"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

27/05/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Passo del Redebus

Del cantiere "Afghanistan 2014" ho già scritto annunciando l'incontro di venerdì scorso. Un cantiere che contiene tante cose. Un film innanzitutto. Il secondo atto è in corso di lavorazione. Dopo il primo dedicato alla Conferenza internazionale di Bonn e ai rituali di una diplomazia senz'anima, questa seconda parte affronta il tema della diaspora che solo in Europa conta più di un milione di rifugiati, l'esodo clandestino nei container o sotto i camion, l'asilo politico che diventa umiliazione. In secondo luogo, una piattaforma per il confronto sul futuro del paese quando - nel 2014 - le forze di occupazione militare se ne andranno dall'Afghanistan: un sito in diverse lingue al quale si sta lavorando, anche per cercare i finanziamenti che ancora non ci sono. Realizzarlo non è un problema, è il lavoro quotidiano di animazione e di aggiornamento che dev'essere garantito. Il futuro di quel paese richiede pensiero, incrocio di esperienze, elaborazione originale: abita qui un terzo terreno di lavoro del cantiere che dovrebbe coinvolgere le università e i centri di ricerca allo scopo di realizzare una Carta per il futuro assetto politico-istituzionale dell'Afghanistan, dando voce e cittadinanza alla società civile. Sarà infine un progetto di cooperazione che verrà presentato alla PAT in autunno. I giovani giornalisti di Herat che partecipano all'incontro si mettono a disposizione affinché questo sia anche il loro cantiere.

Nonostante siamo alla fine di maggio al passo del Redebus che separa la valle dei Mocheni e l'altipiano di Piné nevica copiosamente. Sabato mattina sono lì con l'assessore Mauro Gilmozzi per ascoltare alcuni giovani di Palù del Fersina che intendono investire sul loro futuro in loco, tanto come piccoli imprenditori che come amministratori locali. Ma che si scontrano con non sempre leciti e una burocrazia che non aiuta. Parliamo di strade, di sostenibilità e di valorizzazione delle unicità che questa valle può dare. Vedere questi trentenni, competenti e che amano il loro lavoro e la loro terra, mi dà qualche speranza. Il pranzo che ci preparano ci racconta di tutto questo (davvero ottimi i rufioi).

A sera una cosa bella, che si realizza grazie a Sandro Regazzola. Perché nel suo lasciare questo mondo ci ha fatti incontrare dopo un sacco di tempo, più o meno una decina d'anni. Le protagoniste e i protagonisti di un'esperienza che abbiamo tutti nel cuore, la Casa per la Pace di Trento. Che si è conclusa bene, forse anche perché ha saputo non trascinarsi, germinando invece tante strade che ciascuno ha continuato a percorrere. E' bello oggi rivedersi, senza nostalgia, ciascuno con il proprio percorso collettivo e/o individuale. Sandra (che ci ospita) e poi Alba, Alberto, Cristiana, Franca, Lorenza, Gigio, Paola, Rosanna... capelli bianchi (non tutti per la verità), ciascuno nel suo raccontarsi così, come viene. Grazie ancora, Sandro.

La domenica passa al telefono, perché - come ho scritto - sono giorni ed ore convulse. Verso sera mi chiama Ale Pacher per dirmi che alla fine ha deciso di rinunciare alla candidatura. Vivo questa cosa come una piccola sconfitta anche personale, perché ad un suo ripensamento un po' ci avevo lavorato e perché credo che Alberto avrebbe potuto rappresentare meglio di ogni altro lo spirito coalizionale e dare una diversa impronta pur nella continuità di questi quindici anni di navigazione solitaria del Trentino in un nord segnato dalla paura e dallo spaesamento. Al tempo stesso comprendo la stanchezza ed il bisogno di aria pulita, non proprio quella che si respira nel cuore del potere seppure di una piccola realtà come la nostra. Rimane la sintonia che si è costruita in questi anni di maggior vicinanza ed il valore di relazioni sgombre da secondi fini.

Anche a cucinare, per la verità... per le persone care di casa e alla sera per Adriana, Diego, Enzo e Iva. Le nostre vite di corsa (e le cose in cui siamo impegnati) non ci aiutano a sintonizzarci su quel che accade, perché nonostante siamo fra persone che la pensano più o meno alla stessa maniera non è facile raccapezzarsi in un contesto tanto complesso. Senza nuovi punti di riferimento (e con quelli vecchi spuntati), possiamo misurare quanto siamo soli. Già, la politica ... quella cosa che dovrebbe aiutarci almeno ad attenuare questa solitudine. La sua crisi non riguarda solo la sfera pubblica.

Inizia una settimana oltremodo difficile. Incontro l'assessore Tiziano Mellarini per un nutrito elenco di argomenti che spaziano dal progetto "Terre Salubri Alpine" al Parco Agricolo del Garda, dalla Colonia Paverse di Torbole alla strada (che "agricola" non è) di Palù del Fersina, dalla legge sui Fondi Rustici che è rimasta fino ad oggi lettera morta a quella sulle Filiere corte che invece è da poco operativa ma che andrebbe gestita come grande opportunità per la nostra comunità.

Arrivano i primi dati di Pergine Valsugana (vedi commento nella home page) e, qualche ora dopo, quelli delle elezioni amministrative in Italia. Chi partecipa al voto è un numero sempre minore di persone, ma almeno in questo caso i dati sono interessanti: Lega e Cinque Stelle in caduta libera, PDL in netta flessione, centrosinistra in crescita. Quando la politica ritorna sul territorio forse un filo di comunicazione riprende ad intrecciarsi. Ma i commenti televisivi ci raccontano un altro film.

Ci sarebbe dell'altro, ma il tempo è tiranno. Sulle riunioni del PD, ad esempio. Ma di questo vi parlerò nei giorni a venire.

 

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