"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

28/10/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Paul Klee

Il fine settimana è zeppo di cose, qui e altrove. Imparare il limite, è un programma per ciascuno di noi.

Innanzitutto vorrei essere a Torino, dove si svolge la nuova edizione del Salone internazionale del Gusto - Terra Madre, la più grande assise mondiale dei produttori agricoli a difesa dei territori e della biodiversità.  Due anni fa ero lì con gli amici palestinesi per parlare con Carlo Petrini di produzioni agricole, del melograno e del "vino di Cana". Migliaia di espositori di ogni latitudine raccontavano delle loro terre e delle loro straordinarie unicità. C'era molto interesse sulla legge appena approvata in Trentino sulle filiere corte, a testimonianza del fatto che fra i prodotti "a basso impatto ambientale" e la valorizzazione del commercio equo e solidale non c'è alcuna contraddizione. Peccato che ancora non trovi piena applicazione. Non basta nemmeno fare buone leggi, bisogna cambiare le culture e la politica. Non so dire se questo passi per la mente delle migliaia di visitatori della fiera "Fa' la cosa giusta", ma temo che nella nebbia di questo tempo, ognuno coltivi il proprio orticello.

Non fa bel tempo nemmeno in Sicilia. Non serve essere lì per capire quel che accadrà con il voto per il rinnovo dell'Assemblea regionale siciliana, un test importante per quella terra ma che assume un evidente significato nazionale. Basta dare uno sguardo alle liste e ai candidati alla presidenza della Regione per capire che in realtà questo voto rappresenterà una fotografia sulla crisi e sulla frammentazione della politica. Sono dieci i candidati in lizza e venti le liste presentate, si è votato a turno unico con un sistema proporzionale corretto da un premio di maggioranza. E' previsto il voto disgiunto e la formazione della maggioranza è probabilmente affidata alla trattativa post elettorale. Può davvero accadere di tutto, non ultima l'affermazione del partito di Beppe Grillo. Al voto meno di un cittadino su due. Quasi un anticipo di quel che accadrà con lo spoglio dei voti. Fra qualche ora sapremo ma non si preannuncia nulla di buono. Il brutto tempo potrebbe diventare un uragano.

Quello che in queste ore sta spazzando gli Stati Uniti d'America ha fermato la campagna elettorale. Dove si gioca una partita durissima, all'ultimo voto. Seppure a distanza, le differenze in campo appaiono abissali e davvero non posso pensare che quel paese ritorni nelle mani degli ayatollah del neoliberismo. Ne pagheremmo le conseguenze tutti, in ogni angolo del pianeta. Non mi pare che questa sia la preoccupazione di un baldo giovane della finanza che di nome fa Davide Serra, amico di Matteo Renzi, invitato da Lucia Annunziata alla trasmissione "In mezz'ora". E' questo il nuovo che avanza? 

Un altro ritorno inquietante ce le abbiamo in casa. Berlusconi viene condannato a quattro anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici e allora eccolo lì, a tuonare che se non si rispetta il tacito accordo che lo aveva portato a mettersi da parte ritornerà in campo e che il governo Monti potrebbe avere le ore contate.

Significherebbe elezioni anticipate e forse anche la possibilità che l'attuale premier ceda al pressing per farlo scendere in lizza, magari a capo di una coalizione di moderati. Un pressing che parte da qui, dal Festival della famiglia che si svolge a Riva del Garda, dove con il ministro Riccardi, il presidente nazionale delle Acli e quello della PAT Lorenzo Dellai, sembra giocarsi una prova generale di intesa. Saremmo alle solite, nessun cambio di paradigma nella politica ma il riproporre lo schema di sempre. No, caro Lorenzo, il territorialismo è un'altra cosa.

Fuori dal Palacongressi qualche centinaio di manifestanti replicano il "No Monti Day" che si svolge per le vie di Roma, un'autistica ripetizione di un antagonismo sempre uguale a se stesso. E anche qui la storia sembra ripetersi all'infinito...

Servirebbe un racconto diverso. Ma per farlo occorre davvero elaborare il Novecento, per uscirne senza rimozioni. Non le scorciatoie, né il tifo... e nemmeno la nostalgia. Bisogna pensarci su. Occorre studio, rigore... pensiero. L'incrocio di sguardi. Non è impossibile. Tanto che in una domenica pomeriggio fredda e piovosa, nelle gallerie di Piedicastello, accade che la poesia, il cinema e la storia s'incontrino ed indichino pure un sentiero per la politica. Il problema è che la politica nemmeno se ne accorge.

 

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