"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

26/03/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Yacht a Cipro

Si apre una settimana decisiva per la possibilità di dare un governo politico per l'Italia. Pierluigi Bersani, al quale va tutta la mia stima per la fatica di queste ore, ha proposto un governo di alto profilo politico ed istituzionale che, sulla base delle riforme di cui ha urgente bisogno il paese, possa trovare la maggioranza nei due rami del Parlamento.

Compito arduo perché i numeri al Senato sono molto incerti. Il Pd può contare infatti su 107 senatori; a questi vanno aggiunti i 10 del gruppo Psi-Autonomie, comunque ascrivibili all'area di centrosinistra. Altri 11 voti dovrebbero arrivare dal Gruppo Misto, che è composto da 7 eletti di Sel, 2 del Pd, una dimissionaria del M5S e il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Siamo quindi a 128 senatori. Aggiungendo i 21 di Scelta Civica (che hanno dato oggi il via libera a Bersani) si arriverebbe a 149. Mancherebbero nove senatori per arrivare alla soglia fatidica dei 158 che andrebbero conquistati in aula. Stamane l'incontro con i rappresentanti del M5S non ha dato un esito positivo e Grillo, da lontano, dà la linea: "Nessuna fiducia al governo Bersani".

Come si può capire la strada è in salita, i margini sottili, i condizionamenti molto forti. Vedremo se la forza della proposta e l'appello a non esporre il paese in un momento così delicato a nuove elezioni troverà ascolto. Bersani alla fine della consultazione afferma «Ogni ora che passa, per chi ancora non condivide la mia proposta, la consapevolezza che non è una proposta improvvisata sta aumentando». Se comunque Bersani non dovesse farcela, rimarrebbe ancora lo spazio per un governo istituzionale, un governo a termine per fare le due o tre cose più urgenti guidato da una figura sopra le parti o comunque capace di una maggioranza trasversale. Ma questa via appare forse ancor più precaria di quella che vede impegnato il segretario del PD.

Staremo a vedere. Ma intanto il quadro d'insieme tende ad aggravarsi. L'Europa non riesce nemmeno ad affrontare la situazione di Cipro, paese offshore osservato in maniera distratta dalla politica in tutti questi anni e dove il giro d'affari della finanza è più di otto volte il PIL di quel paese. Improvvisamente si è scoperto che quest'isola, ancora divisa dalla guerra del 1974, era diventata un paradiso fiscale e luogo di riciclaggio per le enormi fortune degli oligarchi russi e, prima ancora, dei profitti di guerra della crisi jugoslava negli anni '90. Ed ora, a questa disattenzione, si risponde nell'ormai abituale ricetta già messa in campo per la Grecia: un vero e proprio salasso verso i contribuenti e le categorie più deboli. Mentre a tutela degli investimenti russi (ma meglio sarebbe parlare delle dei capitali delle mafie) si è mosso in prima persona il premier Medvedev.

Tutti in Europa invocano la ripresa economica e dei consumi, nascondendosi dietro la foglia di fico del superamento dell'attuale congiuntura economica, quando tutti ormai ammettono il carattere strutturale della crisi in atto, che in realtà altro non è se non il nuovo assetto dell'economia al tempo della finanziarizzazione. Questo è l'oggetto di un bell'editoriale a firma del direttore de "L'Adige" Pierangelo Giovanetti intitolato "La finanza divora l'economia". Lo scontro fra economia reale ed economia finanziaria, indicato come "il primo e più incombente fattore esplosivo di disordine mondiale". Chiamo Giovanetti per complimentarmi e gli ricordo del pezzo che avevo scritto proprio per il suo giornale nei giorni immediatamente successivi alla prima edizione del Festival dell'economia (era il giugno 2006 e lo potete trovare a pag.35 degli editoriali su questo sito) quando, a bolla finanziaria non ancora scoppiata, ricordavo che i titoli derivati già rappresentavano una massa finanziaria grande dieci volte il PIL mondiale. Ne scriverò nei prossimi giorni.

Finanza che uccide l'economia reale per il semplice fatto che investire sulle produzioni non conviene. E le conseguenze le possiamo vedere quotidianamente in un contesto di crisi che attraversa ormai anche il Trentino, solo in parte attenuato dai provvedimenti adottati con le finanziarie di questi ultimi anni. Tanto che le situazioni di chiusura o ridimensionamento aziendale non si contano più.

In questi giorni tiene banco in Trentino la vicenda della Subaru di Ala che intende trasferirsi in altri lidi. Verso queste famiglie non può che esserci piena solidarietà e attenzione per salvaguardare quei posti, pur nella consapevolezza che il lavoro in Trentino non lo teniamo rincorrendo le situazioni di crisi ma impostando sin d'ora un diverso modello di sviluppo che abbia a che fare con le vocazioni e le unicità del territorio. In questa direzione andavano gli emendamenti che ho presentato in Finanziaria (ed approvati), per sostenere l'animazione territoriale e per far sì che Trentino Sviluppo acquisisse questa nuova prospettiva territoriale come parte integrante del proprio agire.

Un cambio di profilo di cui abbiamo già iniziato a discutere negli incontri che si sono realizzati in queste settimane a Trentino Sviluppo proprio attorno all'"animazione territoriale" e al progetto "Terre salubri alpine". Ne parleremo anche in un apposito incontro che abbiamo programmato per il prossimo 4 aprile con gli assessori Gilmozzi e Olivi e con il direttore Laner. Ne parliamo anche nell'ambito di "Politica Responsabile", per strutturare il sito in maniera da poter affiancare all'ormai tradizionale tema quindicinale anche alcuni blog di confronto che potrebbero far presagire un nuovo modo di intendere gli assessorati del futuro governo, assumendo un'ottica di natura interdisciplinare.

Incontri e riunioni si susseguono. Dei lavori della terza Commissione Legislativa provinciale e del regolamento per i contributi sulla bonifica dell'amianto ho già parlato in altra parte del sito. Si lavora intensamente alla preparazione dell'evento conclusivo del percorso del Forum sulla cultura del "Limite": ormai siamo alla messa a punto dei dettagli e ne verrà - almeno così mi sembra - un momento magico. Testimoni di spicco si alterneranno a brani musicali che raccontano di come siamo cambiati e, naturalmente, alla poesia di Andrea Zanzotto a cui è dedicata la serata di sabato 6 aprile.

 

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