"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

13/04/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Luci alla ribalta

Due giorni di Consiglio provinciale, la visita del Dalai Lama, il lavoro di preparazione del nuovo percorso annuale del Forum, la partecipazione alle attività formative di "Punto Europa" ... la ricerca invano di uno spazio per la scrittura. Il diario prende spunto dagli avvenimenti di cui vi parlo brevemente, anche in relazione al fatto che le cronache giornalistiche ne hanno dato ampio riscontro.

In Consiglio provinciale arriva il nuovo regolamento di trattamento dei gruppi, dei dipendenti degli stessi, dei rimborsi... insomma una parte non trascurabile dei costi della politica o, meglio, delle istituzioni. Ci si è arrivati attraverso un lavoro di cesellamento durato diversi mesi ed ora il testo che giunge in aula è praticamente blindato. Inutile riaprire la bagarre anche se lo spazio per alcuni ritocchi alla fine si trova.

Devo però dire che nel polverone mediatico di questi mesi, alla fine i tagli rischiano di non avere il sapore della sobrietà, ma piuttosto del corrispondere al vento che tira. Certo, ci sono risparmi anche significativi, ma questo non placherà affatto l'onda contro la politica e le istituzioni. Mi preoccupa che nel polverone nemmeno ci si sia accorti che la vera fonte di privilegio (il vitalizio) è stato tagliato nella nostra Regione già nel corso della passata legislatura. Unica Regione italiana ad averlo fatto, seguita soltanto dall'Emilia Romagna che lo cancellerà con l'avvio della prossima legislatura.

Perché non valorizzare questa scelta? Perché non mettere in rilievo che questo privilegio insopportabile ed anacronistico avrebbe dovuto essere messo in discussione in tutte le Regioni e nel Parlamento Italiano? Perché anche i paladini della moralizzazione si guardano bene dall'intento di abolire i vitalizi e la loro reversibilità? La risposta è che si è ben lontani dal fare sul serio e che le scelte una tantum sembrano più funzionali ad attrarre i riflettori piuttosto che a cambiare, ovvero a far sì che la politica non diventi motivo di arricchimento personale.

In Trentino possiamo invece dire di aver fatto sul serio, prima con i vitalizi, poi con la messa in discussione della diaria e l'abrogazione della incompatibilità fra la carica di assessore e di consigliere, provvedimenti assunti nei mesi scorsi in sede regionale e provinciale. Scelte importanti, niente affatto scontate, talvolta persino un po' forzate come quella sulle "porte girevoli" che rischiano di produrre effetti discutibili. Anche per questo nuovo provvedimento che andiamo a votare, e che pure determina un risparmio sulle casse del Consiglio Provinciale valutabile in più di 700 mila euro, ci sarebbe qualcosa da dire laddove si confonde il taglio delle cose inessenziali con quello della politica in quanto tale.

Voglio solo ricordare che la riforma in senso maggioritario del sistema elettorale (con l'esito che sappiamo, ovvero un pessimo ibrido istituzionale) venne presa negli anni '90 a furor di popolo, senza nemmeno accorgersi che essa era parte integrante della strategia massonica della P2. Invece di indugiare oltremodo sulle vicissitudini del Cavaliere, forse  sarebbe utile un lavoro di elaborazione sulla cosiddetta "seconda repubblica" ... E' proprio difficile andare controcorrente.

La sobrietà è una cosa, la demagogia ed il polverone dell'antipolitica è altro. Lo dico anche in relazione alle parole che il Dalai Lama Tenzin Gyatso pronuncia nell'aula della nostra autonomia quando ci invita ad una maggiore mitezza nel nostro rapporto con la vita, con il creato, con gli altri. Nel pomeriggio, in un Palatrento, gremito di migliaia di persone, questo forte messaggio insieme spirituale e politico riecheggia, ad indicare che la speranza e l'impegno sono più che mai necessari, come lo sono stati quelli di chi prima di noi ha lavorato per costruire il nostro assetto autonomistico che pure rappresenta un punto di riferimento anche per il futuro del Tibet (e non solo). Un grande messaggio sul limite, quello del capo spirituale del popolo tibetano.

Proprio sabato scorso abbiamo concluso (se così si può dire) il percorso sulla cultura del limite che ha visto impegnato per più di un anno il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.  Mentre continuiamo a ricevere messaggi di condivisione per la qualità dell'evento finale al Teatro Sociale, già siamo al lavoro per definire i contorni del nuovo percorso annuale che, lo ricordo, avrà come titolo "1914 - 2014. La pace nel secolo degli assassini". Fioccano le proposte per dare corpo a questa nuova scommessa - mostre, libri, spettacoli teatrali...  - a testimoniare che questo modo di declinare la pace inizia a produrre qualche frutto.  

Fra questi, l'itinerario che si è dato il Movimento Punto Europa per il 2013 e che vede coinvolti una trentina di giovani in un programma di studio, approfondimento, viaggio (quest'anno destinazione Berlino). Nell'incontrarli al Caffè Bookique, parlo loro proprio della necessità di far uscire la pace dall'angolo in cui si è cacciata, fra rituali, retorica e cortocircuiti ideologici. Fino a diventare, in assenza di uno sguardo esigente e profondo, una melassa insopportabile. Racconto di un modo diverso di pensare/costruire la pace attraverso un'agenda di lavoro che prova ad indicare scenari piuttosto che rincorrerli, che non sbandiera l'arcobaleno ma che piuttosto s'interroga, che cerca nella letteratura come nella poesia le parole per descrivere il tempo. Quanto alle mie, non sono affatto di circostanza, né cercano un facile consenso. Rischio di essere sgradevole, piuttosto. E, ciò nonostante, la reazione è davvero incoraggiante, qualcuno mi chiede dei testi che ho citato, altri di come si può fare volontariato presso il Forum. Nello smarrimento, insomma, qualche luce.

Buon fine settimana.

 

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