"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

15/05/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Anno zero?

Nemmeno il tempo di tirare il fiato - rientro da Isola Vicentina domenica sera - e riprende il ritmo di una nuova settimana fittissima di impegni. Così lunedì di buon mattino sono al Cirè di Civezzano, dagli amici di "Proposta Vini", per parlare di associazionismo nel campo culturale come in quello del turismo responsabile, questa volta rivolto al Trentino e alle Dolomiti. Dalla nostra conversazione vengono fuori idee davvero interessanti. Staremo a vedere se riescono a prendere corpo, per arricchire in questo modo quel tessuto partecipativo che ha fatto diverso il Trentino aiutandoci ad attenuare le dinamiche dello spaesamento.

Scendo da Civezzano e ho subito un incontro con Stefano Moltrer, giovane consigliere comunale (di opposizione, tende a precisare) di Palù del Fersina. Per metterlo a suo agio gli parlo della "Valle incantata" e quasi non gli sembra vero che ci sia qualcuno che ama e che conosce la sua valle anche nei piccoli dettagli. Parliamo di Robert Musil e della novella "Grigia", delle piccole storie della valle e di quell'identità europea che qualcuno potrebbe (sbagliando) considerare improbabile se riferita ad un luogo che fino agli anni '50 non aveva nemmeno una strada di collegamento, dei padri fondatori dell'autonomismo politico trentino e di quanto fossero diversi dai loro pronipoti più intenti agli affari che alla valorizzazione della loro valle. Così entriamo nel merito anche del motivo del nostro incontro, un'operazione che in nome dello sviluppo rurale nasconde una storia di ordinaria speculazione. Ci lasciamo dandoci appuntamento per domenica prossima in Valle dei Mocheni, per fare un sopraluogo e potermi rendere conto del problema prima di intraprendere un'eventuale iniziativa istituzionale.

All'intervallo ci vediamo come gruppo di lavoro di "Politica Responsabile". Un bell'esempio di collettivo di pensiero, pulito e fresco. Parliamo del libro che uscirà a breve. Tutto è pronto, basta solo l'accordo con l'editore e qualche dettaglio. La copertina, ad esempio. La foto che invio a tutti nel pomeriggio piace a tutti. E' stata scattata nel profondo sud di questo paese e rende bene l'idea di come la politica sia rimasta "senza parole". Parliamo anche dell'idea di ospitare in Trentino una "summer school" dei giovani democratici attorno ai nuovi paradigmi della politica. Anche qui escono un sacco di idee: quelle che sembrano mancare nel panorama della politica nazionale, tutta presa dai suoi riti e dal nulla dei destini personali.

Faccio un salto alla riunione della Prima Commissione Legislativa dove viene presentato il quadro di prospettiva della situazione finanziaria provinciale. Di fronte alle grida manzoniane che vorrebbero descrivere un Trentino alle prese con il debito e la cattiva gestione delle risorse nell'era Dellai, giustamente il presidente Alberto Pacher porta i dati relativi alle previsioni da qui al 2017, analizzando una situazione certamente difficile ma sotto controllo. Ovviamente, essendo la disponibilità finanziaria della Provincia di Trento legata al gettito fiscale che viene prodotto, il perdurare di una situazione di crescita zero (o negativa) porterà con sé delle conseguenze che imporranno di cambiare l'approccio fin qui seguito. Ma, come affermerà qualche giorno dopo su L'Adige in un'intervista, non abbiamo davanti cinque anni di percorso di guerra.

Questi stessi temi li affrontiamo in una presa di posizione dei consiglieri Bruno Dorigatti, Andrea Rudari e del sottoscritto a partire dalle dichiarazioni con le quali alcuni esponenti del PD avvaloravano l'idea che all'origine dell'indisponibilità alla candidatura a presidente di Alberto Pacher ci sarebbe l'eredità insostenibile dell'era Dellai. Che questa tesi venga dal partito di maggioranza relativa, e dunque con la maggiore responsabilità politica nella direzione della PAT, è davvero insopportabile. Il documento, lo potete leggere nella home page, trova un forte apprezzamento tanto che sono decine le telefonate o i messaggi di condivisione che mi arrivano.

Mi convinco sempre di più che occorre un chiarimento politico di natura congressuale. Come dice Pacher, non stiamo partendo da zero e se non viene riconosciuto il lavoro fin qui svolto è anche difficile definire dove si vuole andare. Senza nulla togliere alla necessità di un cambio di pensiero che la nuova realtà (quella che impropriamente viene chiamata crisi) impone. E che non è né l'abolizione delle Comunità di valle, né la PiRuBi, né le critiche al Muse. Ne parliamo ampiamente in un vivace incontro del Circolo del PD dell'Oltrefersina, a Trento. Come si dovrebbe fare, perché a questo servono i corpi intermedi, mettere a confronto i pensieri, formare le persone, costruire progettualità politica. Ci tornerò nelle prossime ore.

 

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