"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

09/04/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Storia del vino

Dopo una settimana che non ha avuto un attimo di pausa, messo alle spalle l'evento conclusivo del percorso del Forum sul limite (i riscontri immediati sono stati molto positivi, ma se qualcuno ne scrivesse non mi spiacerebbe affatto), domenica mattina faccio un salto a Verona all'apertura di Vinitaly. La sera prima si è fatto tardi, ma ciò nonostante nel corso della mattina sono già nella città scaligera, in questa brutta periferia uguale a tante altre dove si svolge la kermesse del vino italiano.

Ci vado perché ho un appuntamento insieme ad Ali Rashid per parlare del progetto del Vino di Cana, altrimenti ne farei volentieri a meno. Le fiere sono così, anche se non ci sarebbe una regola ed un po' di fantasia non guasterebbe affatto. E' la terza o quarta volta che vado a Vinitaly ma ho l'impressione che ogni edizione sia una replica di quelle precedenti: più che della qualità mi sembra la fiera delle vanità. Incapace di rinnovarsi, costosa (il biglietto d'ingresso è di 50 euro), inconsistente sul piano culturale. Lo stesso assessore Mellarini sembra rendersene conto, tanto è vero che nell'incontro con la stampa nel padiglione trentino ammette che mai il livello della manifestazione inaugurale è stato di così basso. Ma la mia impressione è che anche il nostro settore non brilli di particolare effervescenza, nonostante il dichiarato superamento del conflitto fra le diverse anime del settore.

Me ne torno in Trentino e provo a chiudere almeno per un pomeriggio ogni altra connessione. Provo, perché con Ali è l'occasione di parlare sulla situazione mediorientale dopo la visita di Barack Obama. Si è visto nei giorni successivi con il presidente Abu Mazen e l'impressione è che il presidente degli Stati Uniti qualche impegno lo abbia assunto. Ne parleremo nei
giorni successivi in un incontro informale con il presidente Alberto Pacher. Il problema è che il nuovo governo israeliano è in mano ai coloni ed è ben difficile che senza la dovuta pressione costoro lavorino per una soluzione politica che ponga fine ad un conflitto che invece sembra infinito. Ogni volta che rientro dai miei viaggi nella mezzaluna fertile del Mediterraneo ho la
sensazione che la situazione si sia oltremodo aggravata. Alla faccia della retorica del dialogo.

Inizia una nuova settimana. Una raffica di incontri. Mi limito a dare cronaca a quelli che mi sembrano di maggior rilievo. Uno di questi è l'incontro con il circolo anziani di Pinzolo. Le visite guidate rappresentano l'occasione per raccogliere gli umori, consapevoli del fatto che le persone anziane non si fanno certo particolari problemi a dirti in faccia quel che pensano. E personalmente ne approfitto per parlare in maniera altrettanto chiara del rapporto, spesso malato, fra i cittadini, la politica e i loro rappresentanti istituzionali. Parliamo senza tanti infingimenti di quel che fa (o dovrebbe fare) la politica. Della sua capacità (o meno) di indicare scenari e di volare alto. Del suo essere (o meno) di esempio. Ho la percezione che quel che dico venga ascoltato con grande attenzione, non dico necessariamente condiviso, ma quel che si crea in questa ora di conversazione è un dialogo vero, tanto che qualcuno mi interroga anche sulle mia storia politica e sulla coerenza di questo percorso. Forme di dialogo che il Consiglio fa bene a coltivare.

Altro appuntamento interessante è quello che si svolge all'Hotel America con gli esponenti del coordinamento di SEL (Sinistra Ecologia Libertà) sul futuro della Regione anche a partire della proposta che come Gruppo consiliare del PD del Trentino abbiamo avanzato nelle scorse settimane. Mi fa ovviamente piacere questo invito, lo vivo come una sorta di apertura di interlocuzione su un argomento che ha forti implicazioni storico/culturali prima ancora che politiche. Per questo propongo un profilo alto alla nostra conversazione, nel mettere in fila i passaggi cruciali a partire dall'accordo Degasperi-Gruber, attraverso il primo e secondo statuto, il pacchetto, le leggi di riforma costituzionale del 2001, la nascita del GECT, l'accordo di Milano e l'avvio della discussione attorno al Terzo Statuto. Di cui la proposta che a breve presenteremo in Consiglio regionale (stiamo raccogliendo le firme anche da parte degli altri gruppi della maggioranza) altro non è che una possibile declinazione. La discussione tocca molti aspetti di ampio respiro che intendo riprendere. Credo di poter dire che il taglio dell'incontro venga stato apprezzato.

Martedì pomeriggio di riunisce il Consiglio regionale per eleggere i tre delegati del Trentino Alto Adige - Sud Tirolo che l'ormai prossimo 18 aprile saranno chiamati all'assemblea che eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica. Dovrebbe essere un passaggio pressoché scontato, ma in un clima politico come quello attuale ogni cosa assume significati oltre la questione in sé, tanto nella maggioranza e ancor di più nella minoranza. E così mentre la maggioranza dopo una discussione trova l'accordo sul nome di Pacher, la minoranza si divide fra Morandini e Penasa.

Il tempo di rientrare a Trento e mi vedo con Rolando Valentini e Jessica Paternoster per parlare del tema del "limite". Rolando ha partecipato alla serata del Forum al Teatro Sociale rimanendone positivamente impressionato.  Jessica è orientata a presentare la sua tesi di laurea proprio su questo tema e quindi sta ascoltando una serie di persone che la possano orientare in una materia davvero particolarmente vasta. Proprio sulle implicazioni e possibili declinazioni di questo tema discutiamo nel nostro colloquio. E' un po' a senso unico, ma al tempo stesso trovo interessante come anche in un percorso formativo di indirizzo economico la questione del limite s'imponga come nodo cruciale.

E' così ed anche per questo la poesia di Andrea Zanzotto si rivela in tutto il suo valore profetico.

 

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