"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

20/04/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Ponte in Valtellina

La sveglia è alle 5 del mattino. Arrivare a Ponte in Valtellina non è semplicissimo, bisogna attraversare la Val di Non e la Val di Sole, il Tonale, la Val Camonica, Aprica e scendere in Valtellina. I chilometri non sarebbero tantissimi, ma la strada è tortuosa. Se poi si ha a fare con il brutto tempo e la neve il viaggio diventa oltre modo impegnativo. Sul Tonale ci sono dieci buoni centimetri di neve fresca, ma ciò nonostante poco dopo le 9 siamo a destinazione.

Ponte in Valtellina è un bel borgo medievale  fatto di edifici pregevoli, archi e volti. Un luogo certamente da visitare. Ho scelto di venire qui per un impegno assunto con Aldo Bonomi già due mesi fa, ma devo dire in tutta onestà che l'incontro "Lo spaesamento delle terre alte" mi sembrava decisamente più interessante di una conferenza programmatica del PD trentino imbastita in tutta fretta. Qui ho l'impressione di essere sul pezzo, come se fossimo già oltre, immersi in quella rete di soggetti territoriali che dovrebbe essere l'orizzonte di un'altra politica.

Non voglio con questo aggiungermi al fiume in piena di queste ore, né pensare che i partiti si usano e si gettano a seconda delle convenienze. Questo blog testimonia come da tempo vada indicando la necessità di una ripensamento delle forme della politica in chiave territoriale ed europea e quanto poi alle convenienze tutto si può dire tranne che la mia vita sia fatta di calcolo. Anzi, temo le grida manzoniane e rimango senza parole di fronte agli insulti, alle parole "venduto" e "traditore", che vedo rivolte ai dirigenti del PD o alle massime cariche istituzionali.

Il fatto poi di essere qui insieme a Giorgio Lunelli, capogruppo in Consiglio provinciale dellUpT, ci racconta di un confronto che attraversa le attuali appartenenze e di storie diverse che s'incontrano e s'incrociano, esattamente com'era nell'intento originario del PD così come nell'idea di tipo federativo che avremmo voluto potesse rappresentare le forme dell'agire politico di questo partito. E infatti in questa sala le appartenenze, quando ci sono, appaiono davvero sfumate: ci sono sindaci e rappresentanti della Valtellina ma anche della val Brembana e di altre "terre alte" lombarde che vorrebbero sfuggire al mortale abbraccio padano.

Guardano al Trentino come un punto di riferimento, non per rivendicare privilegi (queste valli hanno imparato nel tempo la povertà e l'abbandono), semmai per immaginare forme di autogoverno responsabile per i loro territori analoghe a quelle che la nostra autonomia ha saputo mettere in campo in questi anni. Ma l'obiettivo è più semplicemente quello di mettere in rete le terre alte come regione alpina. Confrontandosi con Aldo Bonomi sulla metamorfosi dei territori, sulla crisi delle rappresentanze, sul rapporto fra conservazione e modernità, sulle regioni europee come cambio di paradigma...

E' come se mi invitassero a nozze. Si toccano corde sensibili. Colgo negli interventi la consapevolezza di quanto sia necessario tornare a raccontare il reale, valorizzando le buone pratiche, scambiando le esperienze, costruendo reti politiche territoriali. Ed è un significativo esercizio anche per il Trentino che qui è rappresentato da  esponenti di due soggetti politici diversi e dove pure la politica (e la coalizione di centrosinistra autonomista in particolare) rischia la frammentazione per effetto di una sperimentazione politica interrotta, della fatica dell'autonomia e del peso dei personalismi. Pergine Valsugana ne è la dimostrazione concreta.

E' paradossale che mentre il Trentino viene considerato un punto di riferimento per l'innovazione politica nell'arco alpino, proprio in questa nostra terra si avverta una stanchezza che attraversa i mondi e le classi dirigenti sulla quale faremo bene ad interrogarci con grande rigore.

Ben venga dunque a Trento il prossimo appuntamento delle "terre alte" che decidiamo di svolgere a fine maggio, in concomitanza con il Festival dell'Economia. In quella occasione vedremo se la rete avrà compiuto qualche passo in avanti, se le terre alte avranno saputo almeno iniziare a connettersi con le terre sole ed invisibili (alla politica) di questo bel paese, se questa nostra terra avrà saputo rimettere in moto quella sperimentazione originale che ha fatto diverso il Trentino in questi anni di navigazione solitaria e di spaesamento diffuso.

Che questo borgo di nome Ponte sia un luogo che allo spaesamento ha resistito con orgoglio, come rivendicava in apertura della tavola rotonda l'assessore Paola Folini, lo assaporiamo a pranzo nell'antico ristorante Cerere dove i cibi che ci vengono proposti hanno il valore dell'unicità, gli "sciatt" e i pizzoccheri sono davvero strepitosi.

Nel ritornare in Trentino c'è fra noi un senso di responsabilità che avvertiamo più forte grazie a queste persone che ci hanno accolto con grande calore. Mentre ascoltiamo in diretta il voto per il Presidente della Repubblica, il Tonale è ancora avvolto da una tempesta di neve. Giorgio Napolitano, 88 anni, è eletto per un nuovo mandato e anche questo ci può far capire di quanto la politica abbia urgente bisogno di ripensarsi.

 

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