"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

17/05/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Amore

Alberto Robol è persona d'altri tempi, come se avesse deciso che l'unica cosa che gli rimaneva da fare in un contesto nel quale faticava a riconoscersi (oltre all'impegnativa reggenza della Fondazione Campana dei Caduti) fosse quella del vecchio saggio. Un po' malandato e provato dalle vicende della vita, Alberto mantiene intatta la capacità di testimoniare il significato delle cose e soprattutto quello alto della politica, lui che dopo la fine della Democrazia Cristiana e del suo mandato parlamentare ha come sospeso il giudizio.

All'Assemblea dei soci del Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, Alberto arriva per ultimo ma subito mette in chiaro che lui, nonostante il disincanto degli anni, è per la continuità. Si riferisce al ruolo del CFSI, all'esito positivo dell'intuizione dellaiana di mettere in rete le esperienze formative sui temi della mondialità... e, guardando negli occhi il presidente della PAT Alberto Pacher presente alla riunione, non solo. Quell'intuizione (se posso dire, non esattamente dellaiana) di rilanciare la scommessa che avviammo con la costruzione dell'UNIP, affinché il Trentino si dotasse di un luogo di alta formazione sui temi della pace e della solidarietà globale, in sintonia con la scelta del legislatore di istituire il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, oggi possiamo dire di averla fatta diventare realtà. E i numeri che la direttrice del CFSI Jenni Capuano (a breve mamma) ci porta lo stanno a testimoniare.

Ogni anno, nel palazzo nel centro della città di Trento che prima di Napoleone era il Convento degli Agostiniani, sono quasi mille le persone che frequentano i percorsi formativi proposti: giovani post laureati, donne e uomini che intendono arricchire il loro bagaglio professionale ma anche persone impegnate nella cooperazione internazionale, nei processi di internazionalizzazione, nel volontariato, nella cooperazione trentina, a breve anche nella protezione civile. Provengono in primo luogo del nostro territorio, ma un terzo degli utenti viene da altre regioni ed il lavoro di relazione con altre istituzioni formative nazionali ed internazionali sta crescendo in maniera significativa. Investire nella formazione è importante, farlo per acquisire uno sguardo interdipendente ancora di più e sappiamo bene di quanto ne avrebbe bisogno in primis la politica (potete trovare il rapporto completo sulle attività 2012 sul sito http://www.tcic.eu/).

Boris Pahor il prossimo 26 agosto compirà cent'anni. Nella sala di rappresentanza del Comune di Trento, con il sindaco Alessandro Andreatta, Micaela Bertoldi e Nadia Scappini che questo evento hanno promosso, l'autore di Necropoli (un romanzo autobiografico sulla sua prigionia nel campo di Natzweiler-Struthof) incontra un gruppo di studenti del liceo Da Vinci. La sua voce è ancora forte e chiara nel raccontare la sua vita di partigiano sloveno inviso dai nazionalisti come dai comunisti, italiani o jugoslavi che fossero. Un pezzo di storia sulla quale prima si è preferito il silenzio, poi l'uso distorto e propagandistico, infine la retorica. E che, come molte altre, non ha ancora conosciuto un'elaborazione condivisa.

Incombe la pioggia. Nella serata di giovedì era prevista una fiaccolata nell'ambito della settimana di iniziative contro l'omofobia, ma il brutto tempo la riduce ad un piccolo sit in. Eppure ho la sensazione, vista anche la grande partecipazione che stanno avendo le iniziative in programma, che l'avvio di questa intelligente campagna sia riuscita a rompere le barriere e questo nonostante l'uscita davvero fuori luogo dell'arcivescovo Bressan e di qualche altro personaggio del mondo cattolico che hanno parlato del "bacio" (i manifesti della campagna) come qualcosa di "cattivo gusto" o addirittura "di ripugnante". Conoscono costoro la parola dialogo? O sono forse ripugnanti e di cattivo gusto anche le centinaia di persone che hanno affollato l'incontro con la filosofa Michela Marzano? Quando riuscirà la Chiesa Cattolica (e non solo quella, per la verità) a smetterla con gli anatemi?

Di questo, seppure in senso lato, parliamo anche venerdì sera a Fiera di Primiero, in occasione della presentazione del libro di Francesco Prezzi dedicato al Trentino in quel passaggio di tempo che va dalla metà del XV e l'inizio del XVI secolo. Nel mio intervento ricordo a questo proposito che il culto del Simonino, la vicenda che nel 1475 portò alla persecuzione degli ebrei nella città di Trento, è continuato fino al 1965. Quel falso faceva parte di una vera e propria campagna di odio razziale che portò in quel passaggio di tempo che non studieremo mai abbastanza alla cacciata degli ebrei e dei musulmani dalla Spagna e dai loro domini (compresa la Sicilia e la Sardegna), ovvero alla fine di una delle pagine più interessanti di convivenza delle culture religiose che l'Europa abbia mai conosciuto, il "califfato di al-Aldalus". Non riguarda solo gli studiosi, riguarda la politica, almeno nel suo significato più nobile.

E dei mali della politica parliamo nel pomeriggio, in una lunga conversazione, con Simone Casalini, giornalista del Corriere del Trentino. Il pretesto è la stimolante intervista a Gian Enrico Rusconi e pubblicata nei giorni scorsi con un titolo piuttosto efficace: "Primarie e società civile, favole miracolistiche che non hanno funzionato".  Non possiamo cavarcela trovando il capro espiatorio di turno, sia esso Pierluigi Bersani o qualsiasi altro esponente del PD. Perché il nodo è di fondo e riguarda la capacità di leggere il presente, le ragioni della sconfitta (o della "non vittoria", non cambia), i mutamenti profondi che sono avvenuti nella realtà economica e sociale come pure nella coscienza della gente, sempre più sola davanti alla televisione o al web, in quel processo di spaesamento che ancora la politica non ha saputo elaborare. L'intervista dovrebbe uscire sul Corriere di domenica.       

 

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