"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

06/06/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Una rosa bianca

Due giorni così di Consiglio Provinciale mettono alla prova anche le persone più pacate e pazienti. Prima dover ascoltare gli sproloqui dell'opposizione sugli anarchici e sul Centro sociale Bruno per una mozione fuori dal tempo. Poi una discussione sulle pari opportunità segnata dall'ultraideologismo di una destra cattolica che non riesce nemmeno per un attimo ad uscire dalla propria parte, cui segue una non èproprio bella figura del consigliere Casna che, nella sua collocazione ondivaga di ex leghista approdato al Patt (ma che non fa parte della maggioranza), vorrebbe veder approvata una legge sui tempi di lavoro e di vita che invade il campo sindacale e alternado giudizi sulla PAT fra il disastroso e il lusinghiero. Che alla fine decide di ritirare. Infine la gazzarra leghista, prodotto di patologie che sono oltremodo preoccupanti quando investono le istituzioni, unite dell'avvicinarsi alle elezioni e all'effetto della diretta televisiva, per cui più grosse le spari, maggiore pensano possa essere l'effetto mediatico. Volano parole pesanti rivolte dal capogruppo della Lega alla consigliera Cogo, che ne provocano l'espulsione dall'aula. Ma non di meno accade fra un altro esponente della Lega (da otto che erano all'inizio della legislatura sono rimasti in tre) che inveisce contro la consigliera Dominici. Anche qui, parole da osteria. Nella speranza di ottenerne qualche voto.

Incontro la dottoressa Franca Dalvit per fare il punto sull'attuazione della LP. 16/2012 sul software libero e sul sistema informatico trentino. Se qualcuno pensa che fatta una legge tutto poi proceda in quella direzione, si sbaglia di grosso. Non è così, perché le leggi devono diventare cultura nell'apparato amministrativo e perché la politica non sempre è all'altezza di presidiare gli argomenti specie quando si tratta di materie complesse. Se poi chi ha provato ad opporsi in sede legislativa cerca di frenare le riforme cambiando le responsabilità nell'apparato, le cose vanno oltremodo a rilento. Nel colloquio ho la percezione che ad un anno e passa dall'approvazione della legge non ci sia solo il non rispetto dei tempi (che pure la legge indicava) ma che si fatichi ad arrivare entro la fine della legislatura con il Piano Generale di Sviluppo del Sinet (PGSS) che della legge rappresenta l'architrave. Non è sopportabile che si facciano importanti riforme e che poi si impantanino per effetto della conservazione burocratica. E questo vale anche per Informatica Trentina, società di sistema che allo spirito della legge si sarebbe dovuta uniformare ma che prosegue nella sua costosa agonia. Con Annalisa Tomasi decidiamo di rimettere intorno al tavolo il gruppo di lavoro che con me aveva elaborato la legge e di parlarne con il presidente Alberto Pacher.

Se ne è andata Novella, la mamma di Elio e di Fausto. Non l'ho più vista da chissà quanto tempo, dopo che le nostre storie hanno preso strade diverse e le stesse amicizie non sono state coltivate. Oppure compromesse da un mestiere, quello di vivere, che non s'impara mai abbastanza. Perché non si è amici comunque. Però verso Novella sento di avere un debito. Nei primi anni '70 la sua casa di San Martino era un porto di mare e la porta non era mai chiusa (anche perché non c'era). C'era invece un piccolo cancelletto di legno che dava direttamente sul giroscale e che ti introduceva nella cucina sempre in funzione per tutte le persone che richiedevano asilo, anche quando questo durava per qualche mese o qualche anno (sì, proprio qualche anno). Quella casa era una piccola spoon river e Novella ne era la custode, burbera e tenera ad un tempo. Per me, cresciuto in una famiglia piccolo borghese dove la forma era tutto, quel luogo e quelle persone (fra tutti lo zio Gianni, anima del consiglio di fabbrica della Michelin), rappresentavano un altro mondo, un altro modo di pensare le relazioni, la fatica e insieme la speranza di vivere in un tempo che, nonostante tutto, stava producendo cambiamenti radicali. Nell'angustia di quella casa povera ho imparato molte cose, ma una su tutte, la bellezza dell'altruismo. Grazie Novella.

Il Corriere del Trentino, quotidiano attento alle dinamiche culturali del territorio, mi chiama per un'intervista di bilancio dei primi sei mesi del Café de la Paix. Così ci vediamo con una giovane giornalista a parlare di questa scommessa, della fatica nel realizzarla, della maestria con cui è stato allestito, del clima culturale che vi si respira, del successo testimoniato dai 10.700 iscritti al Café. Ne esce un servizio molto bello che rende merito al lavoro di chi lo ha pensato come di chi ne cura la gestione. La città ha recuperato uno spazio unico e bello che fa presagire il prendere corpo di quel "quartiere latino" di cui vado parlando da qualche anno, anche se l'ottusità delle burocrazie anche qui non è certo di aiuto.

Infine la presentazione di un libro al quale ho dato un mio piccolissimo contributo. S'intitola Filìa ed è una raccolta di dipinti di Paola Grott e di pensieri sull'amicizia, quasi ad accompagnarne le opere. Impegnato in un Consiglio da cui pure vorrei fuggire, non riesco a partecipare al momento della presentazione. E mi spiace davvero, anche perché, questo libricino insieme elegante e profondo, è prezioso. Nella volgarità del tempo, testimonia il bisogno e la ricerca di bellezza.

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea