"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

01/01/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Inverno
Prende il via il 2012. L'anno scorso eravamo con i nostri amici messicani Carlos, Pano, Fernando, Gabriela a Oaxaca, insieme ad Annamaria, Iva ed Enzo. Quest'anno l'arrivo del nuovo anno lo festeggiamo fra le mura domestiche insieme ad altri amici cari. Con noi c'è anche Ali che sembra proprio ristabilito dai malanni che l'hanno accompagnato nel corso del 2011 ed anche Ciro che dopo l'operazione sembra finalmente sulla via della guarigione.

Difficile dire se quello che ci siamo lasciati alle spalle sia stato un anno da dimenticare, perché luci ed ombre come sempre si accompagnano. Ma nel brindisi di mezzanotte sono molte le cose che vorrei che il nuovo anno si portasse via.

Eppure, a ben guardare,  è stato un anno di grandi cambiamenti, grazie soprattutto ad una primavera che sta cambiando il volto del Mediterraneo. L'abbiamo seguita passo dopo passo questa nuova stagione,  vivendola da vicino a partire dalle testimonianze dei protagonisti come nei viaggi in Palestina e in Marocco. Una primavera che ha saputo attraversare il mare arrivando sino a noi, con tutta la sua forza di cambiamento e con tutte le contraddizioni che si portava appresso. L'indignazione è arrivata in Spagna, ma senza che la politica fosse capace di raccoglierla. Negli Stati Uniti, rendendo nudo il presidente più forte e fors'anche più solo. In Italia, liberandoci dall'imbarazzo per un premier impresentabile ma che non era affatto estraneo a quel che questo nostro paese è diventato.

Non posso dire che non sia stato un anno proficuo sul piano del mio personale impegno politico e questo sito - visitato nei dodici mesi da oltre 18.500 persone - ne è in una certa misura testimonianza, fra attività istituzionale e ricerca politica, impegno del Forum e il tentativo di costruire percorsi di pace non banali, cercando uno sguardo oltre le emergenze.

Ma non posso nemmeno nascondere lo scetticismo che mi viene dal guardare al presente, troppi i privilegi e gli interessi che vedo in giro a discapito di un futuro sostenibile, troppo grande l'ignoranza, troppa la cattiveria. Ecco quel che vorrei che il 2012 si portasse via, ma so che non sarà così. O forse è solo il mio sentire, segno della stanchezza e della necessità che avverto in cuor mio sempre più forte di passare la mano.  Che presuppone il darsi una certa distanza e quello sguardo curioso per evitare di voler ad ogni costo piegare gli accadimenti alla propria visione del mondo.

Non so se saprò rendere compatibile una politica esigente, che richiede visioni e prospettive di sguardo sempre diverse, con la quotidianità di un impegno che mi costringe nelle pieghe di istituzioni, partiti e luoghi della società civile che andrebbero scossi fin dalle fondamenta. E col passare degli anni, che ti rende sempre più allergico alle perdite di tempo.

In queste prime ore del nuovo anno l'augurio che faccio a me e a tutti voi è solo questo: non smarrire il dovere all'indignazione e il piacere alla meraviglia. E che arrivi un po' di neve, per dio.

 

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