centro sociale costruito grazie al Trentino e lo troviamo in pieno fermento, dal ballo alle attività artigianali. Il fatto che sia qui il presidente Pacher è ovviamente motivo di soddisfazione, perché tutto questo lavoro - che viene realizzato senza clamore e riflettori - fa bene al Trentino prima ancora che alla comunità alla quale si rivolge. Ci aiuta a capire e a crescere, innanzitutto. E a guardare alla nostra terra con occhi diversi.

Ormai è sera inoltrata e rimane solo il tempo per fare due passi sul piazzale della natività. La notte a Betlemme è particolare e niente, nemmeno il muro della vergogna, la potrà cancellare.

 

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