"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

16/03/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
La ginestra del Vesuvio

L'Assemblea del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani si svolge nella cornice dell'ex Convento degli Agostiniani, in pieno centro a Trento. Uno dei luoghi più belli della città, purtroppo segnato da una storia di incuria e abbandono che si trascina da quando - nel 1809 - agli Agostiniani venne intimato di sgomberare il Convento di S. Marco che divenne sede dell'Intendenza di Finanza e Demanio fino ai giorni nostri. Così uno dei più bei luoghi di cultura e spiritualità della città è stato progressivamente banalizzato, le pareti affrescate imbiancate di calce, lasciato all'arida sensibilità degli esattori.

In capo alla Provincia Autonoma di Trento, in attesa di un intervento di restauro molto costoso, l'edificio oggi ospita la sede di Ocse (l'unica in Italia dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che qui ospita il programma Leed) e il Centro di Formazione per la Solidarietà Internazionale (http://www.tcic.eu/). Il CFSI è il luogo formativo che ha dato continuità, allargando il quadro dei soggetti coinvolti, all'attività dell'UNIP (l'Università della pace di Rovereto) che per quindici anni ha rappresentato uno dei più importanti riferimenti formativi sui temi della mondialità in Trentino. Oggi i soggetti coinvolti, oltre alla Fondazione Opera Campana dei Caduti nella quale UNIP era incardinata, sono l'Università di Trento, la Federazione Trentina della Cooperazione, la Provincia Autonoma di Trento.  

Anche il Forum fa parte del Consiglio di Amministrazione del Centro e proprio recentemente si è siglato un protocollo di collaborazione per rendere ancora più stretto il coordinamento delle attività fra Centro e Forum. Abbiamo voluto aprire oggi l'assemblea del Forum con la presentazione delle attività del CFSI proprio per sottolineare l'importanza formativa nell'impegno su pace e solidarietà internazionale. E per far sì che il sistema associativo che fa capo al Forum utilizzi appieno le prerogative formative che il Centro mette a disposizione, che vengono illustrate dalla direttrice Jenni Capuano. Linee di formazione e ricerca, ma anche numeri che attestano come in poco più di tre anni questo luogo sia diventato punto di riferimento per migliaia di persone e di giovani in particolare.

Il focus principale dell'assemblea è il programma annuale del Forum che quest'anno avrà come titolo "Nel limite. La misura del futuro". Il tema è di grande spessore ed indica una declinazione della pace e dei diritti umani che parte dall'affrontare i nodi che stanno all'origine delle guerre e della violazione dei diritti. Cosa per nulla scontata se penso che in queste settimane ho sentito qualcuno dire "ma cosa c'entra la pace con il limite?". Il processo di svuotamento di significato delle parole, evidentemente, lascia il segno.

Nonostante nei giorni scorsi abbiamo avuto al Forum tre incontri che hanno coinvolto una ventina di associazioni interessate ad approfondire la tematica annuale, la presenza è numerosa e così gli interventi che seguono l'illustrazione del programma da parte di Federico Zappini.

L'impatto si preannuncia di grande profilo, il tema di straordinaria attualità. Come già lo scorso anno con "Cittadinanza Euromediterranea", l'efficacia dell'itinerario annuale vuole essere quella di parlare ad un pubblico ampio attraverso modalità e argomenti capaci di uscire dai cliché e dai rituali che spesso hanno accompagnato il pacifismo. Il programma - per quanto ancora incompleto - è già molto vasto e, a ragion del vero, un po' ci preoccupa per la sua complessità. Non a caso l'indicazione che viene dall'assemblea è quella di cercare raccogliere e semplificare il quadro di iniziative (oltre quaranta) che già sono previste. Ci proveremo, è proprio il limite a richiederlo.

Inizieremo nei primi giorni di aprile con la rappresentazione in chiave teatrale, grazie al lavoro di Multiverso teatro, de "La Ginestra" di Giacomo Leopardi. Che nel 1836 a Torre del Greco, nel poema dedicato al "Fiore del Vesevo", così scriveva, a monito del delirio che fin da allora s'intravedeva:

"...Dipinte in queste rive
Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive.
Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
Dal risorto pensier segnato innanti
Abbandonasti, e volti addietro i passi,
Del ritornar ti vanti,
E procedere il chiami.
..."

Quello del limite era un tema caro a Fulvio Forrer. Nel corso della giornata mi arriva la triste notizia della sua scomparsa, a soli 55 anni. Da diversi anni aveva ingaggiato una battaglia con la malattia, ma purtroppo non ce l'ha fatta. Fulvio era un ambientalista serio e preparato, alieno alle mode, rigoroso nel suo lavoro di urbanista e nel suo impegno sociale e politico. Grazie, caro Fulvio, per tutto quel che ci hai regalato nel tuo percorso di vita.

 

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