"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

10/06/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Sotto la pioggia...

L'esito del voto di Pergine Valsugana arriva con una telefonata di primo mattino: Oss Emer - candidato delle liste civiche - è il nuovo sindaco del terzo comune del Trentino. Marco Osler, il candidato della coalizione UpT, Patt, Socialisti e Stella, considerato come il candidato in continuità con l'amministrazione del dimissionario Corradi, subisce una pesante sconfitta.

Tutti parlano della "Lezione di Pergine", ma gli insegnamenti che ne traggono vanno in direzione opposta: chi dice che bisognava a tutti i costi mantenere unita la coalizione che governa la PAT, chi al contrario dice che il PD è l'ago della bilancia e che la vittoria di Oss Emer è un segnale della volontà di cambiamento che s'impone.

Provo a dire la mia. Il valore della coalizione provinciale è per me fuori discussione, ma di fronte all'ingloriosa fine della giunta Corradi, si rendeva necessaria una candidatura del centrosinistra autonomista di forte cambiamento. Invece ciascun partito a messo sul piatto le proprie bandiere e questo altro non ha prodotto se non una lacerazione ancora più profonda che si è manifestata nella campagna elettorale, nel primo turno come nel ballottaggio.

E qui si aprono una serie di questioni. In primo luogo è necessario guardare ai nodi programmatici con uno sguardo che non riproduca il vecchio schema politico ed ideologico. Un approccio diverso richiede uno sforzo di lettura condivisa dei processi di cambiamento con i quali abbiamo a che fare. In secondo luogo, occorre affermare la non autosufficienza di ciascuno, talvolta confusa con la pretesa vocazione maggioritaria di questo o quel partito. Infine, va detto senza reticenze che un corretto approccio coalizionale non significa "mettere via" le questioni  ma al contrario cercare un dialogo costruttivo verso gli alleati di giunta. Immaginare che l'UpT corrisponda al vecchio potere democristiano, fa il paio con chi considera il PD come ad un'emanazione del PCI.

Della necessità/opportunità di cambiare lo sguardo nella coalizione ne abbiamo una testimonianza nell'incontro di uno dei gruppi di lavoro che la coalizione ha attivato per la costruzione del programma elettorale del centrosinistra autonomista, quello su "ambiente e territorio". E prendo atto che un diverso approccio inizia a farsi largo, la cultura del limite come il concetto di sostenibilità investono il modello di sviluppo e la proposta di governo del territorio.

Arrivano i dati dei ballottaggi nei Comuni capoluogo e il quadro che già si era delineato quindici giorni fa si completa con il pieno di sindaci da parte del centrosinistra. Una rivincita, afferma Guglielmo Epifani. L'affermazione dei candidati del PD è un dato inequivocabile, ma attenzione all'euforia. Perché l'astensione crescente è un segnale che non possiamo sottovalutare e perché i nodi di fondo che investono i paradigmi di fondo della politica (non solo della sinistra) non sono stati non dico risolti ma nemmeno affrontati.  La mobilità del voto racconta di una solitudine sociale che probabilmente non ha precedenti. tanto da scambiare le primarie con la democrazia.

Il dibattito politico non registra alcunché di nuovo. E i talk show televisivi sono di una noia mortale. Nel sondaggio SWG sugli orientamenti degli italiani appare che vengono considerati "nemici" sono nell'ordine gli evasori fiscali, le mafie e i politici. Per capirci sono "più nemici" i politici delle banche, dei criminali, dei poteri forti, dei lobbisti e dei fannulloni. Chissà come i cittadini, in questa scala di inimicizia, vedrebbero loro stessi.

Mi chiama Fausto Raciti, il portavoce nazionale dei Giovani Democratici. Gli racconto del nostro incontro di venerdì scorso con Bonomi e Revelli, dell'apertura di un cantiere non in funzione delle elezioni dell'ottobre prossimo ma che guarda a tempi più distesi, ad un diverso assetto della politica, come abbiamo scritto, di natura "territoriale ed europea". Un'opzione congressuale (e trasversale) per la politica trentina ma, perché no?, anche per il congresso nazionale del PD. Proprio il cambio dei paradigmi della sinistra sarà al centro della Summer School che insieme stiamo progettando per la seconda metà di agosto in Trentino. Ci vedremo nel prossimo fine settimana per delineare con maggior precisione i contorni di questa iniziativa.

 

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