"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

27/02/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Capannone industriale con copertura in eternit
Il Disegno di legge sull'amianto è approvato in Terza commissione legislativa provinciale con una sola astensione, il che significa che il prossimo 20 marzo arriverà in aula per il varo definitivo. E' un risultato molto positivo ed il testo approvato ricalca in larga misura quello che avevo presentato un anno fa a nome del gruppo consiliare del PD del Trentino. Con in più la parte che avevo lasciato in bianco nel testo originario relativa alle disposizioni finanziarie, che sono di 500 mila euro nel 2012 (quando verrà completato il monitoraggio, definito il piano e i criteri di intervento, avviata l'attività di informazione e formazione), di 1,5 milioni di euro per il 2013 ed altrettanti per il 2014. A cui si aggiunge la possibilità di detrazione Irap per le aziende che bonificheranno i loro siti, nei fatti un canale di finanziamento pari se non superiore a quello dell'intervento diretto della Provincia. Se teniamo conto che quest'ultimo concorre alla bonifica fino ad un massimo del 70% questo significa l'attivazione di un ulteriore intervento privato almeno pari allo stanziamento provinciale.

Al di là delle risorse impegnate, la cosa fondamentale del DDL approvato è l'obbligatorietà della bonifica secondo un piano che darà priorità di intervento alle situazioni più a rischio per la salute dei cittadini e dei lavoratori. Rappresenta dunque una forte accelerazione verso la bonifica del territorio e una crescita della consapevolezza verso il problema. Di questo intendo parlare negli incontri sul territorio dedicati alla presentazione di questa importante iniziativa legislativa, in un giro di serate che inizia già martedì 28 a San Michele all'Adige.

Se verrà approvato in sede definitiva sarà la mia terza legge (dopo quella sulle filiere corte e sui fondi rustici) di questa legislatura, senza dimenticare che altre due importanti proposte legislative sono in avvio di discussione (quella sul software libero, assegnata alla prima commissione, e quella sull'apprendimento permanente, assegnata alla quarta). Non si tratta di leggine che modificano qualche parola di normative vigenti, ma provvedimenti di sostanza che se implementati (ma questo è compito del governo provinciale) contribuiranno a fare migliore questa terra.

Appena finisco il lavoro della Commissione (che vara anche la legge sull'orso, di cui vi parlerò in seguito), corro in Provincia dove il presidente Dellai riceve Hassan Aboyoub, Ambasciatore del Marocco in Italia. L'iniziativa è il seguito della mia recente visita in quel paese e trovo nell'ambasciatore un interlocutore attento ed intelligente. Già nel colloquio della sera prima, presenti anche Ali Rashid e Abdelali Etthairi, rappresentante quest'ultimo della comunità marocchina in Trentino, c'è stata fra noi una larga identità di vedute, tanto sul processo in corso nel mediterraneo quanto nella possibilità di costruire relazioni fra la nostra terra e la sua, con particolare attenzione ai temi dell'autonomia e dell'autogoverno.

L'incontro con il presidente della PAT è molto cordiale ed è l'occasione nel corso della colazione offerta da Dellai per trattare le grandi questioni che coinvolgono l'area mediterranea. L'interesse del Trentino a diventare un laboratorio internazionale sui temi dell'autonomia altrettanto significativo.  Perché questo tema sarà sempre più decisivo, ovvero la capacità di abitare un tempo sempre più sovranazionale e territoriale. E l'incontro di oggi con l'ambasciatore del Marocco è, sul piano dell'autonomia dei territorio regionali, sulla stessa lunghezza d'onda di quello che avverrà l'indomani con il primo ministro in esilio del Tibet.

Riesco a fare un salto veloce al Gruppo consiliare, saluto Ali che deve rientrare subito a Roma, e poi mi attende la riunione del Consiglio del Forum dove presento il programma di iniziative sulla cultura del limite. Non prima di aver approvato la relazione sull'attività previsionale dell'Osservatorio Balcani Caucaso, con la direttrice Luisa Chiodi che aggiorna il Consiglio sui nuovi traguardi raggiunti da OBC ma anche sulla difficile situazione finanziaria determinata dalla sospensione da parte del governo italiano del programma Seenet 2. E' davvero paradossale che mentre OBC raggiunge i maggiori risultati, si trovi in una situazione di grave incertezza per chi con il proprio lavoro ha reso possibile questa eccellenza trentina.

Non posso anticipare su questo sito l'articolazione del programma annuale del Forum peraltro in via di costruzione, ma posso dire fin d'ora che l'esperienza avviata lo scorso anno con "Cittadinanza Euromediterranea"  si rinnoverà con altrettanta fantasia di proposte articolate sul territorio, quest'anno sul nodo cruciale del limite. "Nel limite. La misura del futuro".

E' sera e mi intrattengo con Federico Zappini per parlare della Val di Susa. E' arrivata nel pomeriggio la notizia del grave incidente occorso a uno dei leader del movimento No Tav, caduto da un traliccio durante la protesta. Temo che questo episodio sia qualcosa di più che un semplice incidente, è un po' il simbolo di una lotta che appare priva di sbocchi, senza vie d'uscita. Concretissima se la si rapporta alle implicazioni sulla vita di tante persone che abitano la Valle, ma che diventa solo simbolica se non si costruiscono le condizioni per venirne  a capo. Di questo sono responsabili in primo luogo i governi (uso non a caso il plurale), invasati dall'ideologia delle grandi opere come vettore di sviluppo infinito, senza mai chiedersi se un ripensamento di fondo non sia d'obbligo proprio di fronte ad un limite ormai di molto oltrepassato. Ma anche chi fa della TAV un simbolo ideologico dell'antagonismo, quel "bene comunismo" di cui parlo con Federico e che lui consoce bene per averlo vissuto in passato nel Centro Sociale Bruno. E che in questi giorni segna la polemica sulla gestione dell'acqua in Trentino, non riuscendo a capire (o non volendo comprendere) che quello che si sta cercando di fare in Trentino con  lo scorporo dell'acqua da Dolomiti Energia è (purtroppo) uno dei rari esempi in Italia di ripubblicizzazione del servizio idrico laddove questo è finito in mano di multiutility come  DE.

Amareggia il fatto che l'azione di chi cerca di farsi carico dell'esito referendario per garantire che la gestione del servizio idrico sia nelle mani delle comunità locali, passi come una sorta di "tradimento" del voto. Categoria, quella del tradimento, che ha attraversato la storia lasciando sul terreno tragedie infinite.

 

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