"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Il PD è in frantumi, ben oltre quel che le divisioni del passato lasciavano intravedere. Dopo l'affossamento della candidatura di Franco Marini che evocava le larghe intese, oggi è saltata anche quella - decisa in maniera unanime dall'assemblea dei grandi elettori del centrosinistra - di Romano Prodi che lasciava intendere una prospettiva opposta a quella del giorno precedente.
Sono centouno i franchi tiratori nel PD che con il loro voto hanno scelto nell'urna di non seguire questa nuova indicazione. Siamo dunque ad un cortocircuito che ha portato Pierluigi Bersani ad annunciare le sue dimissioni immediatamente dopo l'elezione del Presidente della Repubblica.
Si apre così nella forma più impropria ed irresponsabile un Congresso straordinario del Partito Democratico. Ma forse è più corretto immaginare che si tratta dell'epilogo di una scommessa perduta nonché il frutto velenoso della degenerazione della politica. Il problema non è più, se mai lo è stato, di scegliere fra Bersani o Renzi. Occorre un cambio profondo di pensiero e un diverso schema di gioco.
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