"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

25/10/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
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Si apre una sessione del Consiglio Provinciale che non è destinata a rimanere nella storia della nostra autonomia. Se escludiamo la risposta del vicepresidente Pacher a due interrogazioni riguardanti lo stato dell'arte sull'inceneritore di Ischia Podetti, il resto è davvero ordinaria amministrazione.

In effetti la questione dell'inceneritore merita un po' di attenzione perché per la prima volta dopo anni di conferme sulla necessità di realizzare un nuovo impianto a Trento, tale necessità viene messa in discussione anche da parte dell'esecutivo provinciale.

Quando un anno fa l'appalto per la realizzazione della struttura andò deserto, a fronte degli oppositori che gridarono all'ennesimo imbroglio, dissi che questa era la dimostrazione che le condizioni poste nel bando erano così restrittive che di business non poteva esserci proprio traccia. La proposta di un piccolo impianto, per moduli a scalare e comunque a termine, rendeva l'operazione così poco conveniente che solo un soggetto pubblico avrebbe potuto gestirlo come una sorta di servizio alla comunità. E che questa cosa nei fatti avrebbe reso improbabile la sua realizzazione nelle dimensioni e con le caratteristiche tecnologiche previste.

Così è stato. Il comportamento virtuoso dei trentini sul piano della raccolta differenziata e il decreto ministeriale relativo all'utilizzo del residuo come combustibile per alcuni tipi di centrali (ancora non ufficiale) hanno creato ora le condizioni per un aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti tale da immaginare una struttura non necessariamente basata sull'incenerimento e di dimensioni decisamente meno impattanti e costose. Dunque una buona notizia.

Cerco di chiarire con il vicepresidente Pacher che l'impegno assunto circa la chiusura del ciclo dei rifiuti in Trentino va rispettata, coerentemente con l'ordine del giorno approvato su mia proposta in Consiglio Provinciale. Rilevo peraltro come, su questa partita, vi sia stata da parte dell'amministrazione provinciale una certa approssimazione e che comunque le caratteristiche molto rigorose del bando abbiano comunque portato ad una condizione tale da rendere possibile un ripensamento generale, favorito in questo tanto dal comportamento virtuoso della nostra gente come dalla ristrettezza delle casse pubbliche.

Mi trasferisco alle Gallerie di Piedicastello per la conferenza stampa di apertura della mostra sulla vita di Bekim Fehmiu, l'Ulisse nel sceneggiato Rai degli anni '60. Ho un ricordo preciso di quel film a puntate che veniva introdotto dalla voce cavernosa di Giuseppe Ungaretti, che costituiva per noi ragazzini la porta di accesso alla letteratura antica. Bekim Fehmiu nel 2010 ha deciso di considerare chiusa la propria esperienza terrena, suicidandosi. Un po' la sorte del suo paese che amava e di cui era un'icona, la Jugoslavia.

L'iniziativa della mostra è parte integrante dell'azione dell'associazione Trentino con i Balcani che recentemente a messo in rete le realtà trentine della cooperazione di comunità nel cuore dell'Europa. Un lavoro realizzato dai ragazzi di Peja/Pec, Kraljevo e Prijedor che nei prossimi giorni vedrà un momento importante di riflessione con la presenza a Trento della moglie e del figlio di Bekim Fehmiu. E con quella straordinaria di Vinicio Capossela, l'autore italiano che ha dedicato il suo lavoro "Marinai, profeti e
balene" proprio a Bekim Fehmiu. L'appuntamento è domenica prossima 28 ottobre, alle ore 17.00, alle gallerie di Piedicastello.

E sempre parlando di Balcani, interessante e affollato è l'incontro nel salone della SAT (la Società Alpinistica Tridentina) sul trekking nelle "Alpi maledette", come gli albanesi chiamano le loro montagne. Una collaborazione importante, alla quale posso dire di aver dato il via nel 2003 quando mi sono letteralmente caricato in auto l'allora presidente della SAT Franco Giacomoni per fargli conoscere le montagne dell'altra parte del mare. Da quel viaggio nacquero molte idee di collaborazione, la traduzione in serbo croato del manuale sulla sentieristica, attività di formazione e di scambio e, infine, questa estate il trekking organizzato attraverso il progetto Seenet. E' un piccolo motivo di orgoglio vedere la sala piena di gente ma soprattutto che le pazze idee piano piano diventano realtà.

Infine uno sguardo sulla fibrillazione politica di queste ore. Non ancora archiviata la rinuncia di Alberto Pacher, ecco che le candidature sotto traccia di area democratica escono allo scoperto. E sono ben tre (Borgonovo Re, Olivi e Zeni), a testimoniare come la rinuncia del vicepresidente abbia scoperto il vaso di pandora di un partito diviso nelle proposte per il dopo Dellai come del resto nel racconto di quindici anni di governo del centrosinistra autonomista. Perché, in fondo, il nodo sta qui, come ho scritto nel capitolo precedente di questo diario di bordo.

Ci s'incontra fra Comunità e Politica Responsabile, i "costruttori di ponti" - ma soprattutto di idee e di dialogo - nel centrosinistra trentino. La situazione è delicata e, specie dopo la rinuncia di Pacher,  lo sconcerto è grande. Gli unici che sembrano non accorgersene sono i fautori della cosiddetta "discontinuità", quelli che pensano che il Trentino sia stato nelle mani di un sistema di potere descrivibile come "magnadora" e che Pacher possa essere paragonato al russo Medvedev.

Si vuol far sentire una voce diversa e per questo immaginiamo un momento di raccolta, una sorta di autoconvocata del centrosinistra autonomista, per riprendere il filo conduttore di un percorso che oggi né i partiti, né il presidente Dellai, sono in grado di ricucire. Guarda alle elezioni ma anche oltre, verso quel partito territoriale che rilanci un disegno per il Trentino a partire da quel che si è sin qui costruito, che possa aiutare questa terra e le sue componenti sociali ed economiche a rimettere in moto idee e passioni qualche volta lasciate sfiorire, dia continuità alla ricerca di nuovi pensieri e che, infine, possa far intravedere una strada possibile di riforma della politica in questo paese.

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da stefano fait il 26 ottobre 2012 08:01
    quel partito arriverà, ma non prima di un collasso sistemico, altrimenti rischierà di diventare lo strumento di demagoghi ed affaristi che ci celano dietro slogan localisti ed identitari per ottenere i voti necessari a realizzare i propri obiettivi.
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