"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

31/08/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Torbole

Dei cambiamenti climatici abbiamo ormai una percezione in tempo reale. Non sono solo i picchi del caldo, è la tropicalizzazione del clima che dovrebbe preoccuparci. Alla grande siccità corrispondono precipitazioni a carattere alluvionale con effetti devastanti. Si passa così da un'emergenza all'altra. E la terra si spacca. La campagna, i pascoli, i boschi delle mie passeggiate sono l'immagine di come il clima "sia fuori dai gangheri", per usare la bella espressione dell'amico Gianfranco Bettin. L'acqua piovana raccolta nei pozzi si è rapidamente prosciugata e così anche l'orto ne risente. Come ne risentono le piante di cachi e i pruni intorno a casa, che hanno perso le foglie e i frutti sono come avvizziti.

Sulle nostre montagne i ghiacciai si stanno ritirando in misura impressionante, ma quello di cui si discute non sono le cause di tutto questo, bensì la polemica con la regione Veneto sui teloni da mettere a protezione del ghiaccio perenne sulla Marmolada. Teloni che la Provincia Autonoma di Trento sta usando da tempo sul versante trentino e che riducono in maniera significativa gli effetti del surriscaldamento. Un tampone, ovviamente, che non risolve di certo il problema e che dovrebbe farci interrogare sull'insostenibilità del nostro modello di sviluppo.

Ciò nonostante il delirio della crescita senza fine non sembra attenuarsi. Né nell'affrontare i temi della crisi, né sul piano del pensiero politico, né nei nostri comportamenti individuali. Ed è proprio intorno a questo grande tema del "limite" che martedì sera a Torbole, in uno degli scenari naturali più belli del Trentino, abbiamo organizzato come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani la manifestazione "Altro ke no limits", una performance di Duccio Canestrini che attraverso quattro scenari descrive il nostro rapporto con il concetto di limite. La "conferenza spettacolo" si svolge, quasi beffardamente, nei pressi della Colonia Pavese, palazzo della fine dell'Ottocento abbandonato per qualche decennio e poi diventato l'oggetto di uno scempio tanto inguardabile quanto insostenibile.

Il messaggio che viene lanciato è molto chiaro e i numerosi presenti sembrano apprezzarlo. Cerco di spiegare in poche frasi come la pace e i diritti umani, se non vogliono diventare parole vuote e piene di retorica, debbano essere declinate attorno ai nodi cruciali di questo tempo nel quale l'accaparramento delle risorse energetiche, dell'acqua e della terra diventano motivi scatenanti le guerre. A seguire, le immagini e le parole di Canestrini entrano come lame nelle ferite del nostro tempo.

Eppure continuiamo ad invocare le magnifiche sorti e progressive dello sviluppo. Quando, a tarda serata, gran parte dei turisti si ritirano dal lungo lago, Torbole offre un affresco affascinante. Una falce di luna riflette la sua luce sull'acqua leggermente increspata. Sullo sfondo le pendici del Baldo che il delirio del profitto avrebbe voluto scavare da cima a fondo per portare l'acqua in quota di notte e farla precipitare nel lago di giorno per giocare sul prezzo dell'energia. Se oggi le trivelle non sono in azione è merito di qualcuno che si è messo di mezzo e della politica che ogni tanto sa dare buona prova di sé. Nel mio personale bilancio di questa esperienza consiliare, l'aver fermato questa follia mi porta a dire che forse ne valeva la pena.

Di questo delirio parlo anche il giorno dopo a Maso Navarini, a Ravina di Trento, nella suggestiva ambientazione di un museo del rame che non conosce pari in Italia e fors'anche in Europa. Qui si svolge la prima puntata del corso di cucina povera che abbiamo promosso con Slow Food sempre nell'ambito del percorso "Nel limite. La misura del futuro". Venti posti, quaranta iscritti, tanto che dovremo ripeterlo a breve. E questo nonostante la partecipazione preveda una quota di iscrizione di cento euro. Ci arrivano richieste di organizzare delle repliche anche su scala locale. Un cambio di paradigma s'impone, qualcuno sembra accorgersene.

"In questo progresso scorsoio, non so se vengo ingoiato, o se ingoio". Inizio con questo epigramma che ci ha lasciato Andrea Zanzotto la mia breve introduzione alla prima lezione di cucina povera. Serata di parola, quella di giovedì, cui seguiranno le esercitazioni sui fornelli. Ma prima di mettere le mani in pasta, è bene mettere anche i puntini sulle i. Così provo ad inoltrarmi nel messaggio del poeta di Pieve di Soligo che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare lo spaesamento di quella regione. Di un progresso che ha snaturato il volto dei luoghi, le relazioni fra le persone, le vite stesse sempre più "di corsa", dove manca il tempo per mettere a fuoco quel che accade, fino a farci diventare insieme vittime e carnefici di questa insostenibilità. Per questo, stare "nel limite" significa accettare di abitare la contraddizione, rifuggendo da logiche manichee, come se il mondo fosse diviso fra buoni e cattivi. Alla ricerca di improbabili coerenze.

A Sergio Valentini e al cuoco Max il compito rispettivamente di raccontare la filosofia di Slow Food e di farci guardare in maniera diversa le cose che andiamo ad acquistare, quelle che dimentichiamo nel frigorifero, o quelle che la natura ci regala sottraendole dalla logica del mercato. Ci parlano della rivoluzione nel piatto e dello straordinaria efficacia politica dei nostri comportamenti alimentari.

Come forse i lettori/lettrici di questo diario hanno inteso, la breve pausa estiva ormai se n'è andata. Da lunedì scorso l'agenda si è improvvisamente infittita di incontri e riunioni di cui voglio dare brevemente nota.

Con Eugenio Berra facciamo il punto sulle attività e sulla programmazione 2013 di Viaggiare i Balcani, l'associazione che da dieci anni lavora sul turismo responsabile in questo pezzo d'Europa. E a Brentonico, il giorno successivo, un gruppo di amici mi
parla entusiasticamente proprio delle sensazioni vissute durante il loro recente viaggio a Sarajevo. La scoperta di un mondo. 

Le leggi non richiedono solamente di essere adottate, occorre presidiarle nei loro regolamenti attuativi: è quel che facciamo negli incontri di lunedì sul sistema informativo elettronico trentino e sul software libero (LP 16/2012) con i responsabili della PAT e venerdì sul Programma triennale previsto dall'articolo 4 della LP 13/2009 (Educazione alimentare e filiere corte) con il gruppo di lavoro che abbiamo costruito intorno a questa legge e all'impegno sull'agricoltura trentina.

Con Paolo Tonelli proviamo a condividere un momento collettivo per ricordare con la figura straordinaria di Alberto Tridente, comune amico che ci ha da poco lasciati, anche un pezzo di storia che ha fatto interagire la cultura operaia con una mondialità sempre più interdipendente, per nulla estranea anche a questa stessa terra.

Con i responsabili della Filmwork ragioniamo di come dare continuità alla produzione cinematografica d "Afghanistan 2014", in particolare dopo l'esordio particolarmente efficace del primo episodio di una trilogia che prova ad indicare uno sguardo non banale sul futuro di questo paese. A settembre e ottobre sono previste proiezioni in varie città italiane ed europee, ma contestualmente vorremmo lavorare alla realizzazione degli altri capitoli, sempre ovviamente nella convinzione che la forza delle idee possa anche superare la limitatezza delle risorse finanziarie.

 E, sempre a proposito di risorse finanziarie ridotte all'osso, con tanta buona volontà e pochi mezzi stiamo realizzando un secondo restyling del sito del Forum (www.forumpace.it). Dalla cosa inguardabile di quattro anni fa, oggi siamo ancora a metà del guado rispetto all'obiettivo di realizzare uno strumento efficace di comunicazione interattiva. Ormai è solo questione di qualche giorno, ma vi assicuro che il lavoro che ci sta dietro di trasferimento dei dati su una diversa piattaforma è tutt'altro che banale.

Con Sergio Bernardi, l'anima della rivista UCT, parliamo della LP 5/2012 sull'amianto. Mi propone di realizzare un libro/CD informativo sulla materia e naturalmente rispondo in maniera positiva. Ma non sarà cosa da poco raccogliere interviste e
testimonianze sulle storie di vita a contatto con la "Malapolvere".

Con Tommaso Iori, Luca Pontalti e Franco Ianeselli ci troviamo per parlare di lavoro giovanile e approccio territoriale. Loro sono di un'altra generazione rispetto alla mia, ma devo dire che la loro sensibilità mi fa sentire meno solo.  Decidiamo che domenica
9 settembre proveremo ad incrociare idee e sguardi su un progetto di lavoro incardinato sulle vocazioni del territorio.  

Infine, mi raggiunge Piergiorgio Cattani per uno scambio di idee sulla politica trentina e su un progetto che ha in animo la Fondazione Martino Martini. Gli dico senza reticenze quel che penso del dibattito giornalistico di queste settimane, del centrosinistra autonomista e del PD del Trentino. E della mia estraneità ad un contesto che sa solo parlare di primarie e di destini personali.

Mi fermo qui, ma come si può capire l'impegno politico può anche darsi un'agenda radicalmente diversa da quella che le cronache giornalistiche sembrano offrirci. Ah, dimenticavo. E' arrivata finalmente la pioggia.

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Eligio il 02 settembre 2012 17:29
    Caro Michele,
    ho apprezzato entrambi gli incontri che abbiamo avuto ieri, per la tua bella capacità di ascolto paziente e per l'energico intervento a favore del Parco agricolo del Garda trentino.
    Oggi ho avuto veramente poco tempo per riflettere più ordinatamente sulla tematica della formazione, ma siccome nei prossimi giorni ne avrò ancora meno ti invio due riflessioni al volo, sperando possano essere un qualche modo utili. Questo tema, insieme alla costruzione di sbocchi commerciali per le produzioni a basso impatto, possibilmente a chilometro zero può costituire una leva formidabile per una svolta in uno dei settori economici più delicati, a rischio, ma ancora con grandi potenzialità.
    Lo slogan del parco agricolo è "anche cultura e formazione a chilometro zero"!
    Un abbraccio
    eligio micheletti
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