"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

15/03/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Palazzo del dazio, Fiera di Primiero
Due serate dedicate alla presentazione del Disegno di Legge sull'amianto. La prima si svolge al centro civico di Baselga del Bondone, piccola frazione nei pressi di Trento. Una quindicina i presenti e fra questi anche il presidente della Circoscrizione. Ma il tema è coinvolgente e, dopo l'introduzione di Maria Pia Fogarolli e la mia illustrazione del Disegno di legge, la discussione è vivace e praticamente tutti hanno qualcosa di dire o una testimonianza da portare.

L'impostazione che cerco di dare al confronto vuole sfuggire dall'allarmismo e dalla logica dell'emergenza. Il problema dell'inquinamento dalla presenza di amianto non lo risolveremo in tempi brevi, avremo bisogno di anni di lavoro e di impegno e quel che serve è un programma che provi ad ovviare alle carenze della legislazione nazionale che, pur mettendo al bando l'amianto (la lavorazione, l'importazione e la commercializzazione), non ha posto vincoli di obbligatorietà nella bonifica. Così, dopo vent'anni, ci ritroviamo circondati dal problema e con un picco crescente di patologie correlate all'esposizione occasionale alle fibre che l'usura del tempo o il trattamento non adeguato liberano nell'aria. E vedo apprezzato questo approccio.

L'attenzione verso la questione "amianto" è peraltro cresciuta enormemente dopo il clamore della sentenza di Torino che ha condannato i responsabili della Eternit di Casale Monferrato, perché tutti, specie chi ha una certa età, abbiamo avuto a che fare con questo veleno invisibile. Poter affrontare oggi questo argomento avendo predisposto uno specifico disegno di legge, può aiutare a riconciliare la politica con i cittadini.

E' questa la sensazione che avverto anche il giorno successivo, nella sala Negrelli di Fiera di Primiero. Il Primiero è l'estremità orientale del Trentino, un territorio di particolare bellezza che però ha conosciuto nella sua storia l'isolamento e l'emigrazione. In sala una trentina di persone, anche qualche sindaco e amministratore della zona. Moltissime le domande e le osservazioni, anche al di là della questione amianto, che investono il delirio del progresso infinito, il rapporto con la ricerca, la necessità insomma di un ripensamento generale. Le persone che sono venute all'incontro su invito del circolo locale del PD sono cittadini interessati non le solite persone, mi dice con soddisfazione Enrico Turra, giovane segretario del circolo e componente l'assemblea della Comunità di valle, che ha organizzato l'incontro.

A margine del dibattito incontro un gruppo di giovani impegnati nella locale condotta di Slow Food e nella riscoperta di antiche attività come la coltivazione dell'orzo e la produzione della birra, una birra speciale e fruttata che  tarda sera mi portano ad assaggiare in un locale di Fiera. Giovani che sono veri e propri animatori di territorio, con l'entusiasmo di fare cose che possano coniugare la valorizzazione della loro valle, il loro futuro professionale, la voglia di restare. Il Primiero risente della crisi turistica e non è solo una questione di neve. Nelle belle contrade di Fiera vecchia mi indicano i negozi di un tempo destinati a chiudere, le offerte commerciali, scontate e banali, immaginate solo per i turisti e primi locali di slot machine che anche qui sotto le pale di San Martino iniziano a spopolare. E' un modello turistico che va ripensato ed in questo il loro sforzo di richiamare l'autenticità e l'unicità dei luoghi è davvero encomiabile e andrebbe sostenuto da parte dell'amministrazione provinciale, la cui burocrazia tende invece a presentarsi come una fonte di ostacoli.

Quanto ci rimettiamo in auto alla volta di Trento è quasi mezzanotte. Enrico mi racconta del suo impegno nella comunità e penso fra me che è davvero apprezzabile che un ragazzo di ventidue anni si assuma la responsabilità di farsi carico e di provare a dare risposte concrete ai problemi del suo territorio. Parliamo ininterrottamente fin quando arriviamo in città. E' ritornato a Trento con me perché l'indomani ha lezione in Università, ma sabato ritornerà in valle. Un piccolo viaggio, a pensarci bene, perché da Trento si arriva prima a Brescia che a Fiera di Primiero. Ed anche questa fatica significa prendersi cura della propria terra.
 

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