"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

07/02/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Europa
Ho concluso il precedente "diario di bordo" parlando dell'Osservatorio Balcani Caucaso. Ed oggi, dopo una mattinata dedicata ad incontri vari, sono a Palazzo Adami, nel cuore di Rovereto, per partecipare all'incontro mensile dello staff di OBC. E' dall'evento sui dieci anni di Osservatorio che non ci vediamo con tutti e per me è sempre un'emozione essere in queste stanze che hanno visto nascere e crescere questa impresa fino a farla diventare il centro di informazione e ricerca sulle ragioni balcaniche e caucasiche più importante d'Europa.

Non sono solo io a dirlo, parlano le cifre. Nel corso del 2011 il sito http://www.balcanicaucaso.org/ ha registrato 1.309.381 visite, per 11.491.681 pagine visitate ed oltre 58 milioni e mezzo di accessi. Dati in continua crescita se pensiamo che proprio oggi, in un giorno qualsiasi visto che non ci sono stati eventi particolari, le visite sono state 5.072, le pagine visitate 34.245, gli accessi 234.342. Dati che, proiettati sull'anno, corrisponderebbero a più di 1.800.000 visite. Il sito ha due versioni, in italiano e in inglese, ma gli articoli sono molto spesso nella lingua dei corrispondenti dai paesi monitorati che sono 26 (in ordine alfabetico Abkhazia, Albania, Armenia, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Cecenia, Cipro, Croazia, Daghestan, Georgia, Grecia, Inguscezia, Kosovo, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Nagorno Karabakh, Ossezia del Nord, Ossezia del Sud, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Transnistria, Turchia). I visitatori provengono dall'Italia, ma il secondo paese che più frequenta il sito OBC sono gli Stati Uniti d'America e poi via con Francia, Germania, Albania, Gran Bretagna, Bulgaria, Serbia, Slovenia, Cina...

OBC non è solo il suo sito internet. Sono anche le pubblicazioni (quaderni di ricerca), DVD multimediali, documentari, mostre fotografiche, attività formative, conferenze locali, nazionali e internazionali, presenza e collaborazioni sui media italiani e di tutto il mondo.

Uno strumento di respiro e approfondimento internazionale come ve ne sono pochi in Italia, realizzato in questa nostra terra. Una straordinaria eccellenza che ci dà prestigio nel mondo e, a guardar bene, uno strumento di promozione del Trentino che forse non ha eguali. In OBC lavorano 12 persone e conta su 54 corrispondenti su paesi e tematiche inerenti gli ambiti di ricerca. Osservatorio è incardinato nella Fondazione Opera Campana dei Caduti di cui è il progetto principale in collaborazione con il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, ma gode di una piena autonomia editoriale e politica. Anche finanziaria, in relazione ad una convenzione pluriennale con la Provincia Autonoma di Trento che ne rappresenta il principale finanziatore.

Eppure quest'oggi l'incontro si svolge nell'incertezza. Perché questo patrimonio, che si basa essenzialmente sul lavoro qualificato delle persone, è messo in discussione dai tagli che vengono operati alle risorse della nostra autonomia. Quando nel luglio 1999 andai a parlare con il presidente Dellai di questo progetto trovai immediatamente una niente affatto scontata disponibilità. Un segno di lungimiranza politica per una piccola realtà come il Trentino, che si proponeva uno sguardo non emergenziale su quella regione decisiva per la costruzione dell'Europa ("L'Europa si fa e si disfa nei Balcani" diceva il presidente Amato nel suo rapporto sullo stato dell'integrazione balcanica). Si è rivelato, negli anni, il più importante contributo al processo di costruzione dell'Europa che il Trentino ha saputo dare e che continua a dare con riconoscimenti che vengono da ogni parte del mondo, a fronte di un investimento che è un'inezia rispetto agli interventi per sostenere l'internazionalizzazione delle imprese o la promozione del Trentino nel mondo.

L'incertezza viene dal fatto che per effetto dei ritardi nei pagamenti e di un Ministero degli Affari Esteri che ha bloccato per qualche mese i fondi del progetto Seenet 2  (un contratto per un programma di cooperazione con 7 regioni italiane coinvolte fra le quali il Trentino e in questo quadro anche OBC) le persone non ricevono il proprio stipendio da novembre. Una situazione davvero incresciosa, a fronte di un lavoro da tutti riconosciuto come di grande profilo, a cui si aggiunge l'incertezza per il futuro perché non è chiaro se quella visione verso l'Europa che permise questa scommessa sia ancora nel cuore e nella mente degli amministratori trentini.

E' lo stesso interrogativo che ci siamo posti come Forum in occasione del ventennale della legge istitutiva, quando vediamo che le risorse che vengono destinate alla cultura della pace sono un nulla e questo organismo vissuto da qualcuno come un ingombro. Il nodo è tutto politico. Come non capire che oggi l'Europa è la questione decisiva di una seria progettualità politica e come non comprendere che l'Europa è il progetto che dovrebbe unire politicamente i 47 paesi che fanno parte della sua più antica istituzione, ovvero il Consiglio d'Europa? Come non vedere che aver tenuto per anni sull'uscio dell'Unione Europea un paese come la Turchia che ne chiedeva l'adesione, ha fatto sì che oggi questo grande paese abbia rivolto lo sguardo altrove diventando il soggetto economico egemone e paese di riferimento per l'insieme del Mediterraneo? Come non rendersi conto che in ogni aspetto della vita economica, sociale e culturale dei nostri paesi e delle nostre comunità locali l'interdipendenza con un'area destabilizzata dove i salari sono largamente inferiori alla media europea, i controlli sull'ambiente largamente inadeguati, i processi di corruzione molto estesi, i fenomeni di criminalità organizzata sempre più aggressivi pesa come un macigno sul nostro stesso presente?

Dev'essere chiaro che la solidarietà e gli stessi interventi di carattere umanitario oggi dovrebbero essere declinati nella costruzione di relazioni improntate all'autosviluppo e all'autogoverno. Nonché all'elaborazione dei conflitti che hanno segnato il passato, compreso quello recente. Dunque alla crescita di nuove classi dirigenti, all'investimento in cultura e processi partecipativi, alla conoscenza di quel che accade e alla costruzione di una memoria condivisa. Ma purtroppo, lo dico con il rammarico che viene dal non vedere questa prontezza di riflessi nella politica, si preferisce molto spesso rimanere fermi alla logica degli aiuti che forse ti può aprire le porte del paradiso ma non certo quelle della dignità e del cambiamento.

Con gli amici di OBC parlo della necessità di far emergere questo messaggio ancora più chiaro: diventare cioè una piattaforma internazionale a sostegno di una primavera balcanica di cui nel pantano odierno si avverte una grande necessità. Per quei paesi e per questa Europa sgangherata. A vent'anni dall'inizio delle guerre che hanno insanguinato l'Europa centro orientale, è questo io credo il modo per rinnovare una scommessa.

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Andrea il 11 febbraio 2012 00:26
    Grazie Michele, davvero, sia per la giornata di martedì che per il pezzo sul blog. ieri ho partecipato a un incontro sul ventennale con livio senigalliesi qui a venezia, c'erano più di 100 persone (non tutti sono riusciti a entrare in sala) compreso il direttore dell'unesco, e la maggior parte l'avevano saputo dal nostro sito. insomma una bella serata e molte soddisfazioni buon fine settimana
    andrea
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