"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

05/02/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Arsenio Lupin
Nel diario di questo fine settimana, saltiamo di palo in frasca.

Per prima cosa uno sguardo al sito. Oltre al ritocco cromatico, sono apparse un po' di funzioni, l'accesso a facebook (che so frequentato ma che non rientra nelle mie corde) e la galleria fotografica che piano piano sta prendendo corpo. Vi potete trovare un pezzo di storia ricostruita a fatica, un po' perché non mi sono mai accompagnato con una macchina fotografica, un po' perché l'archivio fotografico che avevo in casa relativo alla storia politica collettiva dagli anni '70 in poi l'ho messo a disposizione del Museo storico del Trentino nella certezza che ne avrebbero fatto il miglior uso possibile e, infine, perché - se ci fate caso - su internet la storia precedente agli anni '90 praticamente non esiste.

In particolare non c'è la mia/nostra storia politica, non solo quella della nuova sinistra e di DP ma ben poco delle lotte operaie e studentesche, delle forme partecipative e delle esperienze che dettero vita al più grande processo di trasformazione che abbiamo conosciuto nel secondo dopoguerra. Provate ad andare su qualsiasi motore di ricerca e quel che vi appare è tuttalpiù l'immagine di qualche personaggio ma niente di più. Trovate un sacco di cose sugli anni di piombo ma niente sulla stagione dei Consigli di Fabbrica. Molto sulle forme del violentiamo ma nemmeno un frammento sulla ricerca politica che si fondava sul movimento operaio e sul pensiero critico. Non una foto congressuale, non una testimonianza di una stagione per certi versi decisiva di questo paese. Occorre fare qualcosa, nella scrittura come nelle immagini.

Provo anche un po' di rammarico personale per non aver fermato qualche istante pubblico e privato. Mi spiace avere solo rare immagini della mia esperienza politica e lavorativa a Roma negli anni '80 o dell'amicizia con tante persone care che oggi sono scomparse o che hanno preso altre strade. Pagine intensamente vissute. Incontri con i protagonisti del tempo. Mi sono riproposto di ritrovarne traccia. Sarà una galleria che col tempo si arricchirà di tasselli oggi mancanti.

In secondo luogo un accenno alle polemiche di questi giorni sulla noia del posto fisso. Credo anch'io che la flessibilità dovrebbe essere declinata con la creatività piuttosto che con la precarietà. Ma questo non centra nulla con l'articolo 18, piuttosto con la motivazione ed il riconoscimento del valore delle persone. E' questa la grande sfida, il valore aggiunto del lavoro, nel pubblico impiego come nel settore privato o nella cooperazione. E, contestualmente, nel riflettere sul fatto che il compromesso keynesiano su cui si è retta un'intera fase di conflitto fra capitale e lavoro era reso possibile dal fatto che 2/3 dell'umanità non sedeva al tavolo delle trattative e non esercitava alcun diritto. Per dire che ora dobbiamo avere coscienza che la nostra impronta ecologica è insostenibile. Purtroppo invece è come se il confronto avvenisse fuori dal tempo.

In terzo luogo la neve. Dopo gli eventi alluvionali dell'autunno anche l'inverno è fuori dai gangheri. Ogni stagione ormai ci ammonisce che i cambiamenti climatici non scherzano, eppure le polemiche di queste ore rappresentano uno stucchevole scambio di accuse che riguardano l'emergenza dell'ultimo minuto, non il carattere paradigmatico degli avvenimenti. Non ho sentito una parola che provasse ad interrogarsi su quel che accade. Invece tutti lì a dire un indistinto "vergognatevi" che ha molto a che fare con l'antipolitica.

Del resto, quest'ultima (la politica intendo) continua a dare una pessima prova di sé. Che tredici milioni di euro possano sparire dalle casse di un partito senza che nessuno se ne accorga mi sembra fuori dal mondo. E lo è ancor più se pensiamo che si tratta di rimborsi elettorali che nei fatti hanno sostituito un finanziamento pubblico abrogato con il voto referendario, dati oltre tutto ad un partito che non  c'è più ma che all'atto dello scioglimento e del suo convergere in un nuovo soggetto politico si è ben guardato dal portare in dote questo patrimonio. Quasi a tenersi una via d'uscita e la disponibilità di esercitare un potere lobbystico  tutt'altro che trasparente. Conoscendo bene l'ambiente, nella mia vita sono stato anche tesoriere di un partito nazionale, che non mi vengano a dire che questa è la responsabilità di un senatore Lusi qualsiasi perché non esiste proprio. Il degrado della politica impone una riflessione e una primavera.

 

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